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Boccia, salta l’intervista a Mediaset con Bianca Berlinguer: ecco perchè

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Maria Rosaria Boccia, la donna al centro dello scandalo che ha portato alle dimissioni del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ha scelto di non partecipare all’intervista che doveva andare in onda ieri sera durante la trasmissione È Sempre Cartabianca su Rete4. “Non sono scappata, non ho paura della verità”, ha dichiarato Boccia, spiegando che “non c’erano le condizioni per spiegare al meglio la situazione”. La conduttrice Bianca Berlinguer ha annunciato in diretta la decisione della Boccia, che è stata a lungo negli studi Mediaset di Roma prima di optare per un rinvio di una settimana.

I motivi del rinvio e il caso Sangiuliano

La Boccia ha spiegato alla Berlinguer di voler prendere altro tempo per approfondire nuovi elementi emersi sul suo caso. Ha anche smentito con forza le voci su una presunta relazione sessuale con Sangiuliano, facendo riferimento a una telefonata con la moglie del ministro che avrebbe confermato la non esistenza di tale relazione.

Il daspo ricevuto da Montecitorio per aver violato le regole sulla diffusione di foto e video in aree sensibili come la Galleria dei Presidenti e il Transatlantico, ha ulteriormente complicato la posizione della Boccia. La sua partecipazione al programma di Mediaset ha anche irritato la premier Giorgia Meloni, accendendo speculazioni su un possibile scontro con la famiglia Berlusconi.

Le indagini sulla gestione dei fondi pubblici

Il cuore dell’inchiesta riguarda il comportamento dell’ex ministro Sangiuliano, indagato per peculato e rivelazione di segreti per aver coinvolto Boccia nelle attività del dicastero senza un titolo formale. La Procura di Roma ha trasmesso gli atti al Tribunale dei Ministri, che dovrà pronunciarsi entro 90 giorni. L’indagine si concentra sui viaggi e le spese sostenute, e se dai fondi pubblici siano stati utilizzati per permettere alla Boccia di accompagnare il ministro a eventi e riunioni.

La procura intende verificare se le spese per i viaggi e soggiorni della Boccia, già mostrate dalla donna sui social, siano un indizio di una rendicontazione non trasparente. Inoltre, verranno acquisiti i “fogli di viaggio” della scorta dell’ex ministro per verificare quando e dove le auto blu abbiano accompagnato la donna.

Il ritorno di Sangiuliano in Rai

Nel frattempo, Gennaro Sangiuliano ha incontrato i vertici della Rai per discutere il suo reintegro. Prima di diventare ministro, Sangiuliano era direttore del Tg2. La soluzione trovata prevede che l’ex ministro cominci a smaltire i 230 giorni di ferie maturati, in attesa di un nuovo incarico.

Il futuro della vicenda

La vicenda di Maria Rosaria Boccia e Gennaro Sangiuliano rimane al centro dell’attenzione mediatica e politica. L’inchiesta sul ministro dimissionario e sulle spese del dicastero sarà cruciale per fare chiarezza sulla gestione dei fondi pubblici, mentre la decisione della Boccia di rinviare la sua intervista potrebbe far emergere nuovi sviluppi nelle prossime settimane.

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Salta la prima panchina in serie A, la Roma esonera Daniele De Rossi

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L’AS Roma ha annunciato ufficialmente di aver sollevato Daniele De Rossi dall’incarico di allenatore della Prima Squadra. La decisione, come spiegato dal Club, è stata presa nell’interesse della squadra, con l’obiettivo di riprendere il percorso auspicato in un momento in cui la stagione è ancora nelle sue fasi iniziali.

Il Club giallorosso ha espresso gratitudine a De Rossi per il lavoro svolto nei mesi trascorsi come tecnico, sottolineando la passione e la dedizione con cui ha guidato la squadra. Nonostante la separazione professionale, De Rossi sarà sempre considerato una figura di casa nella Roma, simbolo di un legame indissolubile con i colori giallorossi.

La società ha inoltre fatto sapere che seguiranno ulteriori comunicazioni riguardanti la guida tecnica della squadra, con l’intento di dare una nuova direzione al progetto sportivo per il resto della stagione.

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Economia

Firmato l’accordo di coesione: sbloccati 3,5 miliardi per la Campania, investimenti in sanità e infrastrutture

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È stato firmato l’atteso accordo di coesione che sblocca 3,5 miliardi di euro per la Regione Campania, segnando un momento di distensione tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il commissario UE per il PNRR Raffaele Fitto e il presidente della Regione Vincenzo De Luca. Questo accordo arriva dopo mesi di discussioni e correzioni sulle proposte di investimento avanzate dalla Campania e si aggiunge ai 2 miliardi già destinati ad altre opere cruciali, tra cui la riqualificazione di Bagnoli.

Investimenti in sanità e ambiente

Una parte significativa dei fondi sarà destinata al settore sanitario, con 441 milioni di euro investiti in edilizia sanitaria. Tra gli interventi principali, 12 milioni andranno al nuovo ospedale pediatrico Santobono, 83 milioni al restauro degli Incurabili, 50 milioni alla ristrutturazione del Cardarelli, e oltre 3 milioni per il Polo socio-sanitario di Ponticelli.

Sul fronte ambientale, 356 milioni sono stati stanziati per la rimozione delle ecoballe di rifiuti e 250 milioni per la costruzione di biodigestori. Altri 72 milioni saranno destinati alle bonifiche delle discariche e fondi aggiuntivi andranno a ristrutturare le strade della regione.

Progetti per Napoli

Napoli sarà al centro di numerosi interventi infrastrutturali. Tra questi, 50 milioni andranno alla riqualificazione dello stadio Collana, mentre 20 milioni saranno destinati all’ampliamento del Museo Madre. Per la metropolitana Linea 1, 47 milioni saranno investiti nel tratto Piscinola-Capodichino e 73 milioni per la Galleria Poggioreale. Inoltre, 200 milioni saranno dedicati alla riqualificazione del nodo intermodale di Napoli Garibaldi e alla nuova sede della Regione Campania.

Le reazioni

La premier Giorgia Meloni ha sottolineato l’importanza dell’accordo, affermando che “gli interventi incideranno profondamente sulla qualità della vita dei cittadini campani” e che “l’obiettivo è accelerare il percorso di crescita e sviluppo della Regione”. Anche il presidente De Luca si è detto soddisfatto, riconoscendo che l’accordo arriva dopo un lungo anno di confronti duri, ma che permetterà finalmente di completare progetti sospesi e migliorare infrastrutture essenziali.

Sindacati e imprenditori hanno accolto positivamente la firma dell’accordo. Nicola Ricci, segretario campano della Cgil, ha evidenziato che “si tratta di una spinta importante per il piano di investimenti”, mentre Giovanni Sgambati della Uil ha parlato di “una svolta necessaria per avviare infrastrutture fondamentali”. Anche Doriana Buonavita della Cisl ha sottolineato la necessità di collaborazione istituzionale per ottimizzare gli interventi.

Confindustria, rappresentata da Costanzo Jannotti Pecci, ha apprezzato il clima di distensione tra Meloni e De Luca, auspicando una collaborazione costruttiva. Per le imprese edili, il presidente di Ance Campania, Luigi Della Gatta, ha espresso soddisfazione, dichiarando che “finalmente si possono avviare investimenti e grandi opere attesi da troppo tempo”.

Un passo decisivo per lo sviluppo della Campania

L’accordo, che prevede un totale di 6,5 miliardi programmati per la regione, rappresenta un’opportunità cruciale per migliorare infrastrutture, sanità e ambiente, garantendo un futuro di sviluppo e crescita per la Campania.

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Esteri

New York Times: Israele dietro all’attacco con i cercapersone

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Israele ha messo l’esplosivo nei cercapersone venduti a Hezbollah. Lo riporta il New York Times, citando alcune fonti americane. L’esplosivo sarebbe stato posizionato vicino alla batteria di ogni dispositivo e attivato tramite un messaggino.

I cercapersone che Hezbollah aveva ordinato alla taiwanese Gold Apollo sarebbero stati manomessi prima di raggiungere il Libano, riporta il quotidiano americano. La maggior parte dei cercapersone era del modello AP924, anche se nella spedizione erano inclusi anche altri tre modelli. I dispositivi erano programmati per emettere un segnale acustico di diversi secondi prima di esplodere. Alla Gold Apollo sono stati ordinati più di 3.000 cercapersone. Non è chiaro né quando sono stati ordinati né quando sono arrivati in Libano.

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