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Boccia a La Stampa: auto di scorta, ricatti, messaggi piccanti, eventi privati con Sangiuliano

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Imprenditrice da 20 anni nel settore del wedding, ideatrice di due intergruppi in Parlamento, specializzata nella moda e nella comunicazione in generale. Si presenta così Maria Rosaria Boccia nell’intervista esclusiva a La Stampa in cui racconta per la prima volta la sua verità sul caso Sangiuliano che mette in fibrillazione il governo. Parla dei viaggi con il ministro (‘non solo legati alla sua attività’), di chi sono a suo avviso i ‘veri ricattatori’ di Sangiuliano (‘chiedete a lui, posso dire che ci sono direttori di settimanali’), di Giorgia Meloni che accusa di essere stata ‘sessista’ contro di lei. E spiega perché, dalla fine di luglio in poi, ha deciso di registrate tutto dei rapporti con il ministro della Cultura: ‘Perché mi ha detto una frase che mi ha colpito molto: “Io sono il ministro, io sono un uomo, io rappresento l’istituzione e in futuro nessuno crederà a tutto quello che tu dirai”‘.

Si erano conosciuti, dice, ‘nell’agosto del 2023 a Pompei alla presentazione della candidatura della cucina italiana patrimonio dell’Unesco, attraverso conoscenze comuni’. Da maggio di quest’anno ‘ci siamo frequentati lavorativamente molto più spesso’. ‘Il ministro è venuto più di cinque volte a Pompei. Poi siamo stati ad Ercolano, a Polignano a Mare, a Riva Ligure, a Taormina, a Sanremo e a Milano all’Accademia di Brera’. In questi viaggi, afferma, aveva il ruolo di ‘consigliere per i grandi eventi’. Come avrebbe stabilito un contratto che doveva partire da inizio agosto. Poi è stato firmato? ‘Io ho visto il decreto firmato dal ministro e io personalmente ho firmato il mio contratto che è stato controfirmato dal capo di gabinetto in presenza del ministro. Perché non è andato a buon fine bisogna chiederlo al ministro: l’istituzione è lui’.

Quanto alle spese per i viaggi, ‘io ho sempre saputo che le trasferte venivano pagate dal ministero’. Come lo dimostra? ‘Io comunicavo solo ed esclusivamente, anche per le trasferte, con il capo segreteria’. Il 3 giugno di quest’anno il sopralluogo a Pompei, al contrario di Sangiuliano, Boccia sostiene che il motivo era il G7 della Cultura. Nella mail del 5 giugno ci sono informazioni riservate? ‘Sì, il percorso principale, i percorsi alternativi per i ministri al G7 e il dettaglio dell’organizzazione’. Ma non sempre le missioni erano legate all’attività del ministro. ‘Abbiamo fatto anche trasferimenti personali’: i concerti dei Coldplay e de Il Volo; ‘da Roma, siamo arrivati in macchina fino a Pompei. Siamo andati a eventi miei personali e privati, dove lui ha voluto presenziare. Un evento alla base dell’Aeronautica a Roma e un altro a Roma’. Sangiuliano ha parlato in tv di una relazione privata. Una relazione sentimentale? ‘Dovrebbe chiarirlo lui. C’è stata molta confusione fin dall’inizio nella comunicazione di questa sfera’. Quanto alle chat private, ‘il ministro è un po’ confuso’, dice Boccia. Ha parlato di ‘chat blande’, ma ‘con una persona con cui ho una relazione non mi scambio solo foto innocenti ed emoticon. Posso scambiarmi anche qualche messaggio più piccante’.

Boccia considera ‘sessisti’ atteggiamenti della premier Meloni nei suoi confronti, come quando l’ha definita in tv ‘l’altra persone’: ‘Chi si richiama ai valori dell’essere donna ha il diritto e il dovere di difendere la propria dignità come ha fatto l’altra persona (Meloni, ndr) quando ha interrotto una relazione profonda tramite un post sui social, dopo che il compagno (Giambruno, ndr) aveva violato un sentimento d’amore. Mi chiedo perché io vengo trattata con arroganza, additata senza nome e cognome. I comportamenti sessisti vanno sempre denunciati, come ha fatto lei anche utilizzando i social perché una donna deve proteggere la propria dignità indipendentemente dal ruolo che ricopre.

Non si può rivendicare la dignità di una donna, offesa nei sentimenti, a fasi alterne. Inoltre, non si può dirsi cristiani senza praticare il perdono. Io mi limito a difendermi da un comportamento sessista’. Quanto alla chiave d’oro di Pompei, Boccia racconta che al ministro ‘faceva piacere riceverla’. Ma ‘per lui era un percorso un po’ complicato perché il sindaco di Pompei è del Pd’. ‘Io ho curato questa intermediazione e in pochissimo tempo ho fatto sì che il ministro ricevesse la chiave’. Valeva molto? ‘Sapeva che non era una patacca’. Ha detto che è al ministero, protocollata come tutti i regali. ‘Ce la fa vedere il ministro questa chiave protocollata nelle stanze del ministero?’, risponde Boccia. Infine i ‘ricatti’ di cui Sangiuliano sarebbe vittima da chi sta ‘nei palazzi del potere’. Chi? ‘Ho ascoltato conversazioni e letto messaggio di persone che a mio avviso hanno ricattato il ministro. Chi sono dovrebbe dirlo lui. Posso dire che ci sono direttori di settimanali’. Ha altre registrazioni, audio, video? ‘Io ho semplicemente documenti per certificare la verità di una donna che diversamente non sarebbe stata creduta’. Coinvolgono altri politici, ministri, la premier Meloni? ‘Io ero a stretto contatto con il ministro. Quindi ho ascoltato telefonate e ho letto messaggi’. Non teme di aver commesso reati? ‘Assolutamente no. Forse il reato lo commette chi dice bugie. Io ho sempre e solo detto la verità’, afferma Boccia.

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La versione di Conte: o il M5s resta progressista o avrà un altro leader

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“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi”. Così a Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza).

“Se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership – aggiunge – mi farei da parte. Si chiama coerenza. Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”.

Sull’alleanza col Pd “la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sé un programma politico”. “Gli iscritti sono chiamati a decidere e hanno la possibilità di cambiare tante cose. Anche i quesiti sul garante (Grillo, ndr) sono stati decisi dalla base. Io non ho mai inteso alimentare questo scontro. Sono sinceramente dispiaciuto che in questi mesi abbia attaccato il Movimento. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea. Forse la sensazione di isolamento l’avverte chi pontifica dal divano vagheggiando un illusorio ritorno alle origini mentre ha rinunciato da tempo a votare e portare avanti il progetto del Movimento. L’ultimo giapponese rischia di essere lui, ponendosi in contrasto con la comunità”.

Sui risultati elettorali “in un contesto di forte astensionismo, sicuramente è il voto di opinione sui territori, non collegato a strutture di potere e logiche clientelari, ad essere maggiormente penalizzato. Dobbiamo tornare ad ascoltare i bisogni delle comunità locali. E poi c’è la formazione delle liste: dobbiamo sperimentare nuove modalità di reclutamento, senza cadere nelle logiche clientelari che aborriamo”.

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Alessandro Piana: “Perdono, ma non dimentico” – La fine di un incubo giudiziario

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Alessandro Piana (nella foto in evidenza), esponente della Lega e vicepresidente della Regione Liguria, tira un sospiro di sollievo dopo la conclusione di un’inchiesta giudiziaria che per oltre un anno lo ha visto al centro di pesanti sospetti. Accusato ingiustamente di coinvolgimento in un presunto giro di squillo e party con stupefacenti, Piana è stato ufficialmente escluso dall’elenco dei rinviati a giudizio, mettendo fine a un incubo personale e politico.


Un’accusa infondata che ha segnato una campagna elettorale

Alessandro Piana racconta di aver vissuto un periodo estremamente difficile, aggravato dalla tempistica dell’inchiesta, che ha coinciso con la campagna elettorale.

«L’indagine era chiusa da tempo, ma si è voluto attendere per renderne noto l’esito. Mi sarei aspettato maggiore attenzione, considerato il mio ruolo pubblico. Per mesi sono stato bersaglio di accuse infondate, che sui social si sono trasformate in attacchi personali».

Nonostante il clamore mediatico, Piana ha affrontato con determinazione la situazione, ricevendo il sostegno del partito e del leader regionale della Lega, Edoardo Rixi.


Le accuse e il chiarimento

Piana spiega di essere venuto a conoscenza del suo presunto coinvolgimento attraverso i media, vivendo quello che definisce un “incubo”:

«Ero al lavoro quando ho saputo del mio presunto coinvolgimento. Credevo fosse uno scherzo, invece era terribilmente vero».

L’esponente leghista si è immediatamente messo a disposizione della magistratura, fornendo tutte le prove necessarie per dimostrare la sua estraneità ai fatti:

«Non ero presente dove si sosteneva che fossi. Ero a casa mia, a 150 chilometri di distanza, con testimoni pronti a confermarlo. Non ho mai frequentato certi ambienti, nemmeno da giovane».

Secondo Piana, il suo nome sarebbe stato tirato in ballo per millanteria durante un’intercettazione telefonica che citava genericamente un “vicepresidente della Regione”.


Una vicenda che lascia il segno

Nonostante la sua assoluzione dai sospetti, Piana non nasconde l’amarezza per i danni subiti:

«Ho pagato un prezzo molto salato, gratuito e ingiusto. Per mesi sono stato additato come vizioso. Perdono chi ha sbagliato, ma non dimentico».

Il vicepresidente auspica che casi simili siano gestiti con maggiore rapidità in futuro, per evitare che accuse infondate possano danneggiare ingiustamente la reputazione di figure pubbliche.


Conclusione

La vicenda di Alessandro Piana solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e tutela dell’immagine pubblica, in particolare quando si tratta di accuse che si rivelano infondate. Oggi, il vicepresidente della Regione Liguria guarda avanti con serenità, forte del sostegno ricevuto e con la determinazione di proseguire il suo impegno politico senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi passati.

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Trasporti, De Luca: investito un miliardo per rinnovo parco bus

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Millequattrocento autobus nuovi sui 1.800 programmati, per un investimento di quasi un miliardo di euro, sono già in esercizio sulle tratte coperte da Air Campania. Il dato lo fornisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che oggi ha inaugurato ad Avellino la nuova sede dell’azienda interamente partecipata dalla Regione, con la consegna di cinque bus elettrici. “Un impegno enorme – ha sottolineato De Luca-: stiamo sostituendo l’intero parco dei mezzi pubblici, non soltanto per il trasporto su gomma, ma anche per quello ferroviario”. Su questo specifico settore, De Luca ha rimarcato lo “sforzo gigantesco” della regione: “Ora – ha aggiunto – attendiamo l’omologazione per la linea Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento per mettere in esercizio il nuovo treno che ci è stato appena consegnato. Su un altro fronte, abbiamo indetto un altro concorso e presto assumeremo 150 giovani”.

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