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Cronache

Blitz del ministro della Salute Giulia Grillo tra i pazienti del Cardarelli e i reparti del Vecchio Pellegrini: medici e infermieri eccellenti, programmazione regionale sconsiderata

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Il ministro della Salute, Giulia Grillo,  è arrivata prestissimo all’ospedale Cardarelli di Napoli. Una visita che ha come obiettivo quello di verificare le condizioni del nosocomio. Il ministro ha parlato con alcuni pazienti che erano sistemati sulle barelle in attesa di essere visitati o di andare a reparto. Si è sincerata delle condizioni dei malati e poi ha chiesto  informazioni al primario del pronto soccorso Fiorella Paladino su come funzionasse il reparto e quali fossero le sofferenze. Evidentemente legate anche all’afflusso di molta  gente in questo periodo di picco dell’influenza.  Al termine della visita al Cardarelli il ministro ha voluti andare  all’ospedale San Giovanni Bosco, che negli ultimi mesi è stato al centro delle polemiche per la presenza di formiche in diversi reparti ed un giorno sì e un giorno pure finisce sui giornali e in tv  anche per altre porcherie come appalti mai fatti e proroghe di appalti da 15 anni, struttura disgustosa che cade a pezzi, parcheggio in mano alla camorra. E poi, non è previsto, ma ha trovato il tempo, Giulia Grillo è andata al Vecchio Pellegrini che da giorni è nella bufera per una povera donna, Anna Siena, andata al pronto soccorso per ben due volte e uscita morta. Anna si è vista diagnosticare una sciatalgia e una colica, poi è deceduta perchè aveva un feto morto in grembo.

Nel complesso il ministro Giulia Grillo, come potete ascoltare anche nella sua dichiarazione in video,  sostiene di aver  “incontrato al Cardarelli degli operatori eccezionali ma che lavorano in una condizione complicatissima: l’afflusso di cittadini è enorme ed è dovuto ad una programmazione sconsiderata poichè sono tante altre strutture sono state chiuse. Così le persone si ammassano al Cardarelli, dove, tra l’altro, c’è una rianimazione con 22 posti, troppo piccola per affrontare tutte le richieste”. Stessa analisi per il Vecchio Pellegrini. Dove il  Ministro della Salute ha criticato la programmazione della Regione ed esaltato il lavoro fatto da medici e infermieri in condizioni davvero disastrose di lavoro. Il ministro è stata accompagnata in questo pellegrinaggio tra luoghi di sofferenza, dolore e degrado dalla consigliera regionale del M5S Valeria Ciarambino. La Grillo ha deciso invece di  non andare all’Ospedale San Giovanni Bosco, al centro negli ultimi mesi dello scandalo formiche, per una questione di opportunità. Forse in questo sarà stata persuasa anche dal colonnello dei carabinieri del Nas Vincenzo Maresca che l’ha accompagnata nel corso della sua visita napoletana. “C’è un’indagine della magistratura – ha spiegato – ed è inutile sovrapporre l’azione del ministero, rispettiamo la magistratura. Ci andrò quando saranno finite le indagini. Poi vedremo se è come dice il presidente De Luca, una cosa è certa: i pazienti in mezzo alle formiche non ci devono stare e il problema si deve risolvere”. Grillo ha anche replicato all’accusa del governatore campano Vincenzo De Luca sul mancato stralcio dai fondi per l’edilizia ospedaliera di otto milioni di euro per la ristrutturazione del San Giovanni Bosco: “Dai dati dell’ufficio di programmazione – ha detto – risulta che gli otto milioni per fare i lavori al San Giovanni Bosco non ci sono mai stati richiesti. Noi abbiamo stanziato 7 milioni per gli ospedali dell’Asl Napoli 1, incluso il Pellegrini. Poi però se iniziano a fare i lavori come qui al quarto piano e non li finiscono dovete chiederne conto al direttore generale che viene nominato dal presidente della Regione”.

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Scoperti a Torino tre falsi dentisti e sequestrati quattro studi

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L’operazione, denominata ‘Sorriso amaro’, ha portato la guardia di finanza di Torino, coordinata dalla Procura, alla scoperta di tre falsi dentisti che gestivano quattro studi odontoiatrici nel capoluogo piemontese. I falsi professionisti erano privi di titolo di studio e non erano in possesso di autorizzazioni per l’esercizio della professione medica. Le indagini, svolte dai finanzieri del 1° Nucleo Operativo Metropolitano, reparto guidato dal capitano Elisa Viterale, avevano già consentito, nello scorso aprile, di individuare e chiudere tre studi dentistici, che erano stati aperti in diversi quartieri del capoluogo piemontese, dove operavano gli indagati in collaborazione tra loro.

Grazie tariffe vantaggiose, erano riusciti a garantirsi competitività e attrattiva sul mercato. Uno degli indagati, nonostante il primo sequestro, aveva mantenuto i suoi clienti e riorganizzato l’attività sotto forma di società di capitali a lui intestata. Una sorta di clinica poliambulatoriale dotata di un direttore sanitario ma proseguendo, di fatto e autonomamente, il solo illecito esercizio della professione odontoiatrica.

L’inchiesta ha consentito di appurare che le prestazioni odontoiatriche svolte erano avvallate dal rilascio di certificati medici recanti prescrizioni terapeutiche e di medicinali, corredate del timbro di un inconsapevole professionista iscritto presso l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Torino, totalmente estraneo ai fatti. Secondo gli investigatori l’illecita attività, a partite dal 2023, ha portato all’incasso di circa un milione di euro.

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Uccisa nel Casertano, Cassazione annulla ergastolo per il marito

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La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna all’ergastolo pronunciata dalla Corte di assise di appello di Napoli nei confronti del 42enne Michele Marotta, accusato dell’omicidio della moglie, Maria Tedesco, 33 anni, commesso a San Felice a Cancello (Caserta) l’11 novembre del 2020. La Suprema Corte, nonostante il diverso avviso del procuratore generale, ha accolto il motivo di ricorso presentato dal difensore di Marotta, l’avvocato Dario Vannetiello, annullando senza rinvio la pena del carcere a vita, e rideterminandola in 26 anni e mezzo di reclusione. In primo grado la Corte d’Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere – era il 21 febbraio 2022 – aveva inflitto a Marotta proprio la pena di 26 anni e mezzo per omicidio aggravato dalla crudeltà, dai futili motivi e dalla premeditazione, poi però la procura sammaritana fece ricorso e la Corte d’Assise d’Appello di Napoli comminò l’ergastolo.

Oggi la Cassazione è tornata dunque alla prima condanna, e determinante nella decisione di annullare la sentenza di secondo grado è stato un cavillo giuridico scoperto dal legale di Marotta; l’impugnazione del pm, accolta in appello, avrebbe dovuto infatti essere dichiarata inammissibile perché il pubblico ministero non avrebbe potuto impugnare la sentenza emessa in primo grado nel punto in cui riteneva equivalenti le attenuanti generiche con le aggravanti contestate. Marotta uccise la moglie in una stradina sterrata di Cancello Scalo, frazione di San Felice a Cancello, sparandole sei colpi di pistola da distanza ravvicinata.

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Investimento a Lido di Camaiore, automobilista arrestata

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È finita agli arresti domiciliari, con l’accusa di omicidio stradale plurimo e lesioni gravissime, la donna che ieri ha investito con una Mercedes Gla a Lido di Camaiore (Lucca) sei persone, tra cui due giovani tedesche, entrambe decedute; Jasmine Bousnina avrebbe compiuto 19 anni fra un mese, mentre Elis Donmez avrebbe compiuto 18 anni domenica prossima. La polizia stradale e la procura di Lucca stanno conducendo gli accertamenti per chiarire come sia potuto accadere un incidente così grave. La donna alla guida dell’auto, Katia Pereira Da Silva, 44enne brasiliana che vive a Viareggio, è risultata negativa agli accertamenti per verificare se fosse alla guida in stato di ebbrezza o avesse assunto stupefacenti.

Andava certo a una velocità “molto elevata” lungo la via Italica, come specificato in una nota firmata dal procuratore Domenico Manzione, nella quale però non si fanno ipotesi specifiche sul perchè, dopo aver investito le due vittime e una loro amica all’altezza dell’incrocio con via Roma Capitale, salendo con l’auto sul marciapiede, la conducente abbia poi proseguito “la marcia per circa 250 metri, senza fermarsi e senza ridurre la velocita, andando prima ad impattare contro” un “palo del semaforo che abbatteva, quindi travolgendo altri tre pedoni per poi concludere la propria corsa quando urtava due veicoli in sosta”. Secondo quanto poi appreso sembra che l’auto, dopo aver investito le tre ragazze, avrebbe proseguito lungo la strada per poi risalire sul marciapiede, urtando poi il palo e investendo le altre tre persone, tutte di nazionalità francese. Nell’immediatezza la 44enne sarebbe apparsa in stato confusionale e avrebbe detto di non esserci accorta di nulla.

Con lei sulla Mercedes, auto che sarebbe stata presa a noleggio e ora è sottoposta a sequestro, viaggiava un’altra donna a sua volta finita in ospedale. L’unica illesa nell’incidente la 44enne: in ospedale è stata portata per gli esami tossicologici. Dei feriti portati in ospedale, si spiega dagli inquirenti, “due sono stati dimessi in mattinata, mentre altri tre sono ancora ricoverati ma, al momento, non sono in pericolo di vita”. Oggi qualcuno ha lasciato dei fiori nel luogo dove sono morte le due giovani tedesche, che facevano parte di una scolaresca proveniente da Duisburg, alloggiata in un hotel del Lido di Camaiore da dove la comitiva è ripartita stamani. In ricordo delle due ragazze domani a Camaiore sarà lutto cittadino: gli uffici comunali si fermeranno alle 12 per un minuto di silenzio con invito ad attività e comunità a fare altrettanto. Lo ha deciso il sindaco Marcello Pierucci che questo pomeriggio ha reso noto di voler contattare il primo cittadino di Duisburg “per esprimere il cordoglio e le condoglianze da parte di tutta la città”.

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