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Biden trema, s’indaga sugli affari del figlio Hunter in Cina

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Arrivano le prime grane per Joe Biden sulla cui testa, a poco piu’ di un mese dal suo insediamento alla Casa Bianca, arriva la tegola delle indagini sul figlio Hunter, con alcuni repubblicani che invocano la nomina di un procuratore speciale per evitare che con la futura amministrazione tutto venga insabbiato. E si’, perche’ le indagini sarebbero di piu’ ampia portata rispetto a quanto rivelato dallo stesso secondogenito del presidente eletto degli Stati Uniti. Nel mirino infatti ci sarebbero non solo questioni fiscali, ma anche gli affari di Hunter in Paesi stranieri come la Cina, col sospetto di operazioni volte persino al riciclaggio di denaro. Ad essere coinvolte sarebbero le procure di diversi Stati Usa, oltre a quello del Delaware dove la famiglia Biden risiede. In campo anche l’Fbi, viste le preoccupazioni degli 007 per le transazioni con alcuni attori stranieri, vedi quelli legati a Pechino. Le varie indagini erano pero’ state in qualche modo ‘congelate’ per non condizionare la campagna elettorale. E non e’ chiaro se in tale contesto si siano rivelati importanti i contenuti del misterioso laptop attribuito ad Hunter e ritrovato in Delaware: una circostanza usata per mesi da Rudy Giuliani, avvocato personale di Donald Trump, per alimentare una campagna di sospetti. Fatto sta che le dichiarazioni dei redditi e la documentazione fiscale del figlio dell’ex vicepresidente Usa sarebbero al vaglio anche della sezione che si occupa di frodi finanziarie di una delle corti distrettuali di New York, mentre ad indagare sui legami con Paesi stranieri e sul possibile riciclaggio sarebbero gli investigatori federali sia in Delaware sia nella capitale Washington. Ma un’inchiesta per sospetti reati finanziari sarebbe stata aperta anche da una corte distrettuale della Pennsylvania: quest’ultima riguarderebbe anche il fratello minore del presidente eletto, James Biden, coinvolto in alcuni affari legati alla gestione di un ospedale. Non c’e’ comunque alcuna indicazione che il futuro inquilino della Casa Bianca sia a sua volta indagato. Sebbene le ombre che si allungano sulla famiglia rischiano di mettere in grave difficolta’ l’ex vicepresidente, con Trump che durante la campagna elettorale ha accusato i Biden di “corruzione” per aver condotto affari piu’ o meno loschi sfruttando le loro connessioni. Senza contare le presunte pressioni su Kiev per far licenziare il procuratore che indagava sulla societa’ ucraina Burisma, nel cui board sedeva proprio Hunter Biden. “Il 10% degli elettori avrebbe cambiato il proprio voto se avessero saputo prima”, il post di alcuni commentatori conservatori immediatamente ritwittato da Trump. Ma la strada per Biden si complica anche sul fronte delle nomine e dei possibili conflitti di interesse. Un problema in vista delle conferme in Senato ma anche per l’ostilita’ dell’ala progressista del partito democratico. Nel mirino ora c’e’ Anthony Blinken, scelto come segretario di Stato: sarebbe, insieme ad altri ex responsabili dell’amministrazione Obama, tra i cofondatori di una societa’ di consulenza che ha lanciato un fondo per investire nel settore della sicurezza e della difesa. Fondo nel cui portafoglio ci sarebbero per lo piu’ start up tecnologiche e di raccolta ed elaborazione dati che hanno ottenuto contratti dal governo Usa, compresi alcuni accordi con il Pentagono e con la Cia. Blinken infine sarebbe anche coinvolto nella societa’ di investimenti tra i cui consulenti figura Lloyd Austin, l’ex generale nominato da Biden segretario alla Difesa.

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Attacco di Hezbollah in Libano, feriti quattro militari italiani della missione UNIFIL

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Quattro militari italiani impegnati nella missione di pace UNIFIL in Libano sono rimasti feriti a seguito di un attacco alla base situata nel sud del Paese. Fonti governative assicurano che i soldati, che si trovavano all’interno di uno dei bunker della base italiana a Shama, non sono in pericolo di vita. Le autorità italiane e internazionali hanno espresso forte indignazione per l’accaduto, mentre proseguono le indagini per ricostruire la dinamica dell’attacco.

UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LIBANO. SOLDATI DELLE NAZIONI UNITE  (FOTO IMAGOECONOMICA)

La dinamica dell’attacco

Secondo le prime ricostruzioni, due razzi sarebbero stati lanciati dal gruppo Hezbollah durante un’escalation di tensioni con Israele. Al momento dell’attacco, la base italiana aveva attivato il livello di allerta 3, che impone ai militari l’utilizzo di elmetti e giubbotti antiproiettile. La decisione si era resa necessaria a causa della pericolosità crescente nell’area, teatro di scontri tra Israele e Hezbollah.

Un team di UNIFIL è stato inviato a Shama per verificare i dettagli dell’accaduto, mentre il governo italiano monitora attentamente la situazione.

UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON. FOTO IMAGOECONOMICA ANCHE IN EVIDENZA

Le dichiarazioni del ministro Crosetto

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha commentato con durezza l’attacco, definendolo “intollerabile”:

“Cercherò di parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi UNIFIL come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile”.

Crosetto ha inoltre sottolineato la necessità di proteggere i militari italiani, impegnati in una missione delicata per garantire la stabilità nella regione.


La solidarietà del Presidente Meloni

Anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso solidarietà ai militari feriti e alle loro famiglie, dichiarando:

“Apprendo con profonda indignazione e preoccupazione la notizia dei nuovi attacchi subiti dal quartier generale italiano di UNIFIL. Desidero esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e del Governo ai feriti, alle loro famiglie e sincera gratitudine per l’attività svolta quotidianamente da tutto il contingente italiano in Libano. Ribadisco che tali attacchi sono inaccettabili e rinnovo il mio appello affinché le parti sul terreno garantiscano, in ogni momento, la sicurezza dei soldati di UNIFIL”.


Unifil: una missione per la pace

La missione UNIFIL, operativa dal 1978, ha il compito di monitorare il cessate il fuoco tra Israele e il Libano, supportare le forze armate libanesi e garantire la sicurezza nella regione. L’attacco alla base italiana evidenzia la crescente instabilità nell’area e i rischi a cui sono esposti i caschi blu impegnati nella missione di pace.

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La trumpiana Greene lavorerà con Musk e Ramaswamy a taglio costi

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La trumpiana di ferro Marjorie Taylor Greene collaborerà con Elon Musk e Vivek Ramaswamy come presidente di una commissione della Camera incaricata di lavorare con il Dipartimento dell’efficienza. “Sono contenta di presiedere questa nuova commissione che lavorerà mano nella mano con il presidente Trump, Musk, Ramaswamy e l’intera squadra del Doge”, acronimo del Department of Government Efficiency, ha detto Greene, spiegando che la commissione si occuperà dei licenziamenti dei “burocrati” del governo e sarà trasparente con le sue audizioni. “Nessun tema sarà fuori dalla discussione”, ha messo in evidenza Greene.

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Pam Bondi, fedelissima di Trump a ministero Giustizia

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Donald Trump nomina la fedelissima Pam Bondi a ministra della Giustizia. L’ex procuratrice della Florida ha collaborato con il presidente eletto durante il suo primo impeachment. “Come prima procuratrice della Florida si è battuta per fermare il traffico di droga e ridurre il numero delle vittime causate dalle overdosi di fentanyl. Ha fatto un lavoro incredibile”, afferma Trump sul suo social Truth annunciando la nomina, avvenuta dopo il ritito di Matt Gaetz travolto da scandali a sfondo sessuale. “Per troppo tempo il Dipartimento di Giustizia è stato usato contro di me e altri repubblicani. Ma non più. Pam lo riporterà al suo principio di combattere il crimine e rendere l’America sicura.

E’ intelligente e tosta, è una combattente per l’America First e farà un lavoro fantastico”, ha aggiunto il presidente-eletto. Bondi è stata procuratrice della Florida fra il 2011 e il 2019, quando era governatore Rick Scott. Al momento presiede il Center for Litigation all’America First Policy Institute, un think tank di destra che sta lavorando con il transition team di Trump sull’agenda amministrativa. Come procuratrice della Florida si è attirata l’attenzione nazionale per i suoi tentativi di capovolgere l’Obamacare, ma anche per la decisione di condurre un programma su Fox mentre era ancora in carica e quella di chiedere al governatore Scott di posticipare un’esecuzione per un conflitto con un evento di raccolta fondi.

La nomina di Bondi arriva a sei ore di distanza dal ritiro di Gaetz dalla corsa a ministro della Giustizia dopo le nuove rivelazioni sullo scandalo sessuale che lo ha travolto. Prima dell’annuncio, l’ex deputato della Florida era stato contattato da Trump che gli aveva riferito che la sua candidatura non aveva i voti necessari per essere confermata in Seanto. Almeno quattro senatori repubblicani, infatti, si era espressi contro e si erano mostrati irremovibili a cambiare posizione. Il nome di Bondi, riporta Cnn, era già nell’iniziale lista dei papabili ministro alla giustizia stilata prima di scegliere Gaetz. Quando l’ex deputato ha annunciato il suo passo indietro, il nome di Bondi è iniziato a circolare con insistenza fino all’annuncio.

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