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Cronache

Berlusconi, a Napoli si indaga su 3 testimoni della difesa dell’ex premier: sono dipendenti del senatore-albergatore di Ischia De Siano

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La Procura di Napoli sta indagando sui alcuni testimoni degli avvocati della difesa di Silvio Berlusconi in relazione al procedimento giudiziario conclusosi in Cassazione con la condanna dell’ex premier a 4 anni di reclusione per evasione fiscale. Lo scrive Il Fatto Quotidiano. Il fascicolo, affidato al sostituto procuratore Maria Di Mauro, al momento, non prevede ipotesi di reato. L’attività d’indagine, che è appena iniziata, nasce da un esposto presentato lo scorso 29 maggio da Antonio Esposito, il presidente del collegio che pronuncio’ la condanna ai danni di Berlusconi. Il giudice, ora in pensione, ha chiesto all’ufficio inquirente partenopeo accertamenti sulle dichiarazioni rese da tre testi della difesa dell’ex premier, allegate al ricorso presentato dai suoi legali alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Si tratta di dichiarazioni risalenti al 3 aprile 2014 (data antecedente all’imputazione di Berlusconi) in cui i tre testimoni (tra cui un cameriere e il responsabile del ristorante di un hotel), tutti dipendenti del coordinatore campano di Forza Italia Domenico De Siano (che e’ anche un albergatore) riferiscono di avere sentito Esposito pronunciare parole offensive all’indirizzo dell’ex cavaliere, frasi del tipo”…A Berlusconi, se mi capita l’occasione, gli devo fare un mazzo cosi’…”. Con la denuncia il giudice Esposito chiede al pm di fare luce sulla veridicita’ di quelle dichiarazioni. Il magistrato, che a causa dei ritardi provocati dalla pandemia e’ stato ascoltato dagli inquirenti lunedi’ scorso, ha inoltre negato di avere proferito frasi di quel tenore.

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Imprenditore campano arrestato in Gallura per frode fiscale

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Avrebbe occultato beni mobili e somme di denaro per oltre 450mila euro e trasferito la sua attività commerciale da Cava De’ Tirreni a Santa Teresa di Gallura per sottrarre i suoi averi al recupero forzoso: un affermato imprenditore campano di 60 anni, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta, frode fiscale e reati tributari. Firmato anche un decreto di sequestro preventivo dei beni finalizzato alla confisca. Le indagini che hanno portato all’applicazione della misura cautelare nei confronti dell’industriale, molto conosciuto nella provincia di Salerno, sono partite dalla Procura di Tempio Pausania e affidate alla tenenza della Guardia di Finanza di Palau e altri reparti. E’ stato così possibile ricostruire la vicenda fiscale dell’imprenditore attivo nel settore del commercio di abiti da cerimonia. A Santa Teresa di Gallura, attraverso il figlio, gestiva un bar ristorante, dichiarato poi fallito nel luglio del 2021.

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Napoli, sede Pd vandalizzata nella notte. Indagini in corso

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Questa mattina i carabinieri sono intervenuti in via Domenico Cirillo 30, in seguito a una segnalazione ricevuta al numero di emergenza 112. L’intervento si è reso necessario dopo che ignoti, probabilmente agendo durante le ore notturne, hanno fatto irruzione nella sede del Partito Democratico della Quarta Municipalità Napoli San Lorenzo.

All’interno del locale, i malintenzionati hanno provocato disordine, mettendo a soqquadro gli spazi. Nonostante i danni causati, dalle prime verifiche effettuate non sembrerebbe che siano stati sottratti oggetti di valore o documenti importanti.

Sul posto sono intervenuti gli specialisti del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, che hanno effettuato i rilievi tecnici necessari per raccogliere elementi utili all’identificazione dei responsabili. Le indagini sono attualmente in corso per risalire agli autori dell’atto vandalico e chiarire le motivazioni dietro l’accaduto.

Questo episodio si aggiunge a una serie di atti vandalici e intimidatori registrati negli ultimi tempi in diverse città italiane, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori misure di tutela per le sedi di partiti e associazioni sul territorio.

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Cronache

Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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