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Basta Calhanoglu, l’Inter batte l’Arsenal e vola

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Un rigore, un gol e una serata di sofferenza con le unghie e con i denti: l’Inter batte l’Arsenal grazie al solito glaciale Calhanoglu dal dischetto e resta saldamente nelle prime posizioni della classifica unica di Champions League (10 punti che valgono il quinto posto), con il mirino che resta fisso verso la qualificazione diretta agli ottavi. In una serata da battaglia, Inzaghi cambia cinque titolari rispetto alla gara col Venezia, con il ritorno di Calhanoglu a metà campo e vari big Bastoni, Dimarco, Barella e Thuram in panchina in avvio.

Ma nonostante le scelte di formazione quella dell’Inter è una partenza sprint, visto che dopo nemmeno due minuti Zielinski crossa per Dumfries, stop e esterno destro che sbatte sulla traversa. Passano 40 secondi e Calhanoglu dalla distanza sfiora il palo con una gran conclusione di destro. L’Inter fa la partita, l’Arsenal si limita ad una fase di attesa chiudendo gli spazi. In ripartenza ci prova anche Taremi, cross bass su cui la difesa inglese chiude all’ultimo su Lautaro. A poco a poco però l’Arsenal guadagna metri e convinzione.

Il primo tentativo inglese è di Saka, con un mancino centrale che non preoccupa Sommer. Il portiere svizzero rischia grosso con un’uscita a vuoto coi pungi in cui colpisce Merino, ma l’arbitro Kovacs e il Var lasciano correre su un’episodio che stando al metro dei fischietti italiani sarebbe stato da calcio di rigore. L’Inter in ripartenza prova a farsi vedere, cross di Frattesi per Taremi ma il colpo di testa dell’iraniano termina alto. Ma è proprio Taremi a creare l’occasione per i nerazzurri per sbloccare la gara, quando allo scadere del primo tempo su una punizione un suo tiro viene respinto con un braccio largo da Merino in area: dal dischetto si presenta Calhanoglu che non sbaglia e porta avanti l’Inter.

Nella ripresa Arteta fa subito capire le intenzioni dei gunners, togliendo Merino per inserire un attaccante come Gabriel Jesus schierando un più offensivo 4-1-4-1. E dopo nemmeno un minuto Martinelli crea subito pericoli per la porta di Sommer, con un mancino a lato da posizione defilato. Soprattutto, a preoccupare la difesa interista è uno schema particolare degli inglesi su calcio d’angolo, con il portiere nerazzurro che non riesce ad uscire ostacolato dagli avversari e diverse potenziali occasioni per gli uomini di Arteta. Non a caso il maggior pericolo per la porta dei padroni di casa arriva proprio da un corner calciato da Saka, con Dumfries che fortunosamente salva sulla riga dopo un rimpallo. Poco dopo, invece, è bravo Sommer a smanacciare un velenoso tiro cross di Havertz.

L’Inter sembra alle corde e Inzaghi prova a correre ai ripari, inserendo tre titolari come Mkhitaryan, Barella e Thuram. L’Arsenal però continua a spingere. Havertz ha sul mancino la palla del pareggio in piena area, ma Bisseck salva tutto con una scivolata disperata. E allora il tecnico nerazzurro si copre ancora di più, con un inedito 5-4-1 togliendo Taremi per inserire Dimarco. Solo che la mossa trasforma il finale ancora di più in un assalto inglese. L’ultimo brivido, però, è su un mancino alto di Nwaneri dal limite: i tre punti sono dell’Inter, che continua a correre in Champions League.

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Tennis: Paolini saluta le Finals, ko con Zheng

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Si chiude con una sconfitta netta la prima partecipazione alle Wta Finals di Jasmine Paolini. Nello ‘spareggio’ contro la cinese Qinwen Zheng, l’azzurra subisce un sonoro ko: chiarissimo il 6-1 6-1 in poco più di un’ora con cui l’asiatica conferma e legittima il suo gran finale di stagione e la supremazia nei confronti della tennista toscana, uscita sempre battuta nei precedenti incontri. Un finale di stagione un po’ amaro, invece, quello di Paolini in singolare, dopo una annata da incorniciare con la conquista di un Masters 1000 ma soprattutto due finali Slam nei due tornei forse più iconici della storia del tennis, Roland Garros e Wimbledon.

Una stagione che l’ha portata alle Finals di Riad da numero 4 del mondo, dietro solo a Sabalenka, Swiatek e Gauff. “Sicuramente sono delusa, è stato un match in cui non sono riuscita a lottare: facevo tanta fatica, ci ho provato ma ero davvero nervosa perché non riuscivo a trovare una soluzione”, il commento amaro di Paolini. “Non va bene – ha aggiunto l’azzurra -, è dura uscire dal campo così, bisogna sempre cercare di trovare delle soluzioni. Mi dispiace aver fatto questa partita, lei è una giocatrice contro cui devo ancora trovare delle soluzioni ma oggi non è stata una giornata positiva”. “Stamattina mi sentivo bene e anche nei primi game del match ho avuto delle chance quando lei non metteva molte prime – le sue parole – Poi ha iniziato a servire benissimo e io nei miei game di servizio facevo fatica: non so come mai ma quando mi giravo il contachilometri era sempre tra i 140-150Km/h.

Così è difficile giocare a questi livelli come ho fatto io oggi”. La sconfitta di oggi è frutto di due combinazioni: il tennis perfetto di Zheng e quello sottotono della tennista di Bagni di Lucca. Un match impeccabile quello giocato dalla cinese: robusta alla battuta, fulminante alla risposta e capace di mantenere altissimo il ritmo dello scambio quando chiamata a farlo dall’azzurra. Cercare di giocare meglio i punti importanti, era questo l’auspicio con cui la toscana era scesa in campo quest’oggi. Una speranza presto frustrata dalle iniziative della sua rivale che fin dall’inizio è riuscita ad alimentare una prestazione pressoché perfetta sotto tutti i punti di vista, impedendo all’azzurra di porre perfino le basi per attuare quello che era il suo piano di gioco. Paolini ha provato a reagire, ma senza successo. Ora resta la consolazione del doppio con Sara Errani. Le azzurre – campionesse olimpiche in carica – domani si giocano l’accesso in semifinale nella sfida contro la taipanese Hao Ching Chan e la russa Veronika Kudermetova.

“Domani col doppio ho un’altra chance di vincere una partita per andare in semifinale, speriamo che vada bene – ha concluso Paolini – Speriamo di entrare un campo meglio di oggi, di avere sensazioni migliori e anche un miglior atteggiamento. Oggi ero davvero troppo nervosa e non vengono mai cose buone quando c’è troppo nervosismo in campo”.

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Il Bologna perde ancora in casa col Monaco

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Ce la mette tutta, ma non basta. Quarta partita senza gol in Champions, per il Bologna e soprattutto terzo ko consecutivo. Dopo le sconfitte con Liverpool e Aston Villa, la squadra di Italiano cade anche al Dall’Ara, al cospetto del Monaco: decisiva la zampata sotto misura di Kehrer, che da azione di corner sfrutta la deviazione di Embolo per siglare la rete da tre punti.

Monegaschi che salgono a quota 10 punti, imbattuti. Il Bologna resta invece a quota un punto, la prima vittoria in Europa deve attendere e la rincorsa ai playoff di Champions a dir poco si complica. Meglio il Monaco nel primo tempo, i rossoblù crescono nella ripresa, mettendo insieme più occasioni, ma senza sfondare: gli sforzi non vengono ripagati al termine di un match generoso e ad alto dispendio energetico.

Fin dall’avvio la squadra del Principato mette sotto il Bologna. E’ la formazione di Hutter a fare la partita, facendo scontare ai rivali la supremazia in atletismo, tecnica e centimetri, con i trequartisti a prendere di infilata centrocampo e difesa dei rossoblù e a non dare riferimenti, scambiandosi spesso di posizione. La squadra di Italiano fatica a prendere le misure e al 15′ Ben Seghir trova il filtrante centrale, sul quale Embolo si libera con una veronica di Beukema e Lucumi prima di andare al tiro: Skorupski devia sul palo. I brividi non sono finiti: Singo, al 20′, su cross di Akliouche segna di testa, ma l’arbitro dopo revisione Var annulla per carica su Skorupski, che poi dice no anche ad Akliouche con la mano sinistra.

E il Bologna? Soffre, ma non rinuncia a provarci: come con Fabbian, che in contropiede si ritrova a tu per tu con Majecki e si vede deviato la conclusione a botta sicura da Mawissa, mentre nel finale Beukema trova la deviazione sotto misura da corner, ma Majecki dice no, mentre Castro si vede annullato un gran gol (conclusione in diagonale) per netto fuorigioco di Ndoye. Il Bologna ci prova, ma sbatte contro Majecki anche nella ripresa con Fabbian.

E proprio quando sembra in controllo, crolla Decisivo un calcio d’angolo e la zampata sotto porta di Kehrer. Delusione rossoblù, che se la gioca ad armi pari con i monegaschi, ma cade ancora: i playoff di Champions sono lontani, ma in fondo è giusto così per una squadra che, in Europa, non riesce proprio a segnare. Se Castro, Orsolini e Dallinga (finora oggetto misterioso) non si svegliano, per i rossoblù sarà difficile, se non impossibile, fare strada in Europa,

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Juventus, pareggio in rimonta a Lille

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La Juventus riscatta solo a metà la sconfitta contro lo Stoccarda, a Lille arriva un pareggio in rimonta. David chiama, Vlahovic risponde (su rigore) e la sfida in Francia si chiude sull’1-1, con qualche rimpianto bianconero: la squadra di Thiago Motta, infatti, crea molto, ma non riesce a concretizzare e sale a quota 7.

E c’è la sensazione di aver lasciato qualche punto di troppo per strada, considerando anche che all’orizzonte ci saranno i confronti con le inglesi Aston Villa e Manchester City. Thiago Motta conferma la sua tendenza a cambiare l’undici di partenza, sono due le modifiche rispetto alla Juve che ha iniziato a Udine: Cabal rileva Savona e Cambiaso trasloca a destra, davanti a lui c’è Conceicao e non Weah. Per il resto sono tante conferme, da Vlahovic come riferimento offensivo alle coppie Gatti-Kalulu e Thuram-Locatelli, mentre Koopmeiners è ancora titolare insieme a Yildiz.

L’attacco del Lille è guidato da David, recentemente accostato proprio ai bianconeri, anche se Genesio ha tante assenze: il terzino destro è Mandi, a centrocampo giocano André e Bouaddi, i centrali di difesa sono Diakité e Alexsandro. Il clima a Lille è infuocato, i bianconeri superano l’impatto ambientale ma nei primi minuti di gara c’è tanto equilibrio in campo, senza grandi occasioni.

Al 24′ la Juve prova ad accelerare, Vlahovic serve Koopmeiners e l’olandese esulta per il gol, ma l’arbitro annulla per fuorigioco netto del serbo. Conceicao e Yildiz provano a sfondare sulle corsie esterne senza riuscirci, la prima accelerazione dei francesi è letale: Zhegrova sfugge via a Cabal e Kalulu buca l’intervento, David si presenta solo davanti a Di Gregorio e realizza l’1-0. Il Pierre-Mauroy diventa una bolgia, la Juve reagisce e torna ad attaccare, con Chevalier autore di un vero e proprio miracolo sulla girata di controbalzo di Vlahovic su cross di Locatelli. Il momento migliore dei bianconero è proprio in chiusura di tempo, la squadra di Thiago Motta trova un altro gol con Koopmeiners con un’azione simile ma la rete è ancora annullata, questa volta per una posizione irregolare di Yildiz.

I due allenatori iniziano la ripresa con gli stessi 22 con cui sono partiti, la Juve torna in campo ancora aggressiva e Chevalier è nuovamente protagonista sul cross velenoso di Conceicao e sulla conclusione di Thuram. Il portoghese entra davvero in partita, al 58′ viene steso in area da capitan André e Vlahovic non sbaglia dal dischetto. Dieci minuti dopo Thiago opta per tre cambi con Savona, McKennie e Weah a rilevare Cabal, Thuram e il bomber serbo, la Juve continua a tenere il pallino del gioco chiudendosi bene dietro, ma senza riuscire a completare la rimonta. E, anzi, c’è bisogno di un intervento di Di Gregorio per respingere il tentativo di Zhegrova, nettamente il migliore in campo del Lille.

L’ultima mossa di Thiago Motta è Mbangula per Yildiz, durante i cinque di recupero un flipper in area francese non viene sfruttato dalla Juve. E’ l’ultima potenziale occasione, in Francia si chiude sull’1-1: Gatti e compagni continuano nella striscia complicata, nelle ultime cinque gare tra campionato e Champions è arrivata soltanto una vittoria.

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