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Balzo casi in 7 giorni, +32%. Contagio corre al Sud

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Nuovo balzo dei casi di Covid-19 che nell’arco degli ultimi sette giorni hanno fatto registrare un +32% a livello nazionale, con i contagi che corrono soprattutto al Sud. E sul fronte ospedaliero a preoccupare sono i dati che indicano una frenata del calo dei ricoveri in terapia intensiva, anche se l’incidenza dei casi sta diminuendo in molte province. Un quadro con numeri ancora in crescita, dunque, mentre si continua a valutare l’opportunita’ di procedere alla quarta dose vaccinale per alcune categorie come gli anziani ed e’ atteso il parere dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Per la seconda settimana consecutiva, evidenzia il monitoraggio della Fondazione Gimbe, si registra un netto incremento dei nuovi casi di Covid ed in 38 province sono rilevati oltre 1.000 contagi per 100.000 abitanti. Dal 16 al 22 marzo sono stati oltre mezzo milione, con un aumento del 32,4%. I contagi corrono in particolare nel Sud Italia, dove sono cresciuti del 42,2%, mentre il nord ovest, il nord est e il centro si attestano intorno al 30% e le isole al 17,7%. Sempre nella settimana dal 16 al 22 marzo, Gimbe registra invece una lieve diminuzione dei decessi: sono stati 924 a fronte dei 976 della settimana precedente. A fronte di questi numeri, salgono i ricoveri in area medica del 5,9% (+496) e calano, anche se in misura minore rispetto alla scorsa settimana, i ricoveri in terapia intensiva (-47), pari a -9,4% rispetto alla settimana precedente. A livello nazionale, inoltre, l’Agenzia per i sevizi sanitari regionali (Agenas) segnala che l’occupazione dei posti nei reparti ospedalieri da parte di pazienti Covid e’ ferma al 14% ma nelle ultime 24 ore raggiunge il 35% in Calabria e altre 5 regioni registrano valori superiori al 20%, ovvero sopra il livello di allerta del 15%. L’occupazione delle intensive, invece, e’ stabile al 5% ed e’ sotto la soglia di allerta del 10% in tutte le regioni. Numeri nuovamente in crescita anche nel bollettino quotidiano del ministero della Salute: sono 81.811 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore (ieri 76.260) e le vittime sono 182 (ieri 153). Il tasso di positivita’ e’ al 15%, in aumento. Sono invece 447 i pazienti in intensiva, 19 in meno rispetto a ieri, ed i ricoverati nei reparti sono 9.029 (+90). Anche se i contagi sono in aumento, frena tuttavia la crescita dell’incidenza in 58 province: secondo l’analisi del matematico Giovanni Sebastiani del Cnr, tra queste ci sono quasi tutte le 43 province cresciute per prime come numero di casi a inizio marzo. Intanto, l’Aifa sta valutando l’opportunita’ di una seconda dose booster dei vaccini anti-Covid per particolari categorie di soggetti ma, considerato il complesso dei dati disponibili, la Commissione tecnico scientifica dell’Aifa ha deciso che sono necessari ulteriori approfondimenti integrando le evidenze scientifiche internazionali con i dati di studi in corso in Italia. Essenziale, afferma la Cts, resta il completamento del ciclo vaccinale. A complicare la situazione sono le varianti del virus: Israele ha annunciato di aver tracciato il primo caso nel Paese della subvariante di Omicron BA.3. L’Oms aveva annunciato che BA.3 era stata tracciata in Sud Africa a gennaio scorso. Una buona notizia arriva invece dall’Agenzia europea dei medicinali, che ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio del mix di anticorpi monoclonali Evusheld, sviluppato da AstraZeneca, per la prevenzione del Covid in adulti e adolescenti prima della potenziale esposizione al virus. Ma il quadro generale resta preoccupante: “I dati – conclude Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – indicano che siamo in una fase di netta ripresa della circolazione virale, seppur eterogenea nel Paese, e per evitare che il rialzo dei casi dia il via ad una 5/a ondata il cui impatto sugli ospedali potrebbe compromettere la roadmap del decreto riaperture, e’ indispensabile imprimere una nuova spinta alla campagna vaccinale in stallo ormai da tempo”.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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