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Ambiente

Australia: successo della fecondazione artificiale dei coralli nella Grande Barriera

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Le popolazioni di coralli della prima sperimentazione di ‘fecondazione in vitro’ (Ivf), avviata nel 2016 nella Grande Barriera Corallina d’Australia, non sono soltanto sopravvissute a recenti eventi di sbiancamento, ma sono sulla buona strada per riprodursi e moltiplicarsi il prossimo anno. La tecnica di recupero sviluppata dal Marine Ecology Research Centre della Southern Cross University del Queensland, comporta la raccolta di sperma e ovuli di coralli durante l’annuale riproduzione annuale di massa nella barriera. Dopo aver coltivato le larve in speciali recinzioni per circa una settimana, gli scienziati guidati dal direttore del Centro di ricerca Peter Harrison, le hanno distribuite in parti della barriera danneggiate dallo sbiancamento e ormai prive di coralli vivi. Gli studiosi hanno usato la tecnica presso Heron Island, al largo della costa centrale del Queensland, dove piu’ di 60 coralli hanno dato inizio alla prima popolazione riprodotta grazie alla tecnica di Ivf. “Questo dimostra che la tecnica di recupero delle larve funzione come previsto e che potremo coltivare coralli anche molto grandi da larve microscopiche entro pochi anni”, ha scritto Harrison sul sito dell’Universita’ dopo una visita al sito di riproduzione all’inizio di dicembre. I nuovi coralli variano in diametro, da pochi centimetri alla grandezza di un piatto da tavola, e sono in buona salute, nonostante un evento di sbiancamento che ha colpito l’area di Heron Island lo scorso marzo. La Grande Barriera Corallina si estende per 2300 km al largo della costa orientale dell’Australia ed e’ stata inclusa dall’Unesco fra i siti del patrimonio mondiale nel 1981 come il piu’ esteso e piu’ spettacolare ecosistema di barriere coralline nel pianeta.

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Ambiente

In 10 anni 146 disastri meteo, agricoltura in ginocchio

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In Italia negli ultimi dieci anni, in particolare dal 2015 al 20 settembre 2024, sono stati registrati 146 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura, pari al 7,4% del totale degli eventi avvenuti nello stesso periodo in Italia. Lo evidenzia il report Città Clima – speciale Agricoltura di Legambiente realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol – indicando che “preoccupa in particolare l’accelerata degli ultimi due anni 2023-2024, con 79 eventi meteo estremi con danni al settore, che è oltre la metà del totale registrato negli ultimi 10 anni. Sei le regioni più colpite: Piemonte con 20 eventi, seguito da Emilia-Romagna (19), Puglia (17), Sicilia e Veneto (ciascuna con 14), Sardegna (11) con danni alle produzioni di frutta, ortaggi, mais, barbabietole, frutteti e vigneti che sono stati sradicati.

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Ambiente

Trovato un ecosistema preistorico fossile in Valtellina

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Orme di anfibi e rettili, ma anche piante, semi, impronte di pelle e persino gocce di pioggia: è un vero e proprio ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria, quello scoperto nel Parco delle Orobie Valtellinesi in provincia di Sondrio. Riportato alla luce dallo scioglimento di neve e ghiaccio causato dal cambiamento climatico, conserva tracce di vita risalenti a 280 milioni di anni fa. I primi reperti, recuperati pochi giorni fa a 3.000 metri di quota con una spettacolare operazione supportata da un elicottero, sono stati mostrati per la prima volta al Museo di Storia Naturale di Milano.

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Copernicus: 2024 l’anno più caldo, sforerà limite 1,5 gradi

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Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale sarà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali, probabilmente più di 1,55 gradi. Lo scrive in un comunicato il servizio meteo della Ue, Copernicus.

“L’anomalia media della temperatura globale per i primi 10 mesi del 2024, da gennaio ad ottobre – scrive Copernicus -, è stata di 0,71 gradi superiore rispetto alla media 1991-2020: è la più alta mai registrata per questo periodo, e di 0,16 gradi più alta dello stesso periodo del 2023”.

Secondo il servizio meteo della Ue, “è ora virtualmente certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. L’anomalia della temperatura media per il resto del 2024 dovrebbe crollare quasi a zero perché il 2024 non risulti l’anno più caldo”. Inoltre, prosegue Copernicus, “dato che il 2023 è stato 1,48 gradi sopra il livello pre-industriale, è virtualmente certo che la temperatura globale annuale per il 2024 sarà di più di 1,5 gradi sopra il livello pre-industriale, ed è probabile che sarà superiore di più di 1,55 gradi”.

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