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Audio e video, le prove israeliane: il razzo caduto sull’ospedale di Gaza che ha causato quasi 500 morti è di Hamas

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 Video, immagini satellitari, infografiche. Anche una telefonata tra due miliziani di Hamas che sembrano quasi stupirsi dell’errore che ha causato la morte di centinaia di persone. Israele ha pubblicato e diffuso con ogni mezzo – compresi i social – “le prove che a colpire l’ospedale di Gaza è stato il lancio fallimentare di un razzo della Jihad islamica”. Il gruppo palestinese ha negato la sera stessa ogni responsabilità nell’esplosione che, secondo le autorità della Striscia, è costata la vita a 471 persone, un numero “gonfiato” secondo Israele. Mentre Hamas sfrutta la situazione per aizzare gli animi del mondo arabo contro il nemico. Ma nel frattempo l’esercito israeliano ha esaminato i “sistemi operativi” e “le informazioni di intelligence di fonti diverse” che avvalorano la tesi del “razzo difettoso”, tanto più – sostiene – che non c’erano aerei di Israele sulla zona in quel momento.

“Confermiamo che in quella circostanza non ci sono stati attacchi israeliani”, ha affermato il portavoce militare Daniel Hagari. La prima “prova” pubblicata nella notte è stato un video della tv Al Jazeera, basata in Qatar, in cui si intravede nel buio quello che sembra un vettore che poi si infiamma sui cieli di Gaza, seguito a breve da un’esplosione a terra. “Controllate bene prima di accusare Israele”, è stato il monito dell’Idf che accompagna il video in un post su X. Anche la tv israeliana Canale 12 ha pubblicato poi le immagini delle sue telecamere fisse che dalla città di Netivot, a ridosso del confine con la Striscia, puntano su Gaza, sostenendo in sostanza la stessa cosa: “Alle 18.59 diversi razzi sono stati lanciati dalla Striscia verso gli insediamenti israeliani. Dopodiché, si vede che il lancio di uno dei razzi fallisce e cade sull’ospedale di Gaza provocando l’esplosione”, ha spiegato l’emittente.

L’altro elemento che Israele ha posto all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale è che il razzo caduto non avrebbe colpito l’ospedale, ma il parcheggio esterno dove si vedono auto bruciate. L’esercito ha pubblicato foto del prima e dopo, mostrando la distanza tra il parcheggio, il luogo dell’esplosione e gli edifici. E ha messo a confronto le immagini del cratere visibile nel parcheggio, che appare limitato, con quello di raid israeliani compiuti altrove il 16 ottobre che hanno lasciato buchi sul terreno di 7 e 19 metri di larghezza. Con un altro video, girato da un drone sull’ospedale la mattina seguente, l’Idf ha quindi insistito che “i danni del razzo della Jihad sono nel parcheggio vicino e non assomigliano a un cratere causato da un attacco aereo. Inoltre gli edifici attorno all’ospedale non sono stati danneggiati.

Questa – ha enfatizzato – è un’ulteriore prova che le forze israeliane non hanno colpito quest’area”. Ma la pistola fumante per l’esercito israeliano sarebbe la telefonata tra due miliziani di Hamas, intercettata poco dopo la strage, nella quale uno informa l’altro che il razzo era stato lanciato dalla Jihad islamica: “Lo hanno sparato dal cimitero dietro all’ospedale di Al-Ma’amadani, ha fatto cilecca ed è caduto su di loro”. “Viene da noi?”, chiede stupito il suo interlocutore. “Così sembra. Stanno dicendo che il proiettile del missile è un proiettile locale e non un proiettile israeliano”, risponde il primo. Dopo un breve momento di silenzio, quasi incredulo, l’altro impreca: “Ma santo Dio, non poteva trovare un altro posto per esplodere?”.

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Medjugorje, il Vaticano oggi fornirà una valutazione sulle presunte “apparizioni” della Vergine Maria

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Il Vaticano sta per fornire la sua attesa valutazione sulle presunte “apparizioni” della Vergine Maria nel villaggio di Medjugorje, situato nel sud della Bosnia. Dopo quasi 15 anni di studi, giovedì il cardinale Víctor Manuel Fernández, a capo dell’ufficio dottrinale del Vaticano, terrà una conferenza stampa sull’argomento, che il Vaticano ha definito “l’esperienza spirituale di Medjugorje”.

Dal 1981, sei bambini e adolescenti affermano di aver avuto visioni della Madonna, visioni che, secondo alcuni di loro, continuano regolarmente. Questo ha reso Medjugorje una meta di pellegrinaggio per milioni di credenti cristiani. Tuttavia, le apparizioni non sono mai state riconosciute ufficialmente dal Vaticano, che ha più volte espresso dubbi sulla loro autenticità.

Papa Francesco ha dichiarato che, pur avendo dubbi sulle visioni attuali, non si può negare l’impatto spirituale di Medjugorje sui pellegrini. Nonostante ciò, il Vaticano ha chiarito che non dichiarerà l’autenticità delle visioni, ma fornirà un orientamento dottrinale che permetta ai fedeli di esprimere la loro devozione senza contraddire la fede.

L’annuncio del Vaticano avrà un impatto significativo su Medjugorje, un luogo che dipende fortemente dal turismo religioso, con il 2024 previsto come un anno record di visite.

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Hezbollah sotto attacco, un colpo strategico senza precedenti del Mossad e delle Israel Defense Forces

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Le esplosioni che hanno recentemente colpito Hezbollah tra Libano e Siria hanno inflitto un durissimo colpo al “Partito di Dio”. Migliaia di feriti, una milizia disorientata e la catena di comando vulnerabile: questo è il quadro che emerge dalle operazioni orchestrate dall’intelligence israeliana, che ha ottenuto un risultato devastante senza ricorrere a un singolo attacco convenzionale. In pochi minuti, il Mossad e i servizi delle Israel Defense Forces (IDF) hanno messo in ginocchio la milizia guidata da Hassan Nasrallah, un risultato che in una guerra tradizionale sarebbe stato possibile solo dopo una lunga e costosa serie di attacchi.

Gli esperti sottolineano come questo attacco abbia reso temporaneamente inabili al combattimento migliaia di miliziani di Hezbollah, con ospedali e basi libanesi sovraffollati di feriti. Le esplosioni non hanno causato un elevato numero di morti, ma i danni fisici riportati dai membri della milizia sono stati gravi: ferite profonde, amputazioni, perdita della vista e dell’udito. Molti di questi combattenti non torneranno operativi prima di alcune settimane o mesi, mentre altri non saranno più in grado di combattere.

Un attacco non letale ma devastante

Le esplosioni, pur non essendo mortali, hanno causato danni significativi alle capacità operative di Hezbollah. Le testimonianze riportano ferite devastanti: mani esplose dopo aver afferrato i cercapersone, mutilazioni, e gravi traumi fisici che segneranno questi miliziani per tutta la vita. Questo non solo riduce il numero di combattenti pronti all’azione, ma li rende facilmente identificabili per le forze di intelligence israeliane, aumentando il rischio per Hezbollah.

La crisi della leadership e l’incubo logistico

Per Nasrallah, questo attacco rappresenta un vero incubo. La difficoltà nel rimpiazzare rapidamente i feriti, mantenendo un livello operativo efficiente, è una delle principali preoccupazioni. A differenza di altre organizzazioni, Hezbollah non può semplicemente reclutare chiunque: ha bisogno di combattenti addestrati, molti dei quali hanno già partecipato alle operazioni in Siria o hanno lanciato missili contro Israele. Inoltre, la base di reclutamento è limitata alla comunità sciita, in particolare ai fedeli di Nasrallah, escludendo il movimento Amal, complicando ulteriormente il processo di rimpiazzo.

Un colpo alla comunicazione: l’offensiva digitale

Uno degli effetti più gravi di questo attacco è la paralisi delle comunicazioni all’interno del movimento. Hezbollah, nel tentativo di evitare cyberattacchi, aveva recentemente abbandonato l’uso dei cellulari in favore dei cercapersone (pager), considerati più sicuri. Tuttavia, questo sistema si è rivelato vulnerabile, e ora l’organizzazione si trova in difficoltà. Senza cercapersone, dovrà tornare a utilizzare vecchi sistemi di comunicazione, come linee telefoniche obsolete, che sono facilmente intercettabili da Israele e da altri avversari.

La sfida per Hezbollah è dunque doppia: da un lato, gestire una crisi umanitaria e militare senza precedenti; dall’altro, trovare nuovi metodi di comunicazione sicuri e immediati. Questo scenario di paralisi inquieta i vertici del movimento, soprattutto in vista di un possibile attacco terrestre da parte di Israele.

Questo attacco non convenzionale ha dimostrato la potenza strategica dell’intelligence israeliana, capace di infliggere un duro colpo a Hezbollah senza entrare direttamente in conflitto armato. Il “Partito di Dio” si trova ora in una posizione estremamente vulnerabile, e la capacità di reagire sarà cruciale per il suo futuro.

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Venezuela, El Pais: saccheggiati 4 miliardi di petrolio

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La compagnia pubblica Petroleos del Venezuela S.A. (PDVSA) sarebbe al centro di uno dei maggiori scandali di corruzione nel Paese. Secondo un’inchiesta pubblicata dal quotidiano spagnolo El País, un gruppo di ex gerarchi chavisti e imprenditori ha saccheggiato circa 4,2 miliardi di dollari (oltre 3,7 miliardi di euro) alla compagnia. Questo colossale furto non ha solo colpito le finanze dell’azienda, ma ha anche avuto un impatto devastante sull’economia venezuelana, sostiene il quotidiano.

Lo schema di corruzione è stato operativo tra il 2007 e il 2012, durante i governi dell’ex presidente Hugo Chávez. I coinvolti, tra cui alti funzionari di PDVSA e imprenditori legati al regime, hanno utilizzato una complessa rete di tangenti e commissioni illegali per dirottare fondi. Aziende, principalmente cinesi, pagavano commissioni fino a un 10% per aggiudicarsi contratti milionari con la compagnia statale Uno dei personaggi chiave in questo intrigo è Diego Salazar, cugino dell’ex ministro di Energia ed ex presidente di PVDSA, Rafael Ramírez. La rete di corruzione non includeva solo funzionari e impresari: tra di loro c’erano regine di bellezza, ambasciatori, attrici e avvocati.

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