Gli inquirenti danesi e svedesi che indagavano sul caso hanno mollato la presa archiviando il procedimento, ma quelli tedeschi no. E, a due anni dal clamoroso attacco con esplosivo ai gasdotti di Nord Stream, viene alla luce che, da due mesi a questa parte, c’è un primo mandato di cattura: la misura è a carico di Volodymyr Zhuravlov, un sub ucraino di 44 anni, di cui si sono però perse le tracce dopo un soggiorno in Polonia. Stando alle informazioni pubblicate da Sueddeutsche Zeitung, die Zeit e Ard, ci sarebbero inoltre altri due indagati, sempre ucraini, fondatori di una scuola di sub, per la quale il connazionale tuttora ricercato lavorava. Un team di professionisti delle immersioni marine non solo altamente qualificati, ma anche profondamente patriottici, a quanto si capisce dal sito di “Scuba family”: dove si dicono pronti a fare “il possibile e l’impossibile per la vittoria” di Kiev contro gli invasori russi. Il lavoro degli inquirenti tedeschi ha subito però una frenata, probabilmente non casuale, in Polonia.
Ad agevolare Zhuravlov ad uscire dai radar della giustizia potrebbe aver infatti influito proprio la lentezza degli inquirenti polacchi che non hanno proceduto all’arresto richiesto dalla Procura federale tedesca, lasciando che i termini del mandato di cattura europeo scadessero dopo 60 giorni. Che la richiesta fosse giunta è stato confermato dalla procura polacca alla Dpa, senza ulteriori commenti. Ma la sensazione degli inquirenti in Germania, si legge nella ricostruzione dei fatti pubblicata dalla SZ, “è che i colleghi polacchi fossero poco collaborativi”. Del resto, il Paese oggi guidato da Donald Tusk è sempre stato ostile ai progetti legati a Nord Stream, i gasdotti che prima della guerra in Ucraina permettevano l’approvvigionamento di gas russo alla Repubblica federale. Il sub a cui si dà la caccia si sarebbe trovato a bordo dello yacht a vela “Andromeda”, il cui nome era già emerso mesi fa, insieme a un gruppo di cinque persone, di cui avrebbero fatto parte anche i due proprietari della scuola di sommozzatori, Jewhen U., il trainer, e sua moglie Switlana.
La coppia aveva alle spalle immersioni in mezzo mondo, dal Mar Rosso all’Oceano indiano, dalle coste della Turchia a quelle messicane e thailandesi, racconta Sz. E per gli inquirenti è plausibile che i tre fossero membri della spedizione nel Mar Baltico, che fece esplodere tre tubi di Nord Stream 1 e 2 a 80 metri di profondità, il 26 settembre 2022, nelle acque dell’isola di Bornholm, dopo un’odissea di 18 giorni. Per eseguire un’impresa del genere, ricorda ancora il giornale, si è sempre immaginato che fosse necessaria una mano militare in azione, ma non è ancora chiaro chi avrebbe dato mandato ad agire agli indagati. Per Berlino resta importante fare chiarezza su quell’attentato, ma la cancelleria non si aspetta frizioni con Kiev. Il sostegno all’Ucraina resta inalterato, ha assicurato il portavoce di Olaf Scholz in conferenza stampa, “continueremo a supportare gli ucraini finché sarà necessario” di fronte all’aggressione russa.