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Cronache

Assalto armato con ruspe ad un furgone portavalori nel Barese, i banditi bruciano mezzi per proteggersi la fuga. Rapinati 2,5 milioni di euro

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Spettacolare rapina  compiuta verso le 7.30 ad un furgone portavalori dell’Ivri mentre percorreva la statale 96, nei pressi di Mellitto nel Barese. Un commando armato ha bloccato il mezzo e per chiudere la strada ritardando l’arrivo delle forze dell’ordine, ha dato fuoco a due mezzi pesanti messi lungo la carreggiata. Una tecnica militare già sperimentata in altri assalti sempre al Sud. In altri periodi gli assalti erano funzionali al reperimento di fondi per finanziare la lotta armata. E gli assalti venivano pianificati, spesso, con le stesse tecniche cui abbiamo assistiti in questi mesi in altri attacchi armati a furgoni portavalori per razziare anche milioni di euro. Di certo chi mette a segno queste rapine non è un bandito qualunque o un criminale sprovveduto. Nulla viene lasciato al caso. Per aprire il portavalori, i banditi hanno poi utilizzato delle ruspe. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco e un’ambulanza del 118. Al momento non si sa se all’interno del mezzo ci fossero soldi o preziosi. Sul posto ci sono i carabinieri di Altamura.

E’ di 2,3 milioni di euro l’ammontare del bottino della rapina al portavalori. Il furgone era diretto a Matera e trasportava i soldi destinati agli uffici postali per il pagamento delle pensioni. Ad agire, secondo il racconto di testimoni, sarebbe stato un commando di 4 o 5 persone armate e mascherate, che dopo l’assalto si sono allontanate su un’automobile di grossa cilindrata. A quanto si e’ appreso, i rapinatori avevano gia’ da tempo posizionato lungo la strada nei pressi del luogo dell’agguato le ruspe che sono state usate per sfondare il blindato e arrivare alla cassaforte. Le ruspe che non hanno dato nell’occhio in quanto sul quel tratto di strada sono in corso lavori sulla carreggiata.

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Cronache

Bambino investito e ucciso alla periferia di Perugia

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Un bambino di pochi anni è morto dopo essere stato investito in strada alla periferia di Perugia. L’incidente è avvenuto nella zona di San Sisto. Sono in corso accertamenti della polizia locale per ricostruire quanto successo.

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Eredità Agnelli: disposti sequestri per 74 milioni

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E’ stato disposto dalla procura di Torino un sequestro di beni preventivo per 74 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta che ruota intorno all’eredità di Gianni Agnelli. Il provvedimento riguarda i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen.

Il sequestro è stato disposto da un gip del tribunale di Torino su richiesta della procura ed è finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di beni mobili e immobili fino a 74,8 milioni. A eseguire il provvedimento è stata incaricato il nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino della guardia di finanza. Il fascicolo è aperto per dichiarazione fraudolenta e truffa ai danni dello Stato.

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Cronache

Camorra: il pentimento shock di Luisa De Stefano, la boss del rione Pazzigno

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È un vero colpo di scena quello che emerge dalle aule di giustizia napoletane: Luisa De Stefano, leader indiscussa del gruppo camorristico delle “pazzignane”, ha deciso di collaborare con la giustizia dopo otto anni di detenzione. La notizia, riportata oggi dal Corriere del Mezzogiorno, getta nuova luce sulle dinamiche criminali di San Giovanni a Teduccio, rione di Napoli Est, dove il gotha della camorra era solito emettere le sue sentenze di morte.

Il nome di Luisa De Stefano è stato associato a crimini. Siamo in un quartiere dove sono stati commessi due omicidi di spicco  nel 2016: quello di Francesco Esposito, affiliato al gruppo Piezzo, e di Raffaele Cepparulo, scissionista del rione Sanità. Quest’ultimo agguato, avvenuto in un circolo ricreativo di via Cleopatra, costò la vita anche all’innocente Ciro Colonna, appena 19enne. De Stefano, durante una serie di udienze, ha ammesso le proprie responsabilità e ha iniziato a fornire dettagli preziosi sul ruolo del suo gruppo e dei clan rivali.

Secondo le prime dichiarazioni della neo pentita, le riunioni per decidere le sorti delle vittime avvenivano su una scala condominiale, fuori dall’abitazione di Ciro Rinaldi, storico capo dell’omonimo clan. Luisa De Stefano, tuttavia, poteva permettersi il lusso di dare del tu ai capi della malavita e di partecipare attivamente alle decisioni di vita e di morte.

Il suo pentimento, consumato in due udienze consecutive, potrebbe rappresentare un duro colpo per il cartello criminale di Napoli Est e segnare un’importante svolta nelle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia.

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