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Cronache

Assalto a portavalori a colpi di Kalashnikov nel Milanese

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Un commando in piena regola, col volto coperto da passamontagna, entrato in azione alle 7 e 30, quando ancora c’era parzialmente buio e che non si e’ impaurito nemmeno quando una guardia giurata che stava ritirando l’incasso del supermercato Eurospin di Cologno Monzese, nel Milanese, ha sparato alcuni colpi in aria. Anzi, con freddezza, hanno disarmato il suo collega, a cui hanno rubato la pistola, e lo hanno sostanzialmente preso in ostaggio impedendo all’altro vigilante di reagire. Il colpo, messo a segno con due pistole e un mitragliatore Kalashnikov (quest’ultimo un ‘classico’ degli assalti ai furgoni portavalori) probabilmente, pero’, non e’ andato bene del tutto. L’ipotesi dei carabinieri del Gruppo di Monza e’ quella che volessero impossessarsi di tutto il denaro a bordo del furgone che stava facendo il giro per prelevare il denaro dalle casse e non solo di quella sacca con circa 20mila euro che sono riusciti a strappare dalle mani delle guardie giurate, prima di scappare nei campi nei pressi del supermercato. E’ quasi certo che, al limite dei terreni agricoli, li aspettasse un complice con il motore acceso. Gli investigatori stanno cercando di capire chi siano questi professionisti attraverso i rilievi scientifici e le immagini acquisite dalle telecamere di sorveglianza. L’episodio ricorda da vicino quello accaduto alle fine del 2017 sempre a Cologno. In quel caso, pero’, furono i rapinatori a sparare colpi d’arma da fuoco, uno dei quali si conficco’ in una parete di un ufficio postale, senza ferire nessuno. Erano in due ad aver preso d’assalto un furgone con le guardie giurate e, secondo le testimonianze, parlavano italiano, riuscendo a prendere i sacchi nel furgone. Ben piu’ consistente il bottino: intorno ai centomila euro. L’ultimo assalto a furgone portavalori, questa volta nel Monzese, a Lissone e’ pero’ del luglio dell’anno scorso, all’esterno di un ‘Compro oro’ di Lissone (Monza). Gli autori erano due uomini in sella a uno scooter, col volto coperto da caschi integrali, armati di pistola, che avevano sorpreso i due vigilantes mentre stavano salendo a bordo e si erano impossessati due sacchi di denaro dal negozio.

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Cronache

Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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Cronache

‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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