Il nuovo prefetto di Napoli si chiama Marco Valentini. Arriva dall’ufficio legislativo del Viminale. La nomina è del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. È una scelta tecnica di profilo alto. Dal punto di vista politico, Valentini andrà bene a tutti perchè non lo voleva nessuno a Napoli. Palazzo di Governo di piazza Plebiscito era dal primo gennaio vacante perché era andata in pensione il prefetto Carmela Pagano. Il prefetto Valentini resterà a Napoli due anni. Poi andrà in pensione anche lui. Il suo sarà l’ultimo giro. Il nuovo prefetto “occuperà” la sua nuova sede a partire da martedì prossimo. Forse vedrà i giornalisti per uno scambio di saluti. Non è un uomo espansivo, è di poche parole, non ama apparire, rifugge i riflettori. “Esprimo grande soddisfazione per il nuovo incarico di prefetto di Napoli. Sono fortemente motivato ad operare per il bene della città”. Eh già!. È questa la nota stampa che Valentini ha affidato al Viminale per salutare Napoli. Un prestampato che sa di burocratese viminalizio. Ma questo è Valentini.
Quello che leggete di seguito è il curriculum del neo prefetto di Napoli Marco Valentini
Nato a Roma il 24 settembre 1956, si laurea in giurisprudenza presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza”. Nel 1985 entra nei ruoli della carriera prefettizia, con incarico presso l’Alto Commissariato Antimafia. Dal 1992 al 2004 svolge la propria attività presso la Presidenza del consiglio dei ministri, quale direttore dell’Ufficio legale della struttura di appartenenza, curando l’attività di consulenza legale nel settore dell’intelligence per la sicurezza della Repubblica. Dal 1997 al 2004 è direttore responsabile della rivista di intelligence “Per Aspera Ad Veritatem”.
Il 22 luglio 2010 lascia l’incarico presso il Gabinetto del ministro dell’Interno e, nominato prefetto, è destinato a Lecco. Nell’aprile 2012 assume l’incarico di prefetto di Grosseto e, il 26 luglio 2013, le funzioni di direttore dell’Ufficio per l’amministrazione generale del dipartimento di Pubblica Sicurezza. È autore di numerose pubblicazioni. In particolare, con altri, “I Servizi di informazione e il segreto di Stato” (Giuffré, 2008), “Etica del Management” (Ipse, 2009), “Breviaria di Diritto Penale” (Editoriale scientifica, 2016). Nel 2017 ha pubblicato “Sicurezza della Repubblica e democrazia costituzionale” (Editoriale scientifica, 2017). Nel 2018 ha curato, con M. Caligiuri “Materiali di intelligence” (Rubbettino, 2018), con L. Falco “Dialogo sul futuro del Ministero dell’interno” (Editoriale scientifica, 2018) e contribuito al volume collettaneo “Storie di commissari prefettizi” (Editoriale scientifica, 2018). Sul versante della narrativa, quest’anno ha pubblicato “Quando sale la notte” (Editoriale Scientifica, 2019), cui è stato conferito il premio di cultura Orsello, sezione testimonianze, per il 2019 e, per lo stesso editore “Domenico Sica, magistrato, Alto Commissario, prefetto” (2019).
Dal 2014 insegna diritto penale presso la facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il 23 dicembre 2016 il Consiglio dei ministri ne ha disposto la nomina a direttore dell’Ufficio Affari legislativi e Relazioni Parlamentari del ministero dell’Interno.
È Direttore Responsabile del quadrimestrale d’informazione istituzionale “Itinerari Interni, percorsi normativi dell’Amministrazione dell’interno”.