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Politica

Arriva nuova proposta intesa su Csm, Iv-Lega frenano

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Intesa di massima raggiunta alla riunione di maggioranza con il ministro della Giustizia Marta Cartabia sulla riforma del Csm: c’e’ un accordo sulla carta sui punti che erano rimasti irrisolti come il passaggio di funzioni tra giudici e pm, che verra’ limitato ad un solo cambio, e il sistema elettorale del Csm. Il ministro e’ soddisfatto per l’intesa raggiuta nel merito: “Sui contenuti ci siamo, la maggioranza ha condiviso i punti che si e’ impegnata a sostenere”. Ma, pur plaudendo allo “spirito costruttivo” mette in guardia sulle resistenze dei partiti: “Il paese e il Presidente Mattarella si aspettano la riforma”. Un si’ convinto al nuovo testo viene da Fi e Azione. Ma l’insistenza di Iv sulla questione del sistema elettorale e le perplessita’ della Lega a non contraddirsi sui quesiti referendari, come la separazione delle carriere, fanno scattare l’allarme rosso del Pd. Italia Viva e Lega mostrano freddezza per l’ultima versione dell’intesa sulla riforma e fanno sapere di mantenere, al momento, i loro emendamenti. Silvio Berlusconi mette in chiaro: “Forza Italia si aspetta un ampio dibattito in Parlamento senza che venga posta la questione di fiducia”. Ed anche i magistrati protestano. “E’ un accordo che peggiora sensibilmente un impianto gia’ denso di criticita’ “e’ il drastico il giudizio del segretario dell’Anm Salvatore Casciaro, preoccupato di trasformare le toghe in “burocrati” e che boccia la mediazione sull’unico cambio di funzioni: “E’ una separazione delle carriere camuffata”. L’Anm critica anche il sorteggio delle Corti d’appello ma soprattutto il “fascicolo di performance”. Giudizi che provocano l’altola’ della Lega: “La casta minoritaria dei magistrati di sinistra non puo’ continuare a condizionare la vita di un intero Paese”. I dem invece mostrano allarme per i riflessi politici dell’impasse e non nascondono la loro irritazione per la rigidita’ espressa da Lega e Italia Viva. “E’ stata raggiunta un’intesa, ma un grande nodo politico resta ancora aperto: due forze politiche di maggioranza ancora non ritirano gli emendamenti sui quali c’e’ parere contrario del governo e resta l’ambiguita’ su come voteranno in commissione. Questo non e’ accettabile” protesta Anna Rossomando. IV intende infatti discutere le sue proposte in Commissione, che tornera’ a riunirsi lunedi’. La questione resta quella del sistema elettorale. L’accordo raggiunto dalla maggioranza prevede un sorteggio delle Corti d’appello per andare a formare i collegi elettorali: il sistema resta maggioritario binominale con un correttivo proporzionale. Ma non basta a Iv che vuole un sistema elettorale a sorteggio temperato. “E’ l’ unica strada per un cambio di passo” avverte Cosimo Ferri che nella sostanza rimprovera al governo di non voler risolvere alla radice il nodo delle correnti. E lancia quindi una proposta alternativa per cercare una “soluzione idonea a rappresentare anche le voci della magistratura silenziose e indipendenti. E cioe’ un sistema proporzionale puro”. E’ una proposta su cui ci sarebbe anche una certa apertura del M5s. Iv quindi annuncia che i suoi emendamenti restano: “li vogliamo discutere” dice Catello Vitiello. Quanto alla Lega, invece, il problema e’ sulla separazione delle funzioni. L’ultima versione del testo di riforma prevede che sia possibile solo una volta nella carriera di un magistrato cambiare funzioni da giudice a pm e viceversa. La scelta andra’ fatta entro un arco temporale di 10 anni, ma il limite non varra’ se le funzioni sono esercitate nel settore civile. Alla domanda su come avrebbe votato in Commissione, il partito di Via Bellerio, si racconta, non avrebbe preso un impegno esplicito e questo avrebbe irrigidito anche il M5s. “La strada del vero cambiamento passa dai referendum” chiarisce la senatrice Giulia Bongiorno, responsabile Giustizia della Lega, mostrando tuttavia disponibilita’: “sosteniamo il ministro Cartabia che sta cercando un punto di equilibrio tra partiti”. “C’e’ una trattativa in corso. Riteniamo che non sempre il governo debba cedere solo sulle posizioni di Pd e 5Stelle” le fa eco Riccardo Molinari.

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Psi, per Regionali in Campania lista aperta al riformismo e al futuro del Sud

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Il segretario regionale del Psi, Michele Tarantino ha convocato una riunione insieme ai membri della direzione nazionale di Napoli(Antonio Demitry, Roberto De Masi, Pasquale Sannino e Antonella Marciano, Felice Laudadio), al consigliere regionale socialista, Andrea Volpe, Marco La Monica, Felice Iossa e Giulio Di Donato, per discutere il nuovo percorso politico del Partito Socialista Italiano in vista delle Regionali 2025. Il PSI lancia un appello a tutte le forze riformiste, ai movimenti civici e a quei cittadini “che non si sentono rappresentati dagli attuali partiti ma vogliono contribuire a costruire una proposta politica innovativa, inclusiva e concreta.

La lista socialista è pronta ad accogliere le istanze di chi desidera un Mezzogiorno più forte, coeso e protagonista di un’Italia moderna e solidale. Invitiamo tutte le realtà riformiste, associative e civiche, e i cittadini che non si riconoscono nei partiti tradizionali a unirsi alla nostra lista e al nostro progetto. Insieme possiamo costruire una Campania e un Mezzogiorno più giusti, moderni e capaci di rispondere alle sfide del futuro”. “La recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale delle proposte di autonomia differenziata rende evidente la necessità di ripensare il regionalismo in Italia”.

Il PSI “intende aprire un dibattito serio e costruttivo su questo tema cruciale per il futuro del Mezzogiorno. A gennaio, avvieremo una grande Conferenza sul Regionalismo, coinvolgendo esperti, rappresentanti istituzionali e cittadini. Sarà un’occasione per elaborare proposte innovative che coniughino equità territoriale, efficienza amministrativa e solidarietà tra i territori, garantendo risorse e opportunità uguali per tutti”. “Guardando alle elezioni regionali del 2025, il PSI invita tutto il centro-sinistra ad avviare un dialogo aperto e costruttivo per definire un programma condiviso e ambizioso, così come indicato dal Segretario Nazionale, Enzo Maraio. È necessario rispondere insieme alle sfide della Campania, con particolare attenzione a temi come la giustizia sociale, la sanità, il lavoro, l’ambiente e il rilancio del Mezzogiorno. L’obiettivo è costruire una coalizione forte e coesa, in grado di offrire ai cittadini una visione chiara e condivisa per il futuro della Regione”, conclude la nota.

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Università e ospedali plurisecolari su francobolli Italia

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Tre universita’ e cinque ospedali ”storici” italiani compariranno sui francobolli italiani. L’emissione dedicata alle università e’ stata emessa oggi e riguarda le universita’ di Napoli, Trieste e Firenze. La serie dedicata agli ospedali comparira’ invece il 24 novembre prossimo e riguardera’ ospedali di Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Le vignette dei francobolli (tutti validi per la posta ordinaria) mostrano per le universita’:

  • -una prospettiva della facciata principale dell’Università degli Studi di Napoli” Federico II” istituita il 5 giugno 1224 dall’Imperatore del Sacro romano Impero;
  • -su uno sfondo che riprende i colori istituzionali del centenario dell’Università degli Studi di Trieste, una rivisitazione del logo dell’anniversario che raffigura, un’illustrazione al tratto, l’edificio centrale dell’Ateneo;
  • -l’ingresso del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze che, nel 2024, celebra i 100 anni dalla sua fondazione; Per gli ospedali le vignette mostrano;
  • -ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: il Loggiato di ingresso, progettato da Bernardo Buontalenti nel 1574, in cui è visibile l’affresco “Annunciazione” del XVII secolo attribuito al Pomarancio; -ospedale civile Santi Giovanni e Paolo di Venezia;
  • – il Portego delle Colonne della Scuola Grande di San Marco a Venezia (1485-1495);
  • -Ca’ granda ospedale maggiore policlinico di Milano: la Sala del Capitolo d’estate, edificata nel 1637 su progetto di Francesco Richini, che ospita l’archivio storico;
  • -ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma: le Corsie Sistine risalenti al XV secolo; -ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli: la Farmacia storica degli Incurabili con i vasi in maiolica del 1747-1751.

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Giustizia, stretta sulle toghe politicizzate e sui reati informatici: il decreto del governo in arrivo

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La riforma della giustizia torna al centro del dibattito con il nuovo decreto che il governo si appresta a varare lunedì prossimo in Consiglio dei Ministri. Tra le novità principali, spiccano due misure destinate a far discutere: l’introduzione di sanzioni per i magistrati che non rispettano il dovere di astensione in casi di conflitto di interesse e una stretta sui reati informatici e sul dossieraggio illegale.

Sanzioni per le toghe politicizzate

Il decreto introduce una nuova norma che obbliga i magistrati a astenersi dal giudicare su questioni rispetto alle quali si sono già espressi pubblicamente attraverso editoriali, convegni o social network. In caso di violazione, il Consiglio Superiore della Magistratura potrà adottare sanzioni che vanno dall’ammonimento alla censura, fino alla sospensione.

Secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, questa norma intende tutelare il principio di imparzialità della magistratura, un obiettivo che la maggioranza considera fondamentale per garantire l’equilibrio tra i poteri dello Stato.

La misura ha già suscitato polemiche tra le toghe e riacceso il dibattito sulla presunta politicizzazione della magistratura. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha espresso preoccupazione per quella che definisce un’“invasione di campo” da parte del governo.

La questione delle migrazioni e il caso Silvia Albano

La norma sulle toghe politicizzate sembra trarre origine da recenti tensioni tra il governo e alcune sezioni della magistratura, in particolare sui temi legati all’immigrazione. Emblematico il caso della giudice Silvia Albano, che aveva criticato l’accordo tra Italia e Albania sui migranti, trovandosi poi a giudicare direttamente su questa materia.

Albano, presidente di Magistratura Democratica, è stata bersaglio di critiche da parte della maggioranza per la sua posizione pubblica contro il “decreto Paesi sicuri”. La sua decisione di non convalidare il trattenimento di 12 migranti nel centro italiano in Albania ha sollevato ulteriori tensioni.

Stretta sui reati informatici e dossieraggi

Il decreto affronta anche il problema dei reati informatici, introducendo nuove misure per contrastare l’accesso abusivo ai database pubblici. Tra le novità principali:

  • Arresto in flagranza per chi viola sistemi informatici di interesse pubblico, militare o legati alla sicurezza nazionale.
  • Trasferimento delle indagini sui reati di estorsione tramite mezzi informatici alla procura Antimafia, guidata da Giovanni Melillo.

Queste misure arrivano in risposta a recenti scandali legati al dossieraggio illegale, come l’indagine della DDA di Milano sulla “centrale degli spioni” che trafugava dati sensibili da banche dati governative, coinvolgendo figure politiche di primo piano come la premier Giorgia Meloni.

Un antipasto per la riforma delle carriere

Questo decreto rappresenta solo l’inizio di un più ampio progetto di riforma delle carriere di giudici e pm che il governo sta portando avanti in Parlamento. La maggioranza intende ridefinire i rapporti tra i poteri dello Stato, nonostante le inevitabili polemiche con la magistratura.

Secondo il ministro Nordio, l’obiettivo è garantire un sistema giudiziario più equo e trasparente, ma l’ANM e altre voci critiche temono che queste misure possano indebolire l’autonomia delle toghe.

Un Natale caldissimo per la giustizia italiana

Le nuove norme, che toccano temi delicati come la gestione dell’immigrazione, i reati informatici e l’imparzialità dei magistrati, promettono di accendere il dibattito politico e giudiziario. Il governo va avanti, ma il confronto con le toghe e le associazioni di categoria si preannuncia acceso.

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