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Cronache

Arresti domiciliari per Luigi Cesaro, ex senatore: era destinatario di una misura cautelare

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È agli arresti domiciliari Luigi Cesaro, ex senatore di Forza Italia che non si è ricandidato alle politiche dello scorso 25 settembre: era destinatario della misura cautelare nell’ambito di indagini su presunte relazioni con il clan camorristico Puca di Sant’Antimo, Napoli.  Una volta decaduto da parlamentare gli è stata notificata l’ordinanza. I reati contestati: concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale. L’indagine portò nel giugno 2020 all’esecuzione di 59 misure cautelari. Coinvolti, oltre a Luigi Cesaro, anche il fratello Antimo. Secondo gli investigatori della Dda e del Ros di Napoli, Luigi e Antimo Cesaro avrebbero rappresentato nel tempo gli interlocutori e interfaccia nei rapporti tra il clan camorristico Puca e la politica locale. Nel dicembre scorso  la Giunta elezioni e immunità parlamentari del Senato aveva negato l’autorizzazione a procedere per gli arresti domiciliari.

“Confermiamo che il senatore Luigi Cesaro, in coerenza con le scelte adottate da tempo in ordine alla rinuncia alla candidatura e pertanto all’immunità parlamentare, si è recato, da noi accompagnato, presso i carabinieri per consentire l’immediata notifica e l’esecuzione dell’ordinanza cautelare a suo carico”. Lo affermano il professor Alfonso Furgiuele e l’avvocato Michele Sanseverino difensori del senatore Cesaro, rinviando alle notizie d’agenzia sull’applicazione dei domiciliari all’ex parlamentare di Forza Italia. “Da questo momento – aggiungono i legali – il nostro assistito potrà dedicarsi interamente alla propria vicenda processuale ponendosi completamente a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per contribuire all’accertamento della verità e fornire tutti i chiarimenti necessari a dimostrare la propria estraneità ai fatti contestatigli”.

 

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Cronache

Scarcerato imprenditore che accusa Psoe di tangenti: ho prove

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L’imprenditore Victor de Aldama, imputato nel cosiddetto ‘caso Koldo’ sulle presunte tangenti nei contratti milionari per le mascherine durante la pandemia di Covid, ha lasciato questa sera il carcere madrileno di Soto del Real, dov’era detenuto per un’altra inchiesta relativa a una frode di idrocarburi. Del Aldama è stato scarcerato dopo aver ammesso oggi davanti al giudice istruttore del caso Koldo di aver pagato commissioni per 250.000 euro all’ex ministro di Trasporti, José Luis Abalos, e per 100.000 euro a Koldo Garcia, consulente di Abalos, per la compravendita di mascherine nel peggiore periodo della pandemia.

Ha denunciato anche di aver pagato 15.000 euro al numero 3 del Psoe, l’ex responsabile di organizzazione, Dantos Cerdan, che lo ha negato e ha negato di conoscerlo. In dichiarazioni ai cronisti fuori dal centro penitenziario, de Aldama ha fatto riferimento alle sue affermazioni riguardo al presidente del governo, Pedro Sanchez, che – a suo dire – aveva voluto conoscerlo per ringraziarlo di quanto aveva fatto a favore di imprenditori spagnoli in Messico. “Mi ha chiamato delinquente e personaggio” ha detto l’imprenditore riguardo al premier, che oggi ha definito “totalmente false” le accuse.

“Quante prove vuole, non deve preoccuparsi il signor Sanchez, avrà prove di tutto quello che è stato detto”, ha aggiunto. E, alla domanda se l’incontro con il premier, documentato in una foto pubblicata il 3 novembre dal quotidiano El Mundo, fosse stato fortuito, ha replicato: “Naturalmente non lo era”. L’imprenditore è indagato in due diverse inchieste in capo al tribunale dell’Audiencia Nacional: una presunta truffa di idrocarburi, per la quale fino a oggi è stato in carcere preventivo; e il così detto ‘caso Koldo’ per i contratti pubblici milionari per la fornitura di mascherine durante la pandemia.

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Cronache

Dati rubati: Del Vecchio jr: ho chiarito la mia posizione

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“Sono soddisfatto dell’interrogatorio in quanto ho potuto chiarire la mia posizione. Auspico che la giustizia faccia il suo corso e che il prima possibile venga richiesta l’archiviazione dell’inchiesta a mio carico per l’insussistenza dei reati contestati”. Lo ha dichiarato dichiarato Leonardo Maria Del Vecchio al termine dell’interrogatorio reso ai pm della Dda di Milano e della Dna, nell’ambito dell’indagine su una presunta rete di cyber spie che ruotava attorno alla Equalize, e nel quele è indagato. L’imprenditore aveva chiesto di essere interrogato per chiarire e difendersi dalle accuse,

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Cronache

Femminicidio di Francesca Deidda a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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