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Cronache

Armi e minori, il lavoro quotidiano dei Carabinieri: allarme violenza giovanile a Napoli

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Una lama impugnata da un 15enne racconta molto. Rivela insicurezze profonde e un senso distorto di potere, spesso alimentato dall’assenza di una famiglia forte, di dialogo o riflessione. È il segnale di una cultura ancora priva di equilibrio, abituata a risolvere i conflitti attraverso la violenza e la prevaricazione.

Le conseguenze devastanti di un coltello nelle mani di un minore

Un coltello nelle mani di un minore non può essere considerato solo un oggetto. L’impatto sull’identità di un ragazzo in fase di crescita può essere devastante, soprattutto se quell’arma diventa strumento di offesa o di morte. I carabinieri del Comando Provinciale di Napoli lavorano costantemente per allontanare queste armi dalle strade e dalle coscienze di chi crede erroneamente che un atto sconsiderato possa risolvere un conflitto.

I Carabinieri in prima linea contro la violenza giovanile

Alle campagne di sensibilizzazione condotte su più piani istituzionali, i militari napoletani affiancano un’azione decisa nelle piazze, nelle strade e nei locali della movida. Negli ultimi giorni, si sono verificati diversi episodi allarmanti. Un 16enne è stato sorpreso in piazzetta Carolina con una pistola da guerra mentre conversava con gli amici. Altri due ragazzini sono stati trovati con coltelli in tasca, come se fosse “normale”.

Controlli intensificati nelle stazioni metropolitane

Oggi, i carabinieri della compagnia Vomero hanno intensificato i controlli nelle stazioni metropolitane del quartiere, utilizzando anche il metal detector. In poche ore, tre giovani sono stati denunciati alla stazione di Piscinola. Il primo, appena maggiorenne, aveva con sé un coltello a serramanico di 15 centimetri, mentre gli altri due, di 15 e 16 anni, portavano pugnali agganciati alla cintura.

Aumento del sequestro di armi: dati preoccupanti

La scusa più comune che usano questi giovani è: “Devo difendermi”. Ma sta prendendo piede una nuova tendenza: l’ignoranza maliziosa. “Non sapevo fosse illegale!”, rispondono in molti. Le ultime tre armi sequestrate si aggiungono a un lungo elenco di sequestri effettuati quest’anno. Da gennaio a settembre 2024, il Comando Provinciale di Napoli ha sequestrato 206 armi da fuoco, 51 in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Le armi da taglio sequestrate sono state 263, con un aumento di 91 unità rispetto all’anno precedente. Inoltre, sono stati sequestrati 90 oggetti utilizzati come armi improprie – mazze, tirapugni e nunchaku – 13 in più rispetto al 2023.

Un trend preoccupante: quasi due armi sequestrate al giorno

Questi dati preoccupanti mostrano come il fenomeno della violenza giovanile e il possesso di armi siano in costante aumento nella provincia di Napoli. La media di armi sequestrate nel 2024 è quasi di due al giorno, un numero allarmante che richiede ulteriori riflessioni e interventi da parte delle istituzioni e della società.

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Cronache

Porto di Napoli, operaio travolto e ucciso da un mezzo meccanico

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Un lavoratore della Magazzini Generali Spa, Antonio Nazzaro, di 60 anni, e’ morto all’interno del porto commerciale cittadino, travolto da un mezzo meccanico. Il fatto e’ avvenuto questa mattina tra le 12 e le 12.30. A dare la notizia, in una nota, la segreteria Filt Cgil Napoli e Campania. “Siamo in attesa che gli organi preposti facciano chiarezza sulla dinamica. Certo e’ – ha dichiarato nella nota il segretario generale Filt Cgil Napoli e Campania, Angelo Lustro – che non si puo’ morire lavorando. L’ennesima tragedia che colpisce i lavoratori portuali del porto di Napoli, ma anche di Salerno e Castellammare di Stabia. Tragedie che non possono e non debbono accadere in un Paese civile come il nostro”.

“Occorre intervenire maggiormente con la prevenzione, il rispetto delle regole, con una maggiore formazione, adeguati strumenti tecnologici e soprattutto con una cultura della sicurezza che va messa al primo posto, per evitare che possano accadere sciagure come questa di oggi – ha aggiunto Lustro. La sicurezza nei luoghi di lavoro e’ un diritto fondamentale e irrinunciabile”. “Nello stringerci al dolore della famiglia del lavoratore – ha concluso la Filt Cgil Napoli e Campania -, riteniamo necessari ed urgenti atti ed interventi concreti da parte di tutti i soggetti che operano nel sistema portuale, perche’ il lavoro non puo’ e non deve significare morte”.

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Cronache

A fuoco zaino, sette studenti intossicati a Napoli

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Lo scorso 4 ottobre, ma la notizia è stata comunicata solo oggi ai carabinieri della stazione Arenella, a Napoli, lo zaino di una studentessa 17enne è andato a fuoco a causa del malfunzionamento di un power bank che era al suo interno e che stava caricando un Ipad. I militari si sono recati nella scuola, un liceo scientifico, e hanno appurato che sempre quel giorno i fumi hanno causato una lieve intossicazione di 7 studenti e due di questi sono stati trasferiti in ospedale con l’evacuazione dell’aula mentre lo zaino venne lanciato dalla finestra. I ragazzi ora stanno tutti bene. Non furono chiamate forze dell’ordine ma oggi i carabinieri sono andati nella scuola e hanno sequestrato ciò che resta del power bank e lo zaino danneggiato.

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Cronache

Pompei, sequestrati dai carabinieri 45 chioschi e gazebo abusivi

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Nella mattinata di oggi a Pompei, i Carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica. Il provvedimento ha coinvolto 63 persone, tutte indiziate del reato di invasione, e riguarda 45 strutture abusive, tra chioschi e gazebo, che occupavano illegalmente diverse zone di Pompei, nelle vicinanze degli ingressi del Parco Archeologico, come piazza Esedra, piazza Anfiteatro e via Roma. Inoltre, un 46° chiosco abusivo è stato sequestrato d’iniziativa dai Carabinieri.

Indagine sull’occupazione abusiva del suolo pubblico

Il provvedimento cautelare è il risultato di un’indagine approfondita coordinata dalla Procura della Repubblica e condotta dai Carabinieri di Torre Annunziata. Le indagini, realizzate attraverso sopralluoghi tecnici e supportate da consulenze specializzate, hanno rilevato anomalie significative riguardo all’occupazione del suolo pubblico da parte degli esercizi commerciali. È stato accertato che i chioschi e i gazebo, pur utilizzati per attività di vendita, avevano assunto caratteristiche di strutture non amovibili, stabilmente ancorate al suolo, configurando quindi un’occupazione abusiva e permanente.

Violazioni urbanistiche e mancanza di titoli concessori

Le indagini hanno confermato l’assenza di regolarità urbanistica delle strutture, che erano state realizzate in violazione dei vincoli gravanti sulle aree di interesse archeologico. Inoltre, è emersa la totale assenza di titoli concessori necessari per l’occupazione legittima del suolo pubblico. Questa situazione di illiceità è stata mappata in modo dettagliato dai Carabinieri, che hanno individuato i responsabili delle strutture abusive. Nessuno degli indagati aveva mai ottenuto provvedimenti concessori o di sanatoria per l’occupazione del suolo pubblico, che si è protratta per anni.

Il sequestro e la chiusura delle strutture

Il sequestro preventivo si è reso necessario per far cessare il reato di occupazione abusiva di suolo pubblico. Le operazioni di sequestro hanno portato alla chiusura di tutti i chioschi e gazebo interessati, con l’apposizione dei sigilli e di cartellonistica monitoria. L’obiettivo è ora procedere allo sgombero e alla rimozione delle strutture abusive.

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