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Arianna Meloni: io e Lollobrigida ci siamo lasciati

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Arianna Meloni, sorella della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha confermato la fine della sua relazione con Francesco Lollobrigida, attuale Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, in un’intervista rilasciata a *Il Foglio*. Le parole di Arianna Meloni sono state chiare e sincere: “Sì è vero, non stiamo più insieme da un po’”. Tuttavia, ha tenuto a sottolineare che, nonostante la separazione, rimane un profondo affetto e rispetto reciproco tra i due.

Nella sua dichiarazione, Arianna ha elogiato Lollobrigida, definendolo una persona solida, onesta e dotata di una grande preparazione, capace di lavorare “500 ore al giorno”, come si usa dire a Roma per descrivere qualcuno estremamente dedito al proprio lavoro. Ha inoltre aggiunto: “Per Lollo mi butterei nel Tevere, come si dice a Roma”, esprimendo così un sentimento di affetto che va oltre la fine della relazione amorosa.

Arianna ha voluto chiarire che, nonostante la separazione sentimentale, il loro progetto politico prosegue senza intoppi. Questo conferma la loro volontà di continuare a collaborare e lavorare insieme nell’ambito delle loro rispettive carriere, mantenendo un rapporto personale solido e basato su una stima reciproca immutata.

Tuttavia, Arianna Meloni ha posto l’accento sul fatto che l’amore è “un’altra cosa”, indicando una distinzione netta tra i sentimenti personali e la sfera professionale e politica. “L’affetto e la stima rimangono intatti. Per ora è così”, ha dichiarato, lasciando intendere che, nonostante la fine della loro storia, il rispetto reciproco e la collaborazione rimangono fondamentali.

Infine, Meloni ha chiesto rispetto per la loro privacy, sottolineando che questa vicenda riguarda esclusivamente loro e le persone a cui sono vicini. “E visto che sono affari nostri e ci sono tante persone che amiamo in mezzo, la finirei qui con la curiosità morbosa. Grazie”, ha concluso, esprimendo un desiderio di chiudere il capitolo delle speculazioni mediatiche e proteggere gli affetti più intimi.

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Caso Boccia-Sangiuliano, per Piantedosi ‘un’imboscata’

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Ventiquattrore di silenzio, un vero record da quel 26 agosto in cui con il post che la ritraeva sorridente al fianco dell’allora ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, Maria Rosaria Boccia ringraziava ”per la nomina a Consigliere del ministro per i Grandi eventi”. Di grande c’è il caso che è esploso, che ha portato alle dimissioni di Sangiuliano, e che ora si disperde in mille rivoli mentre il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi lo difende: “È stato vittima di una imboscata”. Un lunghissimo applauso ha sottolineato le parole del ministro che intervenendo ad Avellino alla conferenza programmatica regionale di Fratelli d’Italia ha fatto riferimento alle vicende che hanno portato alle dimissioni il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “E’ stato un ministro di grande valore – ha aggiunto – e oggi, libero da responsabilità di governo, avrà maggiori possibilità di difendere il suo operato e la sua moralità”.

Piantedosi ha rassicurato anche sul G7 “i problemi inerenti la sicurezza dei G7 Cultura a Napoli e Pompei sono identici a quelli che abbiamo affrontato per il G7 Interni a Mirabella Eclano”. Piantedosi ha anche sottolineato, in riferimento alle vicende che hanno portato alle dimissioni di Sangiuliano, che “mai hanno inciso sulla cornice della sicurezza” degli eventi del G7 che si svolgerà a Napoli, con tappa a Pompei, il 20 e il 21 settembre con il nuovo ministro Alessandro Giuli, con la conferma del concerto diretto da Beatrice Venezi mentre si attende la conferma di quello di Andrea Bocelli. Intanto oggi la protagonista, Maria Rosaria Boccia, o meglio il suo biondo avatar, fa ”ciao ciao” con la manina dal suo profilo Instagram che ha raggiunto i 136 mila followers. Posta soltanto un panorama di verdi colline commentato da ”Un attimo di pace” di Eros Ramazzotti, mentre scompare l’ultima storia di ieri, ovvero l’immagine della Stazione Termini. Il primo dei rivoli dell’intricata vicenda arriva al tavolo della Corte dei Conti, e riguarda due trasferte: una a Riva Ligure, l’altra a Polignano. Sono i viaggi di Sangiuliano e Boccia su cui si concentra l’attenzione della Corte dei Conti. E che finiranno per essere approfonditi anche dalla Guardia di finanza appena riceverà la delega a indagare sui “costi” sostenuti dalle casse pubbliche perchè Sangiuliano fosse accompagnato in queste missioni dall’imprenditrice.

Ne scrive il Corriere della Sera . La trasferta a Riva Ligure è avvenuta per la rassegna “Sale in zucca”, l’11 luglio, giorno del compleanno di Boccia: il sindaco ha detto di aver pagato lui le spese di trasporto e soggiorno su indicazione dell’allora numero uno del Mic. Il viaggio a Polignano è avvenuto il 13 luglio per la rassegna “Libro possibile”: in questo caso i costi gli organizzatori hanno messo in conto alla manifestazione aerei, tre stanze d’albergo e pasti. Il secondo rivolo arriva a Frosinone e riguarda la nomina di Fabio Tagliaferri, che sempre Sangiuliano, ha voluto a capo di Ales Spa, come presidente e amministratore delegato. “Io ho il mito di Giorgia Meloni. Mi passo le giornate a vedere i suoi video perché imparo, essendo uno che vuole imparare cerco sempre qualcuno che mi può insegnare. E a me Giorgia insegna”, diceva Tagliaferri in un’intervista a ‘Piazza Pulita’ realizzata a febbraio subito dopo la nomina.

“L’amministratore delegato di Ales non è un critico d’arte – aggiungeva – ma dev’essere un manager che gestisce un’azienda che fattura 100 milioni di euro, e che ha oltre 2500 dipendenti”. Su X il leader di Iv Matteo Renzi allega questa intervista e commenta: “Questo consigliere comunale e autonoleggiatore è l’uomo che Sangiuliano e le Meloni hanno messo alla guida della più grande azienda dei servizi culturali della Repubblica italiana. Milioni di fatturato, migliaia di dipendenti in mano a questo signore: perché? Questo è il governo dei mediocri e dell’amichettismo. Io dico che sul rapporto Tagliaferri – Ales – Sangiuliano – Meloni c’è ancora molto da approfondire. Voi che dite?”

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Economia

Salone di Torino, DR Automobiles Groupe presenta 27 nuovi modelli: 12 anteprime mondiali

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Il Salone dell’Auto di Torino ha visto la partecipazione di DR Automobiles Groupe con un’impressionante esposizione di 27 modelli, tra cui 12 anteprime mondiali. Cinque i brand protagonisti: EVO, DR, Tiger, Sportequipe e ICH-X, che hanno svelato le ultime novità in termini di design, tecnologia e motorizzazioni.

EVO: una rivoluzione in corso Il marchio EVO ha fatto il suo debutto italiano con tre nuovi modelli: EVO 6, EVO Spazio ed EVO 8, che arricchiscono una gamma già completa. La EVO 6 è un SUV sportivo, equipaggiato con un motore 1.5 turbo benzina da 177 CV e un cambio DCT a 7 rapporti, caratterizzato da un design accattivante e interni sofisticati. La EVO Spazio, un monovolume 7 posti, si distingue per il suo tetto panoramico e il motore da 177 CV. Infine, l’EVO 8, il top di gamma, è un SUV a 7 posti con motorizzazioni che raggiungono i 238 CV e un avanzato display da 14,6 pollici.

Evo 6

DR: innovazione e sostenibilità La linea DR Collection è stata rinnovata con nuovi interni per i modelli DR 3.0 e DR 5.0, ma la vera novità è la DR 6.0 Collection Hybrid Plug-in. Questa vettura combina un motore termico da 108 kW con due motori elettrici che offrono un’autonomia di 80 km in modalità elettrica. La tecnologia ibrida permette il recupero di energia in fase di decelerazione e frenata, rendendola un’opzione eco-sostenibile. Il sistema di assistenza alla guida è molto avanzato, con cruise control adattivo, assistenza al mantenimento della corsia e frenata d’emergenza.

DR 6.0 TGDI

Sportequipe: sportività e tecnologia Sportequipe ha presentato le nuove Sportequipe 6 e 7, due SUV incluse da un design sportivo e futuristico. Equipaggiati con un motore 1.6 turbo benzina da 185 CV, offrono dotazioni tecnologiche di alto livello, come paddle al volante e schermi touch all’avanguardia. La Sportequipe 7 si distingue per l’abitacolo spazioso con un tetto panoramico ultrawide.

Sportequipe 6

Tiger: il nuovo marchio in crescita Il nuovo marchio Tiger ha fatto il suo debutto con tre SUV: Tiger Six, Tiger Seven e Tiger Eight, indipendenti da un design moderno e un potente motore 1.5 turbo benzina. I modelli sono dotati di un’ampia dotazione tecnologica, inclusi sistemi di sicurezza attiva e parcheggio automatico, mentre il Tiger Nine, un monovolume 7 posti, si distingue per il suo comfort e spazio interno.

Tiger Six

ICH-X: il fuoristrada di lusso Infine, il brand fuoristrada ICH-X ha svelato il nuovo K3 e il pick-up K4, veicoli robusti e potenti. Il K3, con un motore 2.0 turbo benzina da 245 CV, è dotato di un sistema di trazione integrale avanzato e numerosi sistemi di assistenza alla guida. Il pick-up K4 si presenta con dimensioni imponenti e una capacità di traino di 3500 kg, offrendo allo stesso tempo un allestimento interno di lusso.

ICH-X k3

Il Salone di Torino si conferma un’importante vetrina per DR Automobiles Groupe, che con le sue novità dimostra di puntare su innovazione, sostenibilità e design per conquistare nuovi segmenti di mercato.

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Esteri

Morte di Maradona: rinviato a marzo processo contro i sanitari

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Il processo contro gli operatori sanitari per la morte di Diego Armando Maradona, avvenuta nel 2020, è stato rinviato all’11 marzo. Lo hanno annunciato i tribunali. Si tratta di un nuovo rinvio – la prima udienza era previsto il prossimo ottobre – contro i sanitari accusati di ‘potenziale negligenza’ che avrebbe portato al decesso del fuoriclasse argentino. Il tribunale di San Isidro (a nord di Buenos Aires) “ha accolto la richiesta di rinvio dell’udienza” chiesta dai difensori di tre degli otto imputati, aggiornando il processo all’11 marzo 2025 alle 9:30. Inizialmente previsto per giugno, il processo era già stato posticipato una volta, al 1° ottobre.

Una delle accusate, l’infermiera Gisela Madrid – che fin dall’inizio aveva affermato di aver seguito solo le indicazioni dei medici – aveva chiesto di essere giudicata separatamente e da una giuria popolare. Maradona, icona argentina e leggenda del calcio mondiale, è morto all’età di 60 anni per una crisi cardio-respiratoria il 25 novembre 2020, solo, su un letto medico in una residenza a Tigre, dove era convalescente dopo un intervento neurochirurgico per un ematoma alla testa. Per due volte, nel 2022 e poi in appello nel marzo 2023, i tribunali hanno confermato l’avvio di un processo per l’équipe medica che aveva in cura Maradona. Sono tutti accusati di ‘potenziale negligenza ‘. Tra gli otto professionisti indagati figurano il medico curante (neurochirurgo), un medico clinico, uno psichiatra, uno psicologo, una caposala e infermieri. Il reato di cui sono accusati è punibile con una pena da 8 a 25 anni di carcere.

(Nella foto Maradona con. Leopoldo Luque, medico di Diego)

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