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Appello dell’Oms: vaccinate tutti, rinviare terze dosi

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L’Oms lancia un monito per i Paesi del primo mondo a evitare di essere egoisti sui vaccini contro il coronavirus, e chiede con forza di posticipare la terza dose “almeno fino alla fine di settembre” cosi’ da permettere l’immunizzazione “di almeno il 10% della popolazione” di ogni nazione. L’obiettivo e’ quello di non creare Paesi di serie A e di serie B in un mondo che va verso i 200 milioni di casi con oltre 4,25 milioni di morti. Ma dalla Casa Bianca l’appello e’ stato subito respinto al mittente: “Riteniamo che sia una scelta falsa e che possiamo fare entrambe le cose”, ha detto la portavoce Jen Psaki, aggiungendo che gli Stati Uniti hanno una scorta sufficiente per continuare a distribuire i vaccini all’estero, garantendo allo stesso tempo il richiamo ai suoi cittadini. Intanto, la variante Delta non bada alle frontiere e aumenta i suoi numeri ogni giorno. Ma anche contro questo ceppo “la vaccinazione completa offre un grande livello di protezione”, hanno confermato le autorita’ sanitarie europee Ecdc ed Ema, suggerendo per i soggetti fragili di ridurre l’intervallo fra le dosi. E, per aumentare le proprie scorte, l’Ue ha annunciato la firma di un accordo con la casa farmaceutica statunitense Novavax per assicurarsi altri 200 milioni di dosi, da ottobre prossimo al 2023. Un ordine preventivo le cui consegne sono previste quando l’Ema ne autorizzera’ l’uso. Mentre molti Stati, soprattutto dei Paesi piu’ poveri, ancora arrancano sulle campagne di immunizzazione, sono diversi quelli che hanno gia’ pianificato di mettere in pista il terzo richiamo: Israele ha iniziato a somministrare il ‘booster’ da domenica scorsa, la Germania l’ha annunciato per settembre, la Gran Bretagna pianifica di farlo a stretto giro mentre il dibattito sulla terza iniezione tiene campo in molti Paesi occidentali. Ma “abbiamo urgente bisogno di cambiare le cose: da una maggioranza di vaccini che va ai Paesi ricchi ad una maggioranza che va ai Paesi poveri”, ha chiesto il direttore dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. Un appello rivolto anche ai produttori dei farmaci a “dare priorita’ a Covax”, il piano Onu per un’equa distribuzione delle dosi, e agli influencer come atleti olimpici, investitori, imprenditori, leader religiosi, per “sostenere la nostra richiesta di una moratoria sui richiami fino a settembre”. A far paura e’ la variante Delta che assedia ormai tanti Paesi e che colpisce vaccinati e non. A Tokyo e’ nuovo record di contagi in 24 ore con 4.166 positivi. Anche in Cina salgono ancora i casi – 96 rilevati martedi’ – e Pechino sceglie una stretta sul rilascio dei passaporti ordinari per frenare le partenze verso l’estero. In Iran, esperti sanitari hanno avvertito che i morti giornalieri potrebbero raggiungere oltre quota 800 in poche settimane. In Israele tornano nuove restrizioni che saranno applicate gradualmente, come l’obbligo del ‘Green Pass’ nei luoghi pubblici. Mentre anche il governo tedesco proporra’ ai Laender di consentire a vaccinati e guariti una maggiore liberta’ di movimento. In questo scenario, Ecdc ed Ema ricordano che anche se il vaccino non raggiunge un’efficacia al 100%, “quando avviene l’infezione, puo’ prevenire la malattia grave”. E con la campagna vaccinale che prende piede in Europa “potrebbe essere consigliabile in alcuni casi prendere in considerazione una riduzione dell’intervallo fra la prima e la seconda dose, nei limiti definiti dall’autorizzazione, in particolare per le persone a rischio di Covid-19 grave che non hanno completato il ciclo vaccinale”. In ogni caso, finche’ non sara’ immunizzato un numero maggiore di persone “tutti dovrebbero aderire alle norme nazionali e continuare con le misure di protezione come le mascherine e il distanziamento, compreso chi ha completato il ciclo vaccinale”. Il messaggio delle autorita’ sanitarie e’ chiaro: il vaccino “rimane l’opzione migliore possibile per evitare un aumento dei casi gravi e dei morti”. E sulla basa di questo principio, la Commissione europea ha annunciato la firma di un accordo con la casa farmaceutica Novavax per fornire ai Paesi dell’Unione fino a 200 milioni di dosi del suo vaccino, sviluppato in collaborazione con la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (Cepi).

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Covid, ok Ue a vaccino aggiornato di Moderna contro JN.1

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Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio per la formulazione aggiornata del vaccino contro Covid-19 di Moderna. Il nuovo vaccino è indirizzato contro la variante JN.1. Lo ha reso noto l’azienda. Si attende ora la decisione definitiva della Commissione europea. “Dato che le malattie respiratorie aumentano durante i mesi invernali, è fondamentale che le persone si proteggano vaccinandosi con un vaccino Covid-19 aggiornato”, ha detto in una nota Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna. La raccomandazione di inserire la variante JN.1 nel vaccino di questa stagione era stata espressa dalla Emergency Task Force (ETF) dell’Ema lo scorso aprile e poi confermata dalla stessa agenzia a luglio. Esiste, però, anche una versione del vaccino aggiornata alla variante KP.2 – ceppo discendente da JN.1 – approvata nelle scorse settimane in Usa. L’azienda non ha anticipato quando inizierà la distribuzione del prodotto, ma ha reso noto che l’Unione Europea sta partecipando a una procedura di gara per i vaccini a mRNA attraverso l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).

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La Corte Ue per diritti dell’uomo boccia sanitari novax

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

La Corte europea per i diritti dell’uomo, dopo la Corte Costituzionale italiana, boccia i sanitari novax che durante l’emergenza Covid-19 rifiutarono nel 2021 la somministrazione del vaccino essendo per questo sospesi dalla loro funzione. Con una sentenza pubblicata il 29 agosto, la Corte europea afferma infatti che non vi fu violazione dei diritti, ritenendo “manifestamente infondata” l’accusa di discriminazione. Intanto, il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, invita a non sottovalutare la persistente diffusione del virus ed a proteggere i soggetti fragili. I sanitari che hanno fatto ricorso alla Corte Ue sono 26: 19 sammarinesi, 6 italiani e uno di nazionalità moldava, tutti impiegati presso l’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino. Avevano rifiutato la vaccinazione contro il Covid-19 ed erano stati sospesi per questo dalla loro attività di operatori sanitari, per poi essere reintegrati passata la fase di emergenza. Secondo la Corte, non vi fu però violazione dei diritti e le misure adottate furono proporzionate e giustificate al fine della protezione della salute della popolazione in generale, compresi i richiedenti. “L’obiettivo delle misure – si legge infatti nella sentenza – era proteggere la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza, nel contesto di una pandemia che aveva rappresentato un grave rischio per la popolazione in generale”.

Ed ancora: “Le persone non vaccinate erano più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. Le parti hanno ora tre mesi di tempo per fare ricorso. La Corte Europea, afferma Anelli, “promuove le misure adottate durante il Covid e le considera non sproporzionate e adeguate per la tutela della salute pubblica e per garantire le necessarie condizioni di sicurezza anche nei confronti delle persone non vaccinate, in quanto più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. La sentenza della Corte Ue, rileva, “segue quella della Corte Costituzionale italiana, che aveva sottolineato che le misure adottate dal legislatore al fine di prevenire la diffusione del virus, limitandone la circolazione, non possano ritenersi né irragionevoli né sproporzionate”. Una sentenza che arriva mentre il virus SarsCoV2 continua a diffondersi, anche se i dati italiani segnano attualmente una fase di stabilizzazione dei contagi. Medici ed epidemiologi esortano tuttavia a non abbassare la guardia, ribadendo come le persone fragili siano maggiormente a rischio e vadano protette anche per mezzo di un nuovo richiamo vaccinale.

I dati sul Covid “sono sicuramente sottostimati perchè buona parte dei cittadini non fa più i tamponi ed oggi – spiega Anelli – non abbiamo una reale percezione di quello che sta avvenendo. Personalmente, però, ogni giorno faccio diagnosi di Covid, largamente diffuso al momento soprattutto tra i giovani”. Il Covid, nella forma attuale, precisa, “non sta creando seri problemi: si presenta in genere come una influenza più forte che si autorisolve nel giro di pochi giorni. Tuttavia, il problema sussiste per gli anziani con malattie importanti che possono andare incontro a scompenso anche grave. E’ pertanto opportuno raccomandare il tampone se si hanno sintomi simili all’influenza, per essere coscienti del proprio stato ed evitare il contatto con soggetti fragili se si è positivi”. Quanto alla prossima campagna vaccinale, “al momento non abbiamo indicazioni in merito alla somministrazione del vaccino anti-Covid – aggiunge – e aspettiamo che le autorità sanitarie ci facciano sapere come e quando iniziare la campagna vaccinale per Covid e influenza, che appare opportuna soprattutto per i malati cronici”. A fronte di una attuale stabilità dei contagi, anche l’epidemiologo Cesare Cislaghi esorta tuttavia a non abbassare la guardia: “Si sta andando verso l’autunno e l’esperienza suggerisce che il virus probabilmente circolerà maggiormente. E’ per questo che consiglio una maggior protezione vaccinale ed una maggior precauzione soprattutto a protezione dei soggetti più fragili”.

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In 7 giorni oltre 15.200 casi di Covid, +11% in una settimana

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Salgono a 15.221 i casi di Covid-19 registrati dal 22 al 28 agosto in Italia, con un aumento di circa l’11% rispetto ai 13.690 della settimana precedente (ma in calo se confrontati a quelli di due settimane fa, considerato che dall’8 al 14 agosto i contagi erano stati 16.299). In aumento anche i decessi settimanali, che sono stati 135, rispetto ai 99 del 15-21 agosto. Lo indicano i dati dell’aggiornamento settimanale sul Covid-19 in Italia, pubblicato sul sito del ministero della Salute. Il maggior numero di casi si registra in Lombardia, con 2.562 contagi tra il 22 e il 28 agosto rispetto ai 1.796 della settimana prima. Sempre in Lombardia è stata registrata circa la metà di tutti i decessi per Covid rilevati nella settimana in esame, 66. In aumento anche i tamponi: dal 22 al 28 agosto ne sono stati eseguiti 94.171 rispetto ai 72.266 della rilevazione precedente. Il tasso di positività è al 16,2%, a fronte del 18,9%.

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