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Aperture e ristori: da ristoratori ad ambulanti, ancora proteste in città

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Dal finto mercato senza merce ai banchi con prodotti solo in esposizione e non in vendita. Un’altra giornata giornata di proteste nelle piazze di tutta Italia per ambulanti, ristoratori, commercianti e le altre categorie messe in crisi dalla serrata anti-Covid. Dopo i disordini di ieri davanti alla Camera le manifestazioni oggi non hanno creato problemi di ordine pubblico ed al Viminale si tira un respiro di sollievo; ma l’attenzione degli apparati di sicurezza resta alta sugli estremisti che infiltrano le contestazioni per farle degenerare. E domani sono annunciate nuove iniziative: a Roma in piazza del Popolo si sono dati appuntamento alle 11 titolari di partite Iva e ristoratori da tutta Italia. Uno spiraglio per una veloce ripresa delle attivita’ lo offre intanto Mariastella Gelmini: “aperture ci saranno, soprattutto da maggio, forse qualcosa gia’ dal 20 di aprile si potra’ riaprire”, assicura il ministro per gli Affari regionali. Mentre il leader della Lega, Matteo Salvini, si schiera “dalla parte di chi protesta pacificamente e chiede di riaprire le proprie attivita’, a patto che i dati sanitari lo consentano”. A Torino sono tornati i fieristi a piazza Vittorio con una quindicina di banchi di prodotti gastronomici, capi di abbigliamento, oggetti per la casa: la merce pero’ si puo’ solo guardare e non acquistare. Un’iniziativa simbolica, dunque, come spiega Simona Tagliaferri, presidente nazionale Afi-associazione fieristi italiani: “avevamo detto che avremmo riaperto e lo abbiamo fatto. Da troppo tempo non si lavora, e i ristori sono praticamente nulli. Ringraziamo comunque la questura e le istituzioni che ci hanno dato il permesso di svolgere questa manifestazione”. E’ un esempio della strategia messa in campo da tutte le prefetture, su indicazione del Viminale: consentire la protesta pacifica non lasciando pero’ spazio agli atti violenti. A Roma ancora commercianti e operatori turistici a piazza Montecitorio, questa volta senza incidenti. “Rivolgiamo l’appello al Governo ed ai parlamentari: si deve intervenire con reali ed efficaci sostegni, un forte alleggerimento fiscale, aprire le linee di credito e soprattutto far ripartire il lavoro, facendo riaprire in sicurezza le attivita’”, ha detto Valter Giammaria, presidente della Confesercenti di Roma e del Lazio. A Napoli ed in altri centri campani e’ proseguita l’apertura di protesta di oltre 500 negozi di abbigliamento, con mutande in vetrina e senza accogliere clienti. A Firenze hanno sfilato oltre 1.200 furgoncini dei venditori ambulanti giunti da tutta la Toscana. Ad Aosta ristoratori hanno consegnato dentro il palazzo regionale 35 ‘lunch bag’, ciascuno indirizzato a un consigliere regionale. “Ci sono polenta, cotechino, birra e tutto l’occorrente per consumare”, ha detto Jean-Claude Brunet, ristoratore tra i promotori della protesta: “mentre voi mangiate noi moriamo di fame”. A Taranto sit-in dei commercianti sulla Rotonda del Lungomare dove hanno posizionato buste nere della spazzatura con la scritta “un sacco di debiti” perche’, ha lamentato uno dei manifestanti, “in questo anno il Governo ci ha dato solo tanta immondizia piuttosto che ristori, assistenza e certezza sulle vaccinazioni”. Sul fronte politico si registra la presa di posizione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Le violenze – ha sottolineato – vanno sempre condannate, ma i lavoratori che hanno manifestato pacificamente vanno sempre ascoltati. Serve un nuovo scostamento di bilancio e un decreto per le piccole imprese” come “i ristoratori, i commercianti anche ambulanti, le persone che hanno pagato lo scotto piu’ alto”. Per l’ex M5S Alessandro Di Battista “la violenza va si’ condannata ma andrebbe anche prevenuta con un’empatia della quale la classe dirigente sembra sprovvista, con la rapidita’ ed il coraggio per chi ricopre incarichi pubblici, con un nuovo scostamento di bilancio dedicato, soprattutto, alle partite Iva e, magari, con piccoli esempi di condivisione del disagio”. La capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, invita la maggioranza “a rasserenare gli animi dei nostri cittadini. Non fa bene sentire qualcuna di queste voci non dico inneggiare alla piazza ma accompagnare queste forme di protesta senza pero’ capire che in questo modo non si fa il bene di quelle persone ma si rischia di portare questa tensione a livelli assolutamente insopportabili”. Tra i governatori, il leghista Massimo Fedriga (Friuli Venezia Giulia) esorta “a superare la stagione dei divieti perche’ non funzionano piu’ nemmeno per la tutela della salute dei cittadini. E’ importante andare verso regole serie che prevedano riaperture e che possano essere condivise dalla popolazione”. Sulla stessa linea Donatella Tesei, dello stesso partito, che domani alla riunione della Conferenza Stato-Regioni con il presidente del consiglio Mario Draghi, chiedera’ il ritorno della zona gialla: “e’ dannoso – ha spiegato – continuare a tenere chiuse attivita’ che possono invece lavorare in sicurezza”.

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La versione di Conte: o il M5s resta progressista o avrà un altro leader

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“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi”. Così a Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza).

“Se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership – aggiunge – mi farei da parte. Si chiama coerenza. Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”.

Sull’alleanza col Pd “la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sé un programma politico”. “Gli iscritti sono chiamati a decidere e hanno la possibilità di cambiare tante cose. Anche i quesiti sul garante (Grillo, ndr) sono stati decisi dalla base. Io non ho mai inteso alimentare questo scontro. Sono sinceramente dispiaciuto che in questi mesi abbia attaccato il Movimento. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea. Forse la sensazione di isolamento l’avverte chi pontifica dal divano vagheggiando un illusorio ritorno alle origini mentre ha rinunciato da tempo a votare e portare avanti il progetto del Movimento. L’ultimo giapponese rischia di essere lui, ponendosi in contrasto con la comunità”.

Sui risultati elettorali “in un contesto di forte astensionismo, sicuramente è il voto di opinione sui territori, non collegato a strutture di potere e logiche clientelari, ad essere maggiormente penalizzato. Dobbiamo tornare ad ascoltare i bisogni delle comunità locali. E poi c’è la formazione delle liste: dobbiamo sperimentare nuove modalità di reclutamento, senza cadere nelle logiche clientelari che aborriamo”.

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Alessandro Piana: “Perdono, ma non dimentico” – La fine di un incubo giudiziario

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Alessandro Piana (nella foto in evidenza), esponente della Lega e vicepresidente della Regione Liguria, tira un sospiro di sollievo dopo la conclusione di un’inchiesta giudiziaria che per oltre un anno lo ha visto al centro di pesanti sospetti. Accusato ingiustamente di coinvolgimento in un presunto giro di squillo e party con stupefacenti, Piana è stato ufficialmente escluso dall’elenco dei rinviati a giudizio, mettendo fine a un incubo personale e politico.


Un’accusa infondata che ha segnato una campagna elettorale

Alessandro Piana racconta di aver vissuto un periodo estremamente difficile, aggravato dalla tempistica dell’inchiesta, che ha coinciso con la campagna elettorale.

«L’indagine era chiusa da tempo, ma si è voluto attendere per renderne noto l’esito. Mi sarei aspettato maggiore attenzione, considerato il mio ruolo pubblico. Per mesi sono stato bersaglio di accuse infondate, che sui social si sono trasformate in attacchi personali».

Nonostante il clamore mediatico, Piana ha affrontato con determinazione la situazione, ricevendo il sostegno del partito e del leader regionale della Lega, Edoardo Rixi.


Le accuse e il chiarimento

Piana spiega di essere venuto a conoscenza del suo presunto coinvolgimento attraverso i media, vivendo quello che definisce un “incubo”:

«Ero al lavoro quando ho saputo del mio presunto coinvolgimento. Credevo fosse uno scherzo, invece era terribilmente vero».

L’esponente leghista si è immediatamente messo a disposizione della magistratura, fornendo tutte le prove necessarie per dimostrare la sua estraneità ai fatti:

«Non ero presente dove si sosteneva che fossi. Ero a casa mia, a 150 chilometri di distanza, con testimoni pronti a confermarlo. Non ho mai frequentato certi ambienti, nemmeno da giovane».

Secondo Piana, il suo nome sarebbe stato tirato in ballo per millanteria durante un’intercettazione telefonica che citava genericamente un “vicepresidente della Regione”.


Una vicenda che lascia il segno

Nonostante la sua assoluzione dai sospetti, Piana non nasconde l’amarezza per i danni subiti:

«Ho pagato un prezzo molto salato, gratuito e ingiusto. Per mesi sono stato additato come vizioso. Perdono chi ha sbagliato, ma non dimentico».

Il vicepresidente auspica che casi simili siano gestiti con maggiore rapidità in futuro, per evitare che accuse infondate possano danneggiare ingiustamente la reputazione di figure pubbliche.


Conclusione

La vicenda di Alessandro Piana solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e tutela dell’immagine pubblica, in particolare quando si tratta di accuse che si rivelano infondate. Oggi, il vicepresidente della Regione Liguria guarda avanti con serenità, forte del sostegno ricevuto e con la determinazione di proseguire il suo impegno politico senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi passati.

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Trasporti, De Luca: investito un miliardo per rinnovo parco bus

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Millequattrocento autobus nuovi sui 1.800 programmati, per un investimento di quasi un miliardo di euro, sono già in esercizio sulle tratte coperte da Air Campania. Il dato lo fornisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che oggi ha inaugurato ad Avellino la nuova sede dell’azienda interamente partecipata dalla Regione, con la consegna di cinque bus elettrici. “Un impegno enorme – ha sottolineato De Luca-: stiamo sostituendo l’intero parco dei mezzi pubblici, non soltanto per il trasporto su gomma, ma anche per quello ferroviario”. Su questo specifico settore, De Luca ha rimarcato lo “sforzo gigantesco” della regione: “Ora – ha aggiunto – attendiamo l’omologazione per la linea Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento per mettere in esercizio il nuovo treno che ci è stato appena consegnato. Su un altro fronte, abbiamo indetto un altro concorso e presto assumeremo 150 giovani”.

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