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Politica

Anno giudiziario, è allarme femminicidi: 118 le vittime

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Cerimonia sobria in Cassazione – solo 60 persone nell’Aula Magna dove si e’ levato il grido di allarme su femminicidi e morti al lavoro – per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2022 alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla sua ultima partecipazione pubblica per la scadenza del settennato e dopo che a tamburo battente ieri il Csm ha rinominato i vertici della Suprema Corte, in seguito all’annullamento degli incarichi del Primo presidente Pietro Curzio e della ‘vice’ Margherita Cassano da parte del Consiglio di Stato. C’era la ministra della giustizia Marta Cartabia – che ha spinto per la riforma del Csm, finita in stand by – incaricata dal premier Mario Draghi di rappresentarlo. Assente il presidente della Camera Roberto Fico, alle prese con la macchina delle votazioni per il ‘Colle’. C’era la presidente del Senato Elisabetta Casellati.

“La Corte di Cassazione e’ onorata di essere il luogo dove si compie l’ultimo atto pubblico a conclusione di un settennato tra i piu’ autorevoli della storia della nostra Repubblica”, ha esordito Curzio nel suo discorso rendendo a Mattarella il tributo di tutta la magistratura. Poi i dati impietosi sulla mancanza di 1300 magistrati in pianta organica, sui milioni di processi arretrati – 2,5mln di cause penali e 3,1mln di cause civili – che gravano sulla scommessa del Pnrr, e poi i numeri neri della violenza di genere, l’ecatombe di morti nei posti di lavoro. Due piaghe anche per il Procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi. Su 295 omicidi volontari nell’ultimo anno, 118 sono le donne uccise “sintomo evidente di una tensione irrisolta nei rapporti di genere, di una uguaglianza non metabolizzata”, ha detto Curzio rilevando che “sono 102 le donne assassinate in ambito familiare/affettivo e in particolare 70 per mano del partner o ex partner”. “Vi e’ un forte impegno dello Stato a cominciare dagli inquirenti” per contrastare questa situazione ma, ha chiesto Curzio, serve “severita’ in sede di applicazione della legge” e lavorare “a partire dai luoghi dove avviene la formazione delle persone”. Gli ha fatto eco Salvi: “se i crimini violenti diminuiscono drasticamente grazie all’efficacia degli strumenti di contrasto al crimine organizzato – ha detto il Pg – cosi’ non avviene negli omicidi contro le donne e nei reati spia”, occorre una “piena attuazione del Codice Rosso”.

“Inaccettabile il numero degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, particolarmente grave nei settori maggiormente caratterizzati da attivita’ precarie ed usuranti”, ha proseguito Curzio. “L’ Inail ha comunicato che nei primi dieci mesi del 2021 e’ stato superato il livello delle mille denunzie di infortuni mortali”, ha aggiunto. Per il Pg Salvi, i morti sul lavoro a volte “sono legati a condizioni di lavoro indegne di un Paese civile, causate dall’insufficienza di politiche consapevoli della realta’ produttiva del Paese, cosi’ che lavoratori e datori di lavoro sono spinti verso l’illegalita’”. Tasto dolente anche la mole di cause tributarie che ingolfa la Cassazione – pari al 38,1% delle pendenze civili – che nel 2021 ha trattato ricorsi fiscali per un valore di 9miliardi di euro. “Occorre intervenire”, ha detto il presidente dell’ Anm Giuseppe Santalucia. Velocizzare sulle proposte per migliorare il sistema penitenziario e “rispondere alle tante emergenze che affliggono le carceri italiane”, ha chiesto la ministra Cartabia.

“Ma prima ancora – ha detto la Guardasigilli con rammarico per lo stallo dei provvedimenti – e’ necessario affrontare la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm. Ineludibile, davvero, come Lei, signor Presidente della Repubblica, ha piu’ volte sottolineato, interpretando l’animo di molti e per quel che conta anche il mio”. Per il vicepresidente del Csm David Ermini, la riforma del Csm deve garantire la “marcata natura discrezionale delle sue scelte, rientranti nelle competenze che la Costituzione gli assegna”.

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Psi, per Regionali in Campania lista aperta al riformismo e al futuro del Sud

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Il segretario regionale del Psi, Michele Tarantino ha convocato una riunione insieme ai membri della direzione nazionale di Napoli(Antonio Demitry, Roberto De Masi, Pasquale Sannino e Antonella Marciano, Felice Laudadio), al consigliere regionale socialista, Andrea Volpe, Marco La Monica, Felice Iossa e Giulio Di Donato, per discutere il nuovo percorso politico del Partito Socialista Italiano in vista delle Regionali 2025. Il PSI lancia un appello a tutte le forze riformiste, ai movimenti civici e a quei cittadini “che non si sentono rappresentati dagli attuali partiti ma vogliono contribuire a costruire una proposta politica innovativa, inclusiva e concreta.

La lista socialista è pronta ad accogliere le istanze di chi desidera un Mezzogiorno più forte, coeso e protagonista di un’Italia moderna e solidale. Invitiamo tutte le realtà riformiste, associative e civiche, e i cittadini che non si riconoscono nei partiti tradizionali a unirsi alla nostra lista e al nostro progetto. Insieme possiamo costruire una Campania e un Mezzogiorno più giusti, moderni e capaci di rispondere alle sfide del futuro”. “La recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale delle proposte di autonomia differenziata rende evidente la necessità di ripensare il regionalismo in Italia”.

Il PSI “intende aprire un dibattito serio e costruttivo su questo tema cruciale per il futuro del Mezzogiorno. A gennaio, avvieremo una grande Conferenza sul Regionalismo, coinvolgendo esperti, rappresentanti istituzionali e cittadini. Sarà un’occasione per elaborare proposte innovative che coniughino equità territoriale, efficienza amministrativa e solidarietà tra i territori, garantendo risorse e opportunità uguali per tutti”. “Guardando alle elezioni regionali del 2025, il PSI invita tutto il centro-sinistra ad avviare un dialogo aperto e costruttivo per definire un programma condiviso e ambizioso, così come indicato dal Segretario Nazionale, Enzo Maraio. È necessario rispondere insieme alle sfide della Campania, con particolare attenzione a temi come la giustizia sociale, la sanità, il lavoro, l’ambiente e il rilancio del Mezzogiorno. L’obiettivo è costruire una coalizione forte e coesa, in grado di offrire ai cittadini una visione chiara e condivisa per il futuro della Regione”, conclude la nota.

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Università e ospedali plurisecolari su francobolli Italia

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Tre universita’ e cinque ospedali ”storici” italiani compariranno sui francobolli italiani. L’emissione dedicata alle università e’ stata emessa oggi e riguarda le universita’ di Napoli, Trieste e Firenze. La serie dedicata agli ospedali comparira’ invece il 24 novembre prossimo e riguardera’ ospedali di Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Le vignette dei francobolli (tutti validi per la posta ordinaria) mostrano per le universita’:

  • -una prospettiva della facciata principale dell’Università degli Studi di Napoli” Federico II” istituita il 5 giugno 1224 dall’Imperatore del Sacro romano Impero;
  • -su uno sfondo che riprende i colori istituzionali del centenario dell’Università degli Studi di Trieste, una rivisitazione del logo dell’anniversario che raffigura, un’illustrazione al tratto, l’edificio centrale dell’Ateneo;
  • -l’ingresso del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze che, nel 2024, celebra i 100 anni dalla sua fondazione; Per gli ospedali le vignette mostrano;
  • -ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: il Loggiato di ingresso, progettato da Bernardo Buontalenti nel 1574, in cui è visibile l’affresco “Annunciazione” del XVII secolo attribuito al Pomarancio; -ospedale civile Santi Giovanni e Paolo di Venezia;
  • – il Portego delle Colonne della Scuola Grande di San Marco a Venezia (1485-1495);
  • -Ca’ granda ospedale maggiore policlinico di Milano: la Sala del Capitolo d’estate, edificata nel 1637 su progetto di Francesco Richini, che ospita l’archivio storico;
  • -ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma: le Corsie Sistine risalenti al XV secolo; -ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli: la Farmacia storica degli Incurabili con i vasi in maiolica del 1747-1751.

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Giustizia, stretta sulle toghe politicizzate e sui reati informatici: il decreto del governo in arrivo

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La riforma della giustizia torna al centro del dibattito con il nuovo decreto che il governo si appresta a varare lunedì prossimo in Consiglio dei Ministri. Tra le novità principali, spiccano due misure destinate a far discutere: l’introduzione di sanzioni per i magistrati che non rispettano il dovere di astensione in casi di conflitto di interesse e una stretta sui reati informatici e sul dossieraggio illegale.

Sanzioni per le toghe politicizzate

Il decreto introduce una nuova norma che obbliga i magistrati a astenersi dal giudicare su questioni rispetto alle quali si sono già espressi pubblicamente attraverso editoriali, convegni o social network. In caso di violazione, il Consiglio Superiore della Magistratura potrà adottare sanzioni che vanno dall’ammonimento alla censura, fino alla sospensione.

Secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, questa norma intende tutelare il principio di imparzialità della magistratura, un obiettivo che la maggioranza considera fondamentale per garantire l’equilibrio tra i poteri dello Stato.

La misura ha già suscitato polemiche tra le toghe e riacceso il dibattito sulla presunta politicizzazione della magistratura. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha espresso preoccupazione per quella che definisce un’“invasione di campo” da parte del governo.

La questione delle migrazioni e il caso Silvia Albano

La norma sulle toghe politicizzate sembra trarre origine da recenti tensioni tra il governo e alcune sezioni della magistratura, in particolare sui temi legati all’immigrazione. Emblematico il caso della giudice Silvia Albano, che aveva criticato l’accordo tra Italia e Albania sui migranti, trovandosi poi a giudicare direttamente su questa materia.

Albano, presidente di Magistratura Democratica, è stata bersaglio di critiche da parte della maggioranza per la sua posizione pubblica contro il “decreto Paesi sicuri”. La sua decisione di non convalidare il trattenimento di 12 migranti nel centro italiano in Albania ha sollevato ulteriori tensioni.

Stretta sui reati informatici e dossieraggi

Il decreto affronta anche il problema dei reati informatici, introducendo nuove misure per contrastare l’accesso abusivo ai database pubblici. Tra le novità principali:

  • Arresto in flagranza per chi viola sistemi informatici di interesse pubblico, militare o legati alla sicurezza nazionale.
  • Trasferimento delle indagini sui reati di estorsione tramite mezzi informatici alla procura Antimafia, guidata da Giovanni Melillo.

Queste misure arrivano in risposta a recenti scandali legati al dossieraggio illegale, come l’indagine della DDA di Milano sulla “centrale degli spioni” che trafugava dati sensibili da banche dati governative, coinvolgendo figure politiche di primo piano come la premier Giorgia Meloni.

Un antipasto per la riforma delle carriere

Questo decreto rappresenta solo l’inizio di un più ampio progetto di riforma delle carriere di giudici e pm che il governo sta portando avanti in Parlamento. La maggioranza intende ridefinire i rapporti tra i poteri dello Stato, nonostante le inevitabili polemiche con la magistratura.

Secondo il ministro Nordio, l’obiettivo è garantire un sistema giudiziario più equo e trasparente, ma l’ANM e altre voci critiche temono che queste misure possano indebolire l’autonomia delle toghe.

Un Natale caldissimo per la giustizia italiana

Le nuove norme, che toccano temi delicati come la gestione dell’immigrazione, i reati informatici e l’imparzialità dei magistrati, promettono di accendere il dibattito politico e giudiziario. Il governo va avanti, ma il confronto con le toghe e le associazioni di categoria si preannuncia acceso.

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