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Amministrative nel Napoletano: a Casoria valanga Bene, Vicinanza si prende Castellammare e a Bacoli vince ancora Della Ragione

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A Castellammare di Stabia, popoloso comune in provincia di Napoli, non si attende nemmeno la chiusura degli scrutini. Il divario tra il candidato del centrosinistra Luigi Vicinanza (Pd) e il candidato del centrodestra Mario D’Apuzzo e’ tale che il risultato dell’elezione e’ segnato: sin dalle prime sezioni scrutinate, Vicinanza si e’ assestato sopra il 60 per cento. Lo stesso D’Apuzzo, prima delle 19, dirama un comunicato stampa nel quale ammette la sconfitta.

Dopo lo scioglimento anticipato per infiltrazioni della criminalita’ organizzata, Castellammare di Stabia sceglie come nuovo sindaco Vicinanza, che – seppur a fatica – ha messo insieme tutte le anime del centrosinistra. Netta anche la vittoria del medico chirurgo Paolo Falco a Capri, che con 2.793 preferenze (pari al 70,92 per cento) si e’ imposto su Ciro Lembo, che si ferma al 29,08 per cento. Per la lista Capri futura che ha sostenuto Falco, scattano otto seggi; quattro seggi vanno alla lista di Lembo, Capri ai capresi. Ad Anacapri stravince Francesco Cerrotta che torna alla guida del Comune di Anacapri con 2.402 voti, pari all’87,73 per cento di preferenze. Sconfitta Stefania Pelli, sostenuta dalla civica Anacapri responsabile. Pelli si e’ fermata al 12,27 per cento, raccogliendo appena 336 preferenze. Cerrotta e’ stato gia’ sindaco per quattro consiliare ed era vicesindaco uscente.

A Casoria vola verso la riconferma sindaco uscente Raffaele Bene (Pd), sostenuto da una larga coalizione di centrosinistra al cui interno vi e’ anche il Movimento 5 Stelle. Quando ci sono 26 sezioni scrutinate su 72, Bene vede una percentuale dell’82,50 per cento. Impossibile il recupero.

Il secondo candidato, Nicola Mangani, sostenuto solo da Fratelli d’Italia e’ al 7,37 percento; Fabio Cristarelli di Azione e’ al 5,56 per cento; mentre Ernesto Valiante, sostenuto dalla civica Centro destra Casoria, e’ al 4,57 per cento. Sembra destinato alla riconferma anche Josi Gerardo della Ragione che, a Bacoli, si contende la fascia tricolore con Ermanno Schiano, proprio come nel 2015). Si profila, invece, il ballottaggio per Torre Annunziata e San Giuseppe Vesuviano. Nella citta’ oplontina il candidato sindaco del Pd Corrado Cuccurullo e’ intorno al 40 per cento, ma non basta per strappare la vittoria. Per lui si profila il secondo turno e lo scontro con Carmine Alfano, candidato del centrodestra. Ago della bilancia saranno Mariantonietta Rosaria Zeppetella del Movimento 5 Stelle e Lucio D’Avino, sostenuto dalla civica Oplonti futura.

Si avvia al ballottaggio anche Avellino, dove si sono registrati ritardi nell’inizio dello spoglio in alcune sezioni: il duello all’orizzonte e’ tra Antonio Gengaro, candidato di Pd, M5s e qualche lista civica, e Laura Nargi, vicesindaco uscente e braccio destro dell’ex sindaco Gianluca Festa ai domiciliari per effetto della recentissima inchiesta su presunte irregolarita’ in appalti, concorsi e sponsorizzazioni. Nargi e’ sostenuta da tre liste civiche. Resterebbe fuori Rino Genovese, il giornalista della Rai sostenuto da un progetto di cinque liste civiche: sara’ lui l’ago della bilancia. Su quasi diecimila voti scrutinati, Gengaro si attesta al 37,6 per cento; Nargi al 34,9; Genovese al 24,7.

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La versione di Conte: o il M5s resta progressista o avrà un altro leader

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“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi”. Così a Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza).

“Se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership – aggiunge – mi farei da parte. Si chiama coerenza. Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”.

Sull’alleanza col Pd “la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sé un programma politico”. “Gli iscritti sono chiamati a decidere e hanno la possibilità di cambiare tante cose. Anche i quesiti sul garante (Grillo, ndr) sono stati decisi dalla base. Io non ho mai inteso alimentare questo scontro. Sono sinceramente dispiaciuto che in questi mesi abbia attaccato il Movimento. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea. Forse la sensazione di isolamento l’avverte chi pontifica dal divano vagheggiando un illusorio ritorno alle origini mentre ha rinunciato da tempo a votare e portare avanti il progetto del Movimento. L’ultimo giapponese rischia di essere lui, ponendosi in contrasto con la comunità”.

Sui risultati elettorali “in un contesto di forte astensionismo, sicuramente è il voto di opinione sui territori, non collegato a strutture di potere e logiche clientelari, ad essere maggiormente penalizzato. Dobbiamo tornare ad ascoltare i bisogni delle comunità locali. E poi c’è la formazione delle liste: dobbiamo sperimentare nuove modalità di reclutamento, senza cadere nelle logiche clientelari che aborriamo”.

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Alessandro Piana: “Perdono, ma non dimentico” – La fine di un incubo giudiziario

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Alessandro Piana (nella foto in evidenza), esponente della Lega e vicepresidente della Regione Liguria, tira un sospiro di sollievo dopo la conclusione di un’inchiesta giudiziaria che per oltre un anno lo ha visto al centro di pesanti sospetti. Accusato ingiustamente di coinvolgimento in un presunto giro di squillo e party con stupefacenti, Piana è stato ufficialmente escluso dall’elenco dei rinviati a giudizio, mettendo fine a un incubo personale e politico.


Un’accusa infondata che ha segnato una campagna elettorale

Alessandro Piana racconta di aver vissuto un periodo estremamente difficile, aggravato dalla tempistica dell’inchiesta, che ha coinciso con la campagna elettorale.

«L’indagine era chiusa da tempo, ma si è voluto attendere per renderne noto l’esito. Mi sarei aspettato maggiore attenzione, considerato il mio ruolo pubblico. Per mesi sono stato bersaglio di accuse infondate, che sui social si sono trasformate in attacchi personali».

Nonostante il clamore mediatico, Piana ha affrontato con determinazione la situazione, ricevendo il sostegno del partito e del leader regionale della Lega, Edoardo Rixi.


Le accuse e il chiarimento

Piana spiega di essere venuto a conoscenza del suo presunto coinvolgimento attraverso i media, vivendo quello che definisce un “incubo”:

«Ero al lavoro quando ho saputo del mio presunto coinvolgimento. Credevo fosse uno scherzo, invece era terribilmente vero».

L’esponente leghista si è immediatamente messo a disposizione della magistratura, fornendo tutte le prove necessarie per dimostrare la sua estraneità ai fatti:

«Non ero presente dove si sosteneva che fossi. Ero a casa mia, a 150 chilometri di distanza, con testimoni pronti a confermarlo. Non ho mai frequentato certi ambienti, nemmeno da giovane».

Secondo Piana, il suo nome sarebbe stato tirato in ballo per millanteria durante un’intercettazione telefonica che citava genericamente un “vicepresidente della Regione”.


Una vicenda che lascia il segno

Nonostante la sua assoluzione dai sospetti, Piana non nasconde l’amarezza per i danni subiti:

«Ho pagato un prezzo molto salato, gratuito e ingiusto. Per mesi sono stato additato come vizioso. Perdono chi ha sbagliato, ma non dimentico».

Il vicepresidente auspica che casi simili siano gestiti con maggiore rapidità in futuro, per evitare che accuse infondate possano danneggiare ingiustamente la reputazione di figure pubbliche.


Conclusione

La vicenda di Alessandro Piana solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e tutela dell’immagine pubblica, in particolare quando si tratta di accuse che si rivelano infondate. Oggi, il vicepresidente della Regione Liguria guarda avanti con serenità, forte del sostegno ricevuto e con la determinazione di proseguire il suo impegno politico senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi passati.

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Trasporti, De Luca: investito un miliardo per rinnovo parco bus

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Millequattrocento autobus nuovi sui 1.800 programmati, per un investimento di quasi un miliardo di euro, sono già in esercizio sulle tratte coperte da Air Campania. Il dato lo fornisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che oggi ha inaugurato ad Avellino la nuova sede dell’azienda interamente partecipata dalla Regione, con la consegna di cinque bus elettrici. “Un impegno enorme – ha sottolineato De Luca-: stiamo sostituendo l’intero parco dei mezzi pubblici, non soltanto per il trasporto su gomma, ma anche per quello ferroviario”. Su questo specifico settore, De Luca ha rimarcato lo “sforzo gigantesco” della regione: “Ora – ha aggiunto – attendiamo l’omologazione per la linea Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento per mettere in esercizio il nuovo treno che ci è stato appena consegnato. Su un altro fronte, abbiamo indetto un altro concorso e presto assumeremo 150 giovani”.

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