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Ambiente

Amianto: 4400 morti ogni anno: un convegno al Senato

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La tragedia delle morti per amianto in Italia – ogni anno 4400 vittime, e sono 40 i processi in corso per accertare le responsabilita’ nei decessi – e dei tanti procedimenti che terminano con assoluzioni e prescrizioni saranno al centro del convegno ‘Amianto e Mesotelioma: tutti innocenti? Aspetti biologici ed epidemiologici dell’esposizione ad amianto e conseguenze giuridiche’, che si terra’ a Roma, domani 13 maggio nella Sala Capitolare del Senato presso il Chiostro di Santa Maria Sopra Minerva. Al convegno, oltre agli interventi di esperti e studiosi, prenderanno la parola anche le tante associazioni costituitesi parte civile negli oltre 40 procedimenti giudiziari in corso da un capo all’altro del nostro Paese come quello di Novara (Eternit-bis di Casale Monferrato), Trieste (Monfalcone Fincantieri), Avellino (Isochimica), Taranto e Lecce (Ilva e Italsider). “E’ sconcertante, oltre che doloroso constatare che su 35 processi ci siano state soltanto 8 condanne, per altro lievi e ben 27 assoluzioni”, sottolinea Edoardo Bai, epidemiologo, rappresentante di ISDE e Legambiente. “Le 4.400 vittime di malattie provocate dall’amianto in Italia, di cui 1.600 circa per mesotelioma sono una tragedia che non e’ piu’ possibile ignorare o peggio, cancellare facendo ricorso a escamotage pseudo scientifici e giuridici, primo fra tutti la presunta impossibilita’ di individuare l’esatto momento di insorgenza della malattia e quindi le relative responsabilita’ aziendali. Ci auguriamo che il convegno contribuisca a fare chiarezza su questioni cruciali come questa e ad avviare un percorso di giustizia per i nostri ‘morti senza riposo’ “. L’ iniziativa e’ promossa dalla senatrice ‘dem’ Tatjana Rojc in collaborazione con le associazioni impegnate nella lotta per i diritti delle vittime di amianto: AIEA, AFEVA, AICA, ARASIS, Federazione Nazionale Pro Natura, Gruppo Aiuto Mesotelioma, ISDE, Legambiente, Medicina Democratica e dalla rivista Epidemiologia & Prevenzione. Previsti inoltre gli interventi di Francesco Barone Adesi dell’Associazione Italiana di Epidemiologia; Daniele Mandrioli Direttore del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni Istituto Ramazzini, l’ex Senatore e Magistrato Felice Casson. Il convegno sara’ videoregistrato e visibile in diretta streaming al link https://webtv.senato.it e sul canale Youtube del Senato Italiano https://www.youtube.com/user/SenatoItaliano.

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Ambiente

Brasile, la siccità torna ad uccidere i delfini in Amazzonia

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La siccità torna ad uccidere i delfini rosa del lago Tefé, nell’Amazzonia brasiliana. Nell’ultima settimana ne è morto in media uno al giorno, secondo quanto dichiarato da Miriam Marmontel, responsabile del progetto di ricerca sui mammiferi acquatici amazzonici presso l’Istituto Mamirauá all’Agenzia Brasil. Nel 2023, più di duecento esemplari erano morti a causa delle eccessive temperature dell’acqua. Tuttavia, in questo caso gli esperti non associano ancora le morti al calore, quanto piuttosto alla siccità che ha ridotto la profondità dell’acqua, esacerbando la coabitazione tra i delfini e gli esseri umani. “Il canale è profondo due metri, largo al massimo cento.

Gli animali si concentrano in quest’area ed è attraverso questo stesso canale che passano le barche, anche quelle più grosse, che accedono al Tefé”, spiega Marmontel. L’Istituto, che monitora costantemente la temperatura dell’acqua, allerta comunque rispetto a brusche variazioni. “Normalmente, il lago durante l’anno varia tra i 22 e i 32 gradi centigradi. Abbiamo già documentato temperature di 27 gradi al mattino e un picco di 38 gradi tra le quattro e le sei del pomeriggio. Quindi si tratta di una grande variazione, di 10 gradi centigradi in dodici ore”.

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Ambiente

Il crollo delle elettriche affonda il mercato dell’auto

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Il crollo delle elettriche ha un forte impatto sul mercato europeo dell’auto e spinge i produttori a chiedere all’Unione Europea “di presentare misure di soccorso urgenti “per il settore. In tutti i Paesi si registrano pesanti cali delle vendite e si parla di 30.000 posti di lavoro a rischio nel gruppo Volkswagen con una riduzione degli investimenti previsti. Intanto Bruxelles e Pechino provano a dialogare sui dazi definitivi sulle e-car importate dalla Cina alla ricerca di “una soluzione accettabile”. Le immatricolazioni in Europa occidentale nel mese di agosto sono state 755.717, il 16,5% in meno del 2023. Da inizio anno sono state vendute complessivamente 8.661.401 auto, con una crescita dell’1,7% sull’analogo periodo del 2023.

Le elettriche vendute sono 125.000, il 36% in meno di un anno fa, mentre considerando solo l’Unione Europea la flessione è del 43,9%. Stellantis ha immatricolato nel mese di agosto 103.612 auto, il 28,7% in meno del 2023 con il calo della quota di mercato dal 16,1 al 13,7%. A Mirafiori si vedono, intanto, i primi modelli cinesi Leapmotor C10 spediti in Europa e destinati al mercato italiano: le vetture verranno messe a punto per una settimana da una ventina di operai delle carrozzerie in cassa integrazione. In questo contesto difficile va avanti il negoziato tra l’Ue e la Cina che “hanno concordato di intensificare gli sforzi per trovare una soluzione efficace, applicabile e compatibile con le norme dell’Organizzazione mondiale del commercio per il caso delle auto elettriche”. Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis ha avuto un incontro definito “costruttivo” a Bruxelles con il ministro del Commercio cinese Wang Wentao.

Bruxelles e Pechino hanno deciso “di riesaminare gli impegni sui prezzi”, dando “istruzioni ai rispettivi team affinché si impegnino al massimo per raggiungere una soluzione reciprocamente accettabile”. La Ue precisa, però, che la volontà di lavorare a una soluzione condivisa “non pregiudica l’indagine” sui possibili maxi-sussidi sleali del Dragone alle sue imprese. I timori delle case automobilistiche europee, insidiate dalla concorrenza cinese che tende a conquistare quote sempre più rilevanti, sono forti. L’Acea esprime preoccupazione per la fattibilità del raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per auto e furgoni previsti entro il 2025. “Ci mancano le condizioni cruciali – spiega – per ottenere il necessario impulso alla produzione e all’adozione di veicoli a emissioni zero: infrastrutture di ricarica e rifornimento dell’idrogeno, nonché un ambiente produttivo competitivo, energia verde a prezzi accessibili, incentivi fiscali e di acquisto e un approvvigionamento sicuro di materie prime, idrogeno e batterie”. Anche gli operatori italiani del settore chiedono maggiore chiarezza all’Europa sui target delle emissioni di CO2, sui dazi alle importazioni e sulle politiche di incentivazione per dare certezze agli operatori e ai clienti, sia consumatori che aziende.

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Napoli: uno studio dell’Ingv distingue tra emissioni di CO2 vulcaniche e antropiche

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Uno studio innovativo condotto dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) ha rivelato importanti differenze tra le emissioni di anidride carbonica di origine vulcanica e quelle derivanti dall’attività umana nell’area metropolitana di Napoli. Pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” di Nature, lo studio ha analizzato la composizione isotopica del carbonio e dell’ossigeno nella CO2 atmosferica, evidenziando come nell’area urbana di Napoli le emissioni siano principalmente legate alla combustione di idrocarburi, mentre nelle aree intorno alla Solfatara di Pozzuoli l’eccesso di CO2 provenga da attività vulcaniche e idrotermali.

Il primo autore dello studio, Roberto Di Martino, spiega: “Abbiamo voluto comprendere meglio la variabilità delle sorgenti di CO2 e quantificare il contributo di ciascuna fonte”. Grazie all’analisi isotopica, i ricercatori sono riusciti a distinguere le diverse fonti di emissione, offrendo una comprensione più chiara della dinamica vulcanica dei Campi Flegrei e delle sue implicazioni climatiche.

Lo studio ha utilizzato tecnologie avanzate per misurare la composizione isotopica della CO2, precedentemente testate sull’isola di Vulcano durante la crisi del degassamento del 2021. L’approccio è stato ora applicato alla città di Napoli, fornendo preziose informazioni che potrebbero avere un impatto significativo sulle politiche ambientali.

Inoltre, il team ha avviato la creazione di una rete sperimentale di monitoraggio chiamata Atmospheric Carbon and Oxygen Laboratory (ACO-Lab), con l’obiettivo di monitorare in tempo reale le emissioni di CO2 nelle città italiane. La prima stazione è stata attivata a Palermo nel 2023, fornendo dati aggiornati ogni ora, contribuendo così a una migliore comprensione delle emissioni e del cambiamento climatico.

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