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Cronache

Alta tensione a Roma, fermato e portato in questura il leader di Forza Nuova Roberto Fiore

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Il leader nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore e’ stato fermato dai poliziotti della Digos e portato in Questura mentre cercava di raggiungere via dei Lucani, a San Lorenzo, dove nei giorni scorsi era stata annunciata una manifestazione di Forza Nuova nel giorno del silenzio elettorale. Secondo quanto si e’ appreso, Fiore si trova ora in Questura per controlli. A San Lorenzo, in largo Talamo, da stamattina sono in piazza i movimenti antagonisti di sinistra per ‘presidiare’ l’eventuale arrivo di Forza Nuova davanti al palazzo in cui mori’ Desiree Mariottini. L’area e’ presidiata dalle forze dell’ordine.

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Tragedia nella famiglia Ferrarini: muore Lia Ferrarini, erede del noto marchio di prosciutti

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La famiglia Ferrarini, storica dinastia reggiana nel settore alimentare, è in lutto per la tragica scomparsa di Lia Ferrarini, 56 anni, erede dell’azienda agricola di famiglia. Lia è stata trovata priva di vita nel pomeriggio di venerdì 8 novembre, mentre si trovava nella tenuta agricola di via Romesino a Botteghe di Albinea, in provincia di Reggio Emilia. La sua morte ha scosso profondamente la comunità locale e l’intero settore agroalimentare.

Un incidente ancora da chiarire

Il corpo di Lia Ferrarini è stato trovato da un addetto della tenuta, disteso nel cortile vicino alle stalle, con accanto un piccolo trattore che la Ferrarini utilizzava frequentemente. Sebbene nessuno abbia assistito all’incidente, le prime ipotesi indicano che potrebbe essere scivolata dal mezzo agricolo o essere rimasta impigliata, venendo trascinata a terra. Al momento del ritrovamento, il veicolo era spento, rendendo ancora più complessa la ricostruzione esatta dell’incidente. La Procura di Reggio Emilia, guidata dal sostituto procuratore Dario Chiari, ha disposto ulteriori accertamenti e un’autopsia che sarà condotta nei prossimi giorni all’Istituto di Medicina Legale di Modena.

Lia Ferrarini: un legame profondo con la terra

Lia Ferrarini era la più giovane dei cinque figli di Lauro Ferrarini, fondatore dell’azienda nota a livello mondiale per la produzione di prosciutti, Parmigiano Reggiano, aceto balsamico e altri prodotti tipici emiliani. A differenza dei fratelli Luca, Lucio, Licia e Lisa, Lia non era attivamente coinvolta nella gestione aziendale. Preferiva la tranquillità della campagna e si occupava della gestione delle aziende agricole di famiglia, vivendo tra la casa di famiglia a Puianello di Quattro Castella e la tenuta di Botteghe di Albinea.

Ferrarini: un marchio storico tra successi e sfide

Fondata da Lauro Ferrarini, l’azienda ha attraversato periodi difficili, in particolare nel 2018, quando la famiglia Ferrarini ha ceduto la sua partecipazione azionaria al gruppo Pini, una realtà valtellinese attiva nella macellazione e lavorazione delle carni, che ha acquisito l’80% delle quote nel 2023. Nonostante le difficoltà, lo scorso anno il gruppo Ferrarini ha registrato un fatturato di 150 milioni di euro, mantenendo il proprio prestigio nell’industria alimentare italiana e internazionale.

Il ricordo della comunità

Lia Ferrarini era amata e rispettata dai lavoratori e dai collaboratori, che la ricordano come una persona gentile e attenta ai bisogni di tutti. Le sue apparizioni pubbliche erano rare, ma la sua presenza costante accanto ai dipendenti l’aveva resa un punto di riferimento nella gestione quotidiana dell’azienda agricola. La comunità di Botteghe di Albinea e le maestranze della tenuta hanno espresso profonda gratitudine per la sua dedizione.

Salma in attesa di esequie

In seguito all’autopsia, la salma di Lia Ferrarini verrà riconsegnata alla famiglia, travolta dal dolore per questa improvvisa perdita. Le esequie saranno un momento di raccoglimento per la comunità reggiana, che omaggerà una figura amata per la sua passione per l’agricoltura e l’impegno per il territorio.

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Movida sotto controllo a Chiaia: controlli dei Carabinieri tra sanzioni, sequestri e denunce

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La movida di Chiaia è stata al centro di una vasta operazione dei Carabinieri della Compagnia Centro, che hanno intensificato i controlli nel quartiere dei “baretti” per garantire sicurezza e rispetto delle norme. L’operazione ha coinvolto decine di pattuglie, in collaborazione con il NIL, NAS, Nucleo Radiomobile partenopeo e personale dell’ASL Napoli 1, impegnati sin dalle prime ore della serata.

39 locali sotto la lente: sospensioni e sequestri

Ben 39 locali sono stati ispezionati e in 10 di questi l’attività è stata sospesa per violazioni delle norme. Più di 100 kg di prodotti sono stati sequestrati per mancanza di tracciabilità, e sono state emesse sanzioni per oltre 80mila euro. Le principali infrazioni riguardano il mancato rispetto delle norme igienico-sanitarie e l’occupazione abusiva di suolo pubblico. L’obiettivo principale dei controlli era evitare la vendita di alcolici ai minori e garantire un ambiente sicuro.

Parcheggiatori abusivi e arresti

Durante l’operazione, otto parcheggiatori abusivi sono stati denunciati: nonostante fossero già stati sottoposti a Daspo urbano, sono stati sorpresi nuovamente a richiedere denaro agli automobilisti nella zona di San Pasquale. Un 20enne è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Senza patente, è stato fermato alla guida di uno scooter in via del Vasto, ma ha tentato la fuga, urtando un militare prima di schiantarsi contro alcune auto parcheggiate. Durante la perquisizione, è stata trovata una piccola quantità di hashish.

Denunce per possesso di armi e droga

I carabinieri hanno identificato 622 persone, perlopiù giovani. Tra questi, un 19enne è stato denunciato per possesso di un coltello a serramanico con simboli e scritte allusivi a eventi drammatici. Due minorenni di 17 anni sono stati denunciati per detenzione di droga a fini di spaccio, avendo nascosto dosi di marijuana negli indumenti intimi. Una giovane donna è stata sorpresa alla guida con un tasso alcolemico oltre il limite consentito, per la quale è scattata la denuncia.

Controlli stradali e sequestro di scooter

L’operazione ha incluso anche una serie di controlli alla circolazione stradale, che hanno portato al sequestro di 31 scooter e all’emissione di 121 contravvenzioni. Di queste, 46 sono state elevate a giovani conducenti sorpresi senza casco. Inoltre, 15 persone sono state denunciate per guida di scooter senza patente.

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Omicidio a Foligno: Diciassettenne accoltella a morte l’ex capocantiere Salvatore Postiglione

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L’alba di giovedì scorso ha segnato una tragica giornata per Foligno, dove un ragazzo di 17 anni, italiano di seconda generazione, si è recato in un parcheggio nella zona industriale, armato di coltello e guanti in lattice, per attendere l’arrivo del suo ex capocantiere, Salvatore Postiglione. All’arrivo dell’uomo, capo operaio della ditta Immobiliare Sette, è iniziata una violenta colluttazione che ha lasciato il 56enne senza vita.

La dinamica dell’aggressione

L’attacco è avvenuto alle sei del mattino, mentre gli operai si radunavano per partire verso i cantieri di Perugia e Nocera Umbra. Postiglione, originario di Napoli e dipendente della ditta campana gestita da Pietro Sette (suocero del calciatore del Napoli Leonardo Spinazzola), non ha avuto scampo. L’assalitore lo ha colpito con tredici coltellate prima di fuggire nella nebbia. Solo grazie a una donna che ha trovato il corpo e allertato le autorità si è potuta avviare l’indagine.

Indagini e rintracciamento del giovane

Le telecamere di sorveglianza nella zona si sono rivelate fondamentali per l’identificazione del sospetto. Le immagini hanno mostrato il diciassettenne in attesa di Postiglione e successivamente mentre si allontanava verso il centro storico di Foligno, dove le sue tracce sono sfumate. Una perquisizione condotta sabato sera ha portato al ritrovamento degli abiti insanguinati e del monopattino utilizzato per l’agguato. Il giovane non era però in casa, poiché era stato ricoverato in ospedale dopo un tentativo di autolesionismo.

Alla ricerca del movente

Il movente di questo omicidio resta oscuro, ma gli inquirenti stanno esaminando sia l’ambiente lavorativo che la vita privata del giovane. Il diciassettenne aveva lavorato per Immobiliare Sette da luglio fino allo scorso ottobre, periodo durante il quale, secondo le testimonianze, sarebbe diventato sempre più irrequieto. Al momento, gli investigatori stanno verificando dettagli relativi ai pagamenti e stipendi della ditta, non escludendo la possibilità di altre tensioni personali o motivi psicologici. Gli interrogatori e le prove raccolte potrebbero gettare luce su cosa abbia spinto il ragazzo a compiere un atto così violento.

L’omicidio di Salvatore Postiglione ha gettato un’ombra di tristezza e inquietudine su Foligno. Con la ricostruzione dell’accaduto e l’interrogatorio del giovane, le autorità sperano di chiarire le motivazioni dietro questo gesto estremo. La comunità attende risposte per comprendere e affrontare questa tragedia.

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