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Allegri archivia la Supercoppa e avverte la sua Juve: voglio concentrazione, il rischio è adagiarsi

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Il successo in Supercoppa, il primo della stagione bianconera, è ormai archiviato in casa Juventus. Normale che sia cosi’ alla vigilia della partita con il Chievo, la ripresa in campionato dopo aver scaldato i motori in Coppa Italia con il Bologna e in Supercoppa: “Ma quelle – dice Allegri – sono partite diverse, domani alla ripresa servira’ una prova seria, rispettando il Chievo che e’ squadra viva”. Scenario che, unito ai tanti indisponibili bianconeri, sembra assumere i contorni della trappola per la capolista. “Il rischio piu’ grosso – avverte il tecnico bianconero – e’ adagiarsi un po’ e questo non deve accadere, altrimenti rischiamo di compromettere quanto abbiamo fatto fino a oggi”. Ecco perche’, anche nella scelta dei termini utilizzati, e’ assolutamente vietato sottovalutare il Chievo: “Nessun turnover, ma verranno cambiati alcuni giocatori. Mandzukic proviamo a recuperarlo con la Lazio, ma e’ difficile, Barzagli sta lavoricchiando, Benatia e’ fuori per l’infiammazione muscolare, Pjanic e’ notevolmente migliorato, e’ squalificato e ha una settimana in piu’ per recuperare”. Spazio alle seconde linee, da Perin in porta a Rugani in difesa al “posto di uno tra Chiellini e Bonucci”, affiancato da De Sciglio a destra e Alex Sandro a sinistra: “A meta’ campo puo’ darsi che si giochi con tre o due: se dovessimo giocare a due, spazio a Bernardeschi e Douglas Costa insieme, altrimenti ne gioca uno solo perche’ qualche cambio devo averlo a parte Kean”.

Anche se le diciassette vittorie in diciannove partite farebbero pensare diversamente, angoli da smussare nella macchina quasi perfetta di Allegri non mancano: dalla condizione fisica alla qualita’ del gioco, “ma serve la testa giusta, mettersi in discussione tutti i giorni, fare fatica, altrimenti avremo sempre alti e bassi, specialmente nella seconda parte di stagione”. Provando a compiere un altro salto di qualita’ nel chiudere le partite, come evidenziato dalla sofferenza eccessiva nel finale della Supercoppa di Gedda, quando un Milan in inferiorita’ numerica ha messo alle corde la corazzata di Allegri: “Dobbiamo capire che quando l’avversario sta per morire, va ucciso”. Forse la metafora non e’ delle piu’ felici, ma rende in pieno l’idea: “Dobbiamo lavorare e migliorare, perche’ nelle partite secche, in cui gli avversari si giocano il tutto per tutto, devi chiudere la partita. Altrimenti le partite rimangono aperte, ma e’ piu’ una questione di testa che di piede”. Infine, con Darmian vicino ai bianconeri, scontato parlare del futuro di Spinazzola: “Andra’ via solo se arrivera’ qualcuno al suo posto. E’ un ottimo giocatore, ma ha bisogno di spazio”.

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Strage a Nuoro, l’omicida si è accanito sulla moglie Giusy Massetti

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Sarebbero stati quattro i colpi di pistola, due alla tempia e due al torace, che hanno ucciso Giusy Massetti, la casalinga di 43 anni di Nuoro, caduta per prima nella strage familiare di mercoledì mattina, nella casa di via Ichnusa, per mano del marito, l’operaio forestale di 52 anni, Roberto Gleboni, morto suicida dopo aver quasi sterminato la famiglia. Sono le prime indiscrezioni che arrivano nel giorno delle autopsie sui corpi dello stesso omicida, di Martina Gleboni di 25 anni, figlia maggiore della coppia, e di Paolo Sanna, il 69enne vicino di casa, ucciso solo perché si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato: l’uomo infatti stava salendo nel suo appartamento al terzo piano quando si è trovato di fronte l’operaio forestale con la pistola in mano.

I tre corpi sono esaminati oggi all’ospedale Brotzu di Cagliari, dal medico legale Roberto Demontis. L’elemento dei 4 colpi di pistola metterebbe in luce una sorta di accanimento di Roberto Gleboni nei confronti della moglie, quasi a confermare le molte voci che girano in città, nonostante i due coniugi fossero molto riservati: ovvero che negli ultimi mesi Giusy avrebbe maturato la decisione di separarsi e che l’operaio non avrebbe sopportato questa scelta. Domani il professor Demontis effettuerà le autopsie sui corpi delle altre due vittime: Giusy Massetti, la moglie di Rovberto, e Francesco Gleboni, il figlio di 10 anni della coppia.

Scampati alla morte il figlio 14enne dell’omicida – preso di striscio dall’arma e ricoverato nel reparto di Otorinolaringoiatria – e la madre 84enne dell’operaio forestale, colpita gravemente alla testa dal figlio (ricoverata in Rianimazione ma fuori pericolo) prima che lui stesso si togliesse la vita nella cucina dell’anziana. Ieri il 14enne è stato sentito per tre ore in audizione protetta dagli investigatori. Avrebbe risposto a tutte le domande e confermato la versione data ai Carabinieri nei momenti successivi alla strage: “A casa urlavano tutti”, aveva già spiegato. Il contenuto dell’audizione protetta – alla quale hanno partecipato anche una psicologa e un tutore legale nominati dalla Procura – rimane sotto stretto riserbo. Stasera il Comune di Nuoro ha organizzato una fiaccolata “per manifestare vicinanza e solidarietà alle famiglie delle vittime”. Il corteo è partito dalla casa di via Ichnusa ed è arrivato davanti alla cattedrale.

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Samardzic replica a Castro, Bologna-Atalanta finisce pari

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Bologna a caccia della prima vittoria interna stagionale, Atalanta in cerca del riscatto dopo l’inatteso ko casalingo con il Como e di solidità difensiva, dopo gli 11 gol concessi nelle ultime quattro uscite: al Dall’Ara finisce in parità. La continuità la trova Castro, con la terza rete consecutiva. Il rimpianto di Italiano è il rosso rimediato da Lucumi tre minuti dopo il vantaggio, che trasforma la ripresa in una tricea. L’Atalanta ne approfitta e si salva all’ultimo respiro da una sconfitta che avrebbe avuto il sapore della beffa dopo una traversa e un palo: Samardzic trova la palla in buca d’angolo, De Ketelaere e Cuadrado non trovano il gol della vittoria in extremis.

Finisce tra i rimpianti di entrambe: il Bologna vede sfumare la vittoria in extremis, l’Atalanta non riesce a sfruttare la superiorità numerica. Nessuna delle due squadre rinuncia alla propria identità, nonostante l’emergenza e le sfide di Champions con Liverpool e Shakhtar in programma mercoledì’: Italiano deve rinunciare a all’ex Cambiaghi, Pobega, Ferguson ed El Azzouzi, Gasperini a Scalvini, Hien, Scamacca, Toloi. Ne esce un match di duelli uno contro uno a tutto campo, in cui basta una giocata o un anticipo per lanciarsi in campo aperto. Il Bologna ci prova al 3′ con Ndoye, ma Dijmsiti trova una chiusura provvidenziale che evita di lanciare lo svizzero in campo aperto e Castro tre minuti dopo trova il colpo di testa su cross di Lykogiannis ma non la porta.

Orsolini ruba palla a Ruggeri e si invola, ma pecca di egoismo e non serve Castro solo davanti alla porta facendosi murare da Djimsiti. Manca l’ultimo passaggio al Bologna, non all’Atalanta: De Ketelaere al 18 manda Lookman davanti a Skorupski, che con i piedi dice no all’attaccante nerazzurro: intervento salva risultato. Brescianini, invece, si infortuna a tu per tu con il portiere avversario tentando la conclusione sotto misura, sul cross di Kolasinac ispirato sempre da De Ketelaere: Skorupski si salva ancora. Castro è un rebus per Djisiti, che lo soffre: l’argentino esce e apre spazi, si lancia in profondità: i rossoblù producono mole di gioco e occasioni potenziali ma non conclusioni, l’Atalanta invece punge, per senza sfondare. Si va all’intervallo sullo 0-0 e al secondo minuto arriva la giocata di Castro che stappa il match: Castro mette a sedere Djimsiti, punta la porta e trova l’angolino alla sinistra di Carnesecchi con il tiro a giro.

Tre minuti dopo però, la frittata rossoblù. Lucumi si fa rubare palla al limite da De Ketelaere e commette fallo: giallo e rigore, che diventa punizione dal limite e rosso dopo revisione Var e sugli sviluppi Bellanova centra la traversa. Diventa assalto atalantino, con Lookman vicino al gol poco dopo. Italiano ridisegna il Bologna: dentro Casale ed Erlic, con Beukema spostato in mediana, Gasperini mette tutti i calibri pesanti: Pasalic, Cuadrado, Zaniolo e Retegui. L’Atalanta è arrembante ma non lucida. E neppure fortunata, perché dopo la traversa di Bellanova arriva al 44′ il palo di Samardzic, che un minuto dopo si rifà infilando la palla nel sette salvando l’Atalanta.

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Calcio: la Juventus torna al successo, Genoa ko 3-0

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Ritorno al successo per la Juventus che nel silenzio di un Ferraris a porte chiuse e senza tifosi dopo gli incidenti di mercoledì sera nel derby ha sconfitto un Genoa sempre più in crisi di risultati. Ci ha pensato Vlahovic con una doppietta e Conceicao nel finale, a riportare i tre punti in casa bianconera dopo tre gare consecutive terinate 0-0. L’attaccante serbo ha spezzato ad inizio ripresa su calcio di rigore, mano netta di De Winter, una gara dai ritmi lenti e che il Genoa stava cercando di controllare.

Poco dopo su assist di Koopmeiners ha chiuso di fatto la sfida con un preciso diagonale. A legittimare il successo anche una traversa di Koopmeiners su assist di Conceicao mentre al 44′ proprio il portoghese ha siglato il terzo gol su assist di Thuram. Poco ha potuto il Genoa che ha pagato le assenze di giocatori come Messias e Malinovskyi e l’infortunio al 23′ del primo tempo di Badelj. Gilardino ha provato a sorprendere gli avversari con il 2008 Ahanor sulla fascia sinistra ma è davanti che la coppia Pinamonti – Vitinha ha fallito senza impensierire mai Perin. Poche le emozioni nella prima frazione che non ha fatto registrare nemmeno un tiro nello specchio della porta.

Ci ha provato Vlahovic su punizione, alto e Koopmeiners con un diagonale terminato abbondamente a lato mentre nel finale un cross di Gonzalez dal fondo è stato smanacciato da Gollini. Genoa invece non pervenuto almeno sul fronte offensivo mentre è riuscito nella prima frazione a controllare con ordine una Juve poco arrembante. A cambiare il corso della gara ad inizio secondo tempo, al 2′, un tocco di mano di De Winter che ha intercettato un passaggio di Yldiz. Dagli undici metri Vlahovic non ha sbagliato portando i suoi in vantaggio di fatto senza che fino ad allora i bianconeri avessero mai concluso nello specchio. Subito il gol i rossoblù non si sono più rialzati e al 9′ Koopmeiners ha pescato Vlahovic largo, il serbo è entrato in area ed ha battuto Gollini con un preciso rasoterra sul secondo palo.

Sotto di due reti Gilardino ha provato a cambiare inserendo tra gli altri Ankeye e l’esordiente Kassa rischiando però di subire il terzo gol quando Conceicao, da poco entrato, ha servito dal fondo Koopmeiners in mezzo ma l’olandese ha colpito la traversa. Nel finale prime conclusioni del Genoa, un tiro di Kassa bloccato da Perin e una girata di Pinamonti alzata in angolo dall’ex portiere rossoblù proprio poco prima che Conceicao, su assist di Thuram, sigillasse il risultato segnando il terzo gol. Per i bianconeri vittoria netta e sesta gara consecutiva senza aver subito gol in campionato. Crisi profonda per il Genoa che ha raccolto un solo punto nelle ultime quattro partite. Nota a margine, l’incendio nel primissimo pomeriggio della batteria tampone di un gruppo di continuità elettrico nella stanza del Var. L’incendio è stato immediatamente spento e la batteria sostituita.

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