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Allarme Covid in Usa, Biden ci ripensa sulle mascherine: forse tornano obbligatorie

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Torna l’allarme Covid negli Stati Uniti, non risparmiati dalla nuova ondata di contagi legata soprattutto al diffondersi della variante Delta. Un boom dei casi che negli ultimi giorni non ha risparmiato un funzionario della Casa Bianca e un membro dello staff della speaker della Camera Nancy Pelosi, alimentando i timori di nuovi focolai all’interno dei palazzi delle istituzioni. E la preoccupazione e’ tanta che l’amministrazione guidata da Joe Biden, in una sorta di retromarcia, potrebbe clamorosamente rivedere nelle prossime ore o nei prossimi giorni le linee guida sull’uso delle mascherine, raccomandandone nuovamente l’obbligatorieta’ in diversi casi, anche per i vaccinati. Del resto gli ultimi numeri sulla diffusione del virus nella gran parte degli Stati Usa sono da far tremare i polsi: i casi sono piu’ che triplicati in sole due settimane, con un aumento considerevole delle ospedalizzazioni (quasi raddoppiate) e una nuova impennata del numero di decessi, una media di 250 al giorno. Nel dettaglio, secondo la banca dati della Johns Hopkins Univeristy, la media dei nuovi contagi giornalieri e’ salita dai 13.700 dello scorso 6 luglio agli oltre 37.000 del 20 luglio. Oltre l’80% riguarda la contagiosissima variante Delta. Cifre e percentuali confermate dalle rilevazioni giornaliere fatte anche da altre istituzioni e dai media come il New York Times. A peggiorare il quadro di una situazione che in Usa appare chiaramente in via di deterioramento c’e’ poi lo stallo del tasso di vaccinazione, con l’America oramai superata dall’Europa per numero di persone che hanno ricevuto almeno una dose. Il numero degli americani che sono stati vaccinati nelle ultime due settimane e’ invece calato, e poco piu’ del 55% della popolazione ha ricevuto almeno una dose, una percentuale ancora ben lontana da quel 70% che Biden aveva indicato come obiettivo da raggiungere entro lo scorso 4 luglio. “In questa fase siamo di fronte a una pandemia dei non vaccinati, si ammala chi non si vaccina”, ha denunciato il presidente americano, cercando di difendersi da chi lo critica per aver cantato troppo presto vittoria, e aver affermato appena un mese fa che il virus era ormai in ritirata. “Se siete vaccinati non correte il rischio di essere ospedalizzati o di finire nel reparto di rianimazione o di morire”, ha insistito Biden, rinnovando l’appello a combattere la cultura no vax e quella cospirazionista, ma anche dubbi e scetticismi che stanno impedendo di procedere speditamente verso l’obiettivo della immunita’ di gregge. Intanto in queste ore alla Casa Bianca si sta discutendo sulla possibilita’ di ripristinare un uso delle mascherine su larga scala. A tal proposito i vertici e gli esperti dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), la massima autorita’ sanitaria federale, sono gia’ al lavoro per valutare la messa a punto di nuove linee guida ed emanare nuove raccomandazioni. Come quella sostenuta dal presidente americano di far indossare le mascherine nelle scuole a tutti gli alunni sotto i 12 anni. Al momento l’uso delle mascherine negli Usa non e’ piu’ richiesto per i vaccinati a eccezione di coloro che salgono sui mezzi pubblici. Nella speranza di accelerare nuovamente sulle vaccinazioni e di convincere molti degli indecisi, Biden ha infine assicurato che entro il prossimo autunno arrivera’ da parte della Food and Drugs Administration (Fda) il via libera definitivo ai vaccini, finora utilizzati solo grazie ad un’approvazione per uso d’emergenza.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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