Una questione di forma. Ma anche di contenuto politico scottante. Tra poche ore, la pubblicazione ufficiale dei quesiti che saranno messi ai voti dell’Assemblea costituente del M5s. Resta qualche virgola da aggiungere, ma la sostanza c’è già tutta. Gli iscritti, a suon di click, si esprimeranno su questioni nevralgiche per il futuro del Movimento, dalla modifica del ruolo del garante, alla revisione del tetto dei due mandati, fino al tema delle alleanze. Nella stesura finale dei quesiti, si infittiscono le riflessioni sulle parole più equilibrate da usare e sull’impalcatura delle procedure di voto. Dettagli non da poco, che potrebbero determinare il successo o l’insuccesso dell’intera operazione.
I timori, che cominciano a diffondersi nelle fila pentastellate, sono legati soprattutto al raggiungimento del quorum della metà più uno degli iscritti, necessario per validare al primo turno la votazione dei quesiti sulle modifiche allo Statuto. E così, l’accuratezza formale diventa terreno di alta densità politica. Meticolosità e prudenza, dunque, sono riservate soprattutto ai cosiddetti ‘quesiti statutari’. Tra questi, quelli che riguardano il garante e il simbolo del Movimento. Sul ruolo di Beppe Grillo, è andato in scena un ampio dibattito al tavolo di lavoro. Con Giuseppe Conte che avrebbe invitato a non estremizzare la scrittura, con l’intenzione di non proporre all’Assemblea uno scontro personale tra presidente e fondatore. Difficile, però, non tenere conto di una consistente fetta della base favorevole all’abolizione della carica, che potrebbe così finire tra i quesiti. Insieme a modifiche intermedie, che vanno dal ruolo a tempo determinato alla carica onorifica. Sul simbolo, invece, il quesito sarebbe orientato sulla revisione delle regole per modificarlo.
Lo Statuto, infatti, prevede una proposta ‘concertata’ tra presidente e garante, difficilmente raggiungibile con la guerra in corso tra Conte e Grillo. Invece, tra i cosiddetti ‘quesiti di indirizzo’, che non necessitano di quorum, ci saranno quello sulla collocazione politica del Movimento, con opzioni che potrebbero oscillare tra il divieto di alleanze e il posizionamento nel campo progressista, e quello che prevede diverse opzioni per superare il limite dei due mandati. Questioni calde a parte, i quesiti coinvolgono tanti altri ambiti. E sono una mole, che preoccupa gli stessi big al lavoro. Lo sforzo delle ultime ore, infatti, è riservato a rendere facilmente intellegibili e snelle le operazioni di voto per gli iscritti. Con l’ipotesi di aprire a votazioni selettive, e rinunciare dunque a una voto obbligatorio sull’integrità dei quesiti. Quorum o meno, la sfida per Conte resta quella di ottenere un mandato forte dalla Costituente.
Che passa anche dal numero di iscritti che voteranno online. Nelle ultime consultazioni, la partecipazione ha oscillato tra il 15 e il 20%. Ora, dal dato dell’affluenza dipenderà anche la forza dell’annuncio finale all’evento ‘Nova’ a Roma. Non a caso, lo stesso presidente invita gli iscritti a “convincere gli altri a votare” nelle ‘Agorà’, spazi di confronto in rete che precedono l’Assemblea. Intanto, si arricchisce il programma di ‘Nova’: dopo gli economisti Joseph Stigliz e Jeffrey Sachs, vengono rivelati i nomi di Enrico Mentana, Marcello Veneziani, Marco Travaglio e Peter Gomez sul tema ‘cultura e informazione’. Insieme a tanti altri ospiti, anche stranieri, ci sarà Andrea Riccardi della comunità di Sant’Egidio. Le adesioni per l’evento sono già tremila.