Si avvicina il processo per Alberto Genovese, in cella da poco piu’ di otto mesi con l’accusa di aver stordito, con un mix di droghe, e poi violentato per parecchie ore due giovani, una nel suo attico nel cuore di Milano con vista sul Duomo, e l’altra in una villa a cinque stelle a Ibiza. La procura ha chiuso infatti l’inchiesta in vista della richiesta di processo nei confronti dell’imprenditore un tempo noto per aver lanciato alcune start up di successo. L’avviso di conclusione delle indagini, condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dai pm Rosaria Stagnaro e Paolo Filippini e dall’aggiunto Letizia Mannella porta la data di ieri. I reati contestati sono violenza sessuale aggravata, anche di gruppo, lesioni personali, e detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, in particolate ketamina, cocaina e Mdma. Adesso tocchera’ al gup fissare la data dell’udienza preliminare, ma non e’ escluso che Genovese scelga il rito abbreviato in quanto gli consentirebbe non solo uno sconto di un terzo sulla pena, ma anche di evitare il clamore mediatico di un dibattimento pubblico davanti al Tribunale. Come si legge nell’atto notificato nelle scorse ore, il plurimilionario ‘mago del web’, risponde di due episodi di stupro per i quali il gip Tommaso Perna ha firmato altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere. Il primo risale allo scorso 10 ottobre quando l’ex fondatore di Facile.it, al termine di una serata nel suo appartamento di lusso con piscina, teatro di una serie di festini nei quali sono comparsi anche vip, avrebbe ridotto “in stato di semi- incoscienza” una ragazza di 18 anni per poi, una volta portata nella sua camera da letto, violentarla fino alla mattina dopo e lasciarla quasi esanime. La giovane, al suo risveglio, e’ riuscita a farsi forza e oltre ad andare in ospedale, dove i medici le hanno dato una prognosi di 25 giorni, ha denunciato Genovese, meno di un mese dopo arrestato. A breve il suo avvocato, Luigi Liguori, depositera’ una relazione medico legale per sottolineare il trauma fisico e psicologico subito dalla giovane e che si sta tuttora manifestando, per esempio, con un “grave stato di ansia”. Il secondo caso contestato e al centro della seconda misura cautelare risale esattamente a un anno fa. Nella cornice di ‘villa Lolita’, presa in affitto per trascorrere le vacanze estive nella rinomata isola delle Baleari, il 44enne, complice la sua compagna di allora pure lei indagata, avrebbe fatto assumere droga a una modella, piu’ giovane di 20 anni, fino a quasi farle perdere i sensi per poi sottoporla a ripetute violenze al punto da renderla “incapace di reggersi in piedi”. “La mia assistita ha respinto ogni accusa gia’ nel corso delle indagini. Ha fornito la propria versione dei fatti, dimostrando la piu’ ampia collaborazione – ha spiegato il difensore della ex compagna di Genovese – . Rispetto ai tanti episodi di cui si e’ parlato all’inizio di questa inchiesta le viene contestato questo unico fatto, rispetto al quale lo stesso gip Perna, ha avanzato seri dubbi circa il suo coinvolgimento”. Il giudice, che non ha invece ritenuto credibili i presunti abusi denunciati da altre due ragazze, lo scorso maggio aveva respinto la richiesta di giudizio immediato avanzato dai pm cosi’ come le molteplici istanze di scarcerazione e di arresti domiciliari in una clinica dove potersi disintossicare dalla cocaina, avanzate dai difensori, Luigi Isolabella e Davide Ferrari. Inoltre non ha accolto neppure il sequestro di 4,3 milioni chiesto dai pubblici ministeri che hanno indagato l’imprenditore anche per reati fiscali. Sebbene il caso Genovese abbia diverse sfaccettature su cui inquirenti e investigatori stanno ancora facendo luce, con la chiusura di questa prima tranche di indagine e’ stato messo un punto fermo. Ora la parola passa al gup.
Il 23 novembre 1980 è una data incisa nella memoria dell’Italia. Alle ore 19:35, una scossa di terremoto di magnitudo 6,8, seguita da un’altra di magnitudo 5, devastò le province di Avellino, Salerno e Potenza, colpendo anche altre zone della Campania e della Basilicata. Una tragedia che causò migliaia di vittime e distrusse interi paesi, lasciando ferite profonde nel cuore delle comunità.
A 44 anni di distanza, i Vigili del Fuoco di Avellino, insieme alle istituzioni e ai cittadini, vogliono rendere omaggio alle vittime e ai feriti di quella catastrofe, ricordando anche il sacrificio di chi, con coraggio e abnegazione, si mobilitò per portare soccorso.
Il ricordo dei soccorritori
I Vigili del Fuoco furono tra i protagonisti della risposta all’emergenza. Nonostante le difficoltà rappresentate da un territorio montagnoso, dalle condizioni meteorologiche avverse e dalle vie di comunicazione interrotte, operarono senza sosta per mesi. Ragazzi che, con il loro spirito di adattamento, riuscirono a superare ogni ostacolo, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione della popolazione colpita.
«Vogliamo ricordare l’immane lavoro dei nostri colleghi Vigili del Fuoco, che affrontarono sacrifici personali senza precedenti per fronteggiare una situazione straordinaria», sottolineano oggi i rappresentanti del corpo.
Un messaggio dal Ministro Piantedosi
Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha partecipato alle commemorazioni a Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei comuni più colpiti dal sisma, ricordando con commozione il sacrificio delle vittime e il moto di solidarietà che ne seguì.
«Quella tragedia rappresentò uno spartiacque per il nostro Paese, evidenziando la necessità di un Sistema nazionale di protezione civile. Oggi, la Protezione Civile italiana è un modello d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale», ha dichiarato Piantedosi.
L’impatto storico e umano
La scossa devastò un’area di 17.000 chilometri quadrati, rendendo i soccorsi estremamente complessi. Cinque giorni dopo il sisma, tutti i corpi erano stati estratti dalle macerie, ma il lavoro di ricostruzione e assistenza durò per mesi. Allora, il presidente Sandro Pertini denunciò i gravi ritardi nei soccorsi, sollevando l’urgenza di migliorare le risposte alle emergenze.
Quella tragedia fu il punto di partenza per la nascita, nel 1982, del Dipartimento della Protezione Civile, che oggi coordina le emergenze sul territorio nazionale con rapidità ed efficacia.
Un tributo all’Italia solidale
L’anniversario del terremoto in Irpinia è un’occasione per ricordare non solo il dolore, ma anche la straordinaria solidarietà che unì il Paese. Da ogni angolo d’Italia arrivarono soccorritori e aiuti per sostenere le popolazioni colpite.
I Vigili del Fuoco di Avellino celebrano oggi il coraggio e la dedizione di chi si sacrificò per portare speranza e sollievo in un momento di disperazione, riaffermando il valore della memoria collettiva e dell’impegno civile.
Questa mattina, alle ore 8:35, è stata registrata una lieve scossa di terremoto di magnitudo 2,2 della scala Richter sul Vesuvio, precisamente sul versante di Ottaviano. La scossa, localizzata a una profondità di appena 20 metri, è stata percepita dalla popolazione locale, sebbene senza provocare danni.
Un evento di natura superficiale
La particolarità di questo evento sismico è la sua natura superficiale: essendo avvenuto a una profondità molto ridotta, il movimento del suolo è stato avvertito con maggiore intensità nelle aree circostanti l’epicentro, pur trattandosi di una magnitudo contenuta.
La rete di monitoraggio sul Vesuvio
Il Vesuvio, uno dei vulcani attivi più monitorati al mondo, è costantemente sotto osservazione dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Gli eventi sismici di bassa intensità e profondità, come quello di questa mattina, rientrano nelle normali attività vulcaniche e tettoniche dell’area.
Cosa significa per la popolazione
Gli esperti sottolineano che una scossa di questa entità non rappresenta un motivo di preoccupazione. Tali fenomeni sono parte della normale attività geodinamica dell’area vesuviana e non indicano necessariamente cambiamenti significativi nel comportamento del vulcano.
Consigli per la cittadinanza
È sempre utile che la popolazione residente in aree vulcaniche adotti semplici pratiche di prevenzione e segua le comunicazioni ufficiali delle autorità locali e degli enti scientifici.
L’evento odierno, pur avvertito dalla cittadinanza, rientra nella casistica di scosse leggere che non destano particolari allarmi, ma che ricordano l’importanza di vivere consapevolmente in una zona caratterizzata da fenomeni naturali unici.
Ad Avellino l’intervento congiunto dei Vigili del Fuoco e della Polizia di Stato hanno portato al salvataggio di una donna e dei suoi figli da una situazione critica.
Il delicato intervento si è svolto ad Avellino, in via Circumvallazione, dove i Vigili del Fuoco sono intervenuti su richiesta della Polizia di Stato per affrontare una grave situazione di emergenza familiare. Un uomo, armato di coltello, minacciava la sua compagna, una donna di origini senegalesi, e i loro tre figli: due bambine e un maschietto.
La donna, temendo per la propria vita e quella dei suoi figli, si era rifugiata in una stanza chiusa a chiave. In cerca di aiuto, aveva portato i bambini sul balcone, attirando così l’attenzione delle forze dell’ordine e dei soccorritori. La tempestività dei Vigili del Fuoco, intervenuti con un’autoscala, ha permesso di mettere subito in salvo le due bambine, che sono state portate in un luogo sicuro.
Mentre l’operazione di soccorso continuava per raggiungere la madre e il figlio, l’uomo è riuscito a sfondare la porta della stanza, aumentando ulteriormente il rischio per i presenti. È stato in quel momento che gli agenti della Polizia di Stato, già sul posto, sono intervenuti con prontezza, riuscendo a bloccare e neutralizzare l’aggressore prima che potesse ferire qualcuno.
Completata la messa in sicurezza dell’uomo, i Vigili del Fuoco hanno riportato le bambine al fianco della madre, concludendo con successo l’intervento. Nessuno tra i coinvolti ha riportato ferite, e la donna e i suoi figli sono stati affidati alle cure dei servizi sociali per il supporto necessario.