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Cronache

Aiuta un automobilista panne, poliziotto travolto ed ucciso

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E’ stato travolto e ucciso da un’auto, mentre con un collega interveniva per aiutare un automobilista rimasto in panne. Un agente della Polizia stradale di Siniscola, Marino Terrezza, 36 anni, e’ morto lungo la statale 131 Dcn all’altezza di Posada, nel Nuorese. Sul posto per effettuare i rilievi sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Siniscola. L’incidente e’ avvenuto verso le 9, in direzione di Olbia. La pattuglia della Polstrada, impegnata nei consueti controlli, ha notato un’auto in panne, ferma sul ciglio della strada nella corsia di decelerazione. Il conducente, a quanto pare, stava cercando di cambiare una gomma forata. Gli agenti si sono subito fermati per aiutarlo e per ‘fare viabilita”, cioe’ far defluire il traffico. Proprio mentre il poliziotto era impegnato nella viabilita’ e’ stato centrato in pieno da una Volkswagen Golf condotta da un 38enne. L’urto e’ stato violentissimo, l’agente e’ stato sbalzato sull’asfalto. Il collega ha subito fatto scattare l’allarme. Sul posto e’ arrivata un’ambulanza del 118 e poco dopo l’Elisoccorso. Le condizioni dell’agente sono apparse subito disperate, i medici hanno tentato in tutti i modi di rianimarlo e stabilizzarlo per trasportarlo in ospedale, ma non c’e’ stato nulla da fare. Per consentire i rilievi la strada e’ stata chiusa al traffico dall’Anas. I militari dell’Arma stanno cercando di ricostruire dettagliatamente l’incidente, non solo con i rilievi sul posto, ma anche raccogliendo le dichiarazioni dei testimoni e dello stesso investitore che sara’ sottoposto a tutti gli accertamenti. Scontata l’apertura di un’inchiesta e l’iscrizione del 38enne nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio stradale. La notizia dell’incidente e della morte di Marino Terrezza si e’ diffusa velocemente gettando nello sconforto i colleghi e chi lo conosceva. Terrezza era sposato e viveva con la moglie e il figlio di quattro anni a Orosei. La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha espresso al capo della Polizia, Lamberto Giannini, “profondo dolore e cordoglio per la scomparsa dell’assistente della Polizia di Stato”. Nel manifestare “la sua commossa e sentita partecipazione ai familiari”. Cordoglio e’ stato espresso anche dal presidente della Regione Sardegna Christian Solinas.

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Cronache

Uccise due amiche a Melbourne, preso 47 anni dopo a Roma

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Dopo quasi mezzo secolo di indagini arriva la svolta su un duplice omicidio che nel 1977 sconvolse la città australiana di Melbourne. Il presunto responsabile è stato arrestato a Roma, dall’altra parte del mondo. Si tratta di un 65enne greco-australiano accusato di aver ucciso due giovani amiche colpendole con decine di coltellate. È stato fermato dalla polaria giovedì sera all’aeroporto di Fiumicino dove era atterrato con un volo dalla Grecia per una vacanza nella città eterna. Aveva con sé una carta d’identità greca che riportava un nome simile a quello con cui era conosciuto in Australia. Era ricercato a livello internazionale da sette anni.

Dopo l’omicidio l’uomo, all’epoca adolescente, era stato ascoltato dagli inquirenti e rilasciato. Poi grazie ai ‘progressi tecnologici’ nel corso degli anni c’è stata un’accelerazione nelle indagini. Nel 2017 gli sarebbe stato richiesto un campione di Dna e da quel momento l’uomo si è reso irreperibile. Ma gli investigatori australiani sarebbero riusciti comunque a fare una comparazione individuandolo come responsabile del delitto. “Ora l’Australia avvierà le procedure di estradizione per il sospettato, un cittadino greco-australiano che viveva in Grecia dove era protetto dalla prescrizione” ha annunciato in una conferenza stampa il capo della polizia dello Stato australiano di Victoria, Shane Patton, descrivendo questo ‘cold case’ come il più lungo e grave dello Stato australiano.

Nel 2017 la polizia aveva anche offerto una ricompensa di un milione di dollari australiani (680mila dollari americani) per informazioni che portassero a un arresto del responsabile del duplice omicidio definito dal capo della polizia “assolutamente raccapricciante, orribile e frenetico”. Suzanne Armstrong di 27 anni e Susan Bartlett di 28 anni furono trovate morte a gennaio del 1977 nell’appartamento che condividevano nel sobborgo di Melbourne. Erano in una pozza di sangue. Sui loro corpi i segni di decine di coltellate. In casa con le due ragazze, amiche fin da quando erano bambine, c’era anche il figlio di Suzanne, che aveva solo 16 mesi. Fu proprio il pianto del bambino, fortunatamente illeso nel suo lettino, a far scattare l’allarme. Emozione tra i parenti delle vittime alla notizia dell’arresto del sospettato. Le famiglie di Susan e Suzanne si sono dette “riconoscenti per non essere state dimenticate” al detective che segue il caso dal 2015 e ha comunicato la svolta.

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Calcinacci da facciata San Gregorio, vertice in prefettura

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Convocata dal Prefetto di Napoli, Michele di Bari (nella foto), si è tenuta oggi una riunione relativa all’effettuazione dei lavori di messa in sicurezza conseguenti alla caduta di calcinacci dalla facciata del chiostro di San Gregorio Armeno. All’incontro, presieduto dal vice prefetto vicario Gaetano Cupello hanno partecipato Rosalia D’Apice, delegato della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e per il Paesaggio del Comune di Napoli e il Comandante della Polizia Locale di Napoli Ciro Esposito. Nel corso della riunione è stata definito che nella prima mattinata di lunedì, con ordinanza sindacale, verrà chiusa al traffico la via San Gregorio Armeno, per la durata di cinque giorni, affinché la ditta incaricata dalla Soprintendenza possa provvedere ad installare il mezzo meccanico per effettuare i lavori di messa in sicurezza della facciata del complesso, mentre verranno verificate le altre facciate non interessate dal distacco di materiale. È stata inoltre disposta una vigilanza continuativa da parte della Polizia Locale dell’area prospiciente la facciata interessata dal distacco, attualmente già transennata.

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Cronache

Ucciso mentre difende una donna, fiori su luogo dell’aggressione

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Qualche mazzo di fiori, la sciarpa del Venezia calcio e un biglietto di ringraziamento, si trovano sul luogo in cui ieri sera è stato accoltellato a morte Giacomo Gobbato, aggredito assieme a un amico per aver cercato di sventare una rapina a una donna, a Mestre (Venezia). Il punto dell’aggressione si trova in uno dei viali di ingresso alla città di terraferma, Corso del Popolo, su un marciapiede solitamente percorso dagli studenti di due licei vicini, un classico e un artistico.

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