L’Assemblea generale delle Nazioni unite ha approvato la risoluzione che chiede la Russia metta fine alle guerra in Ucraina e ritiri tutte le sue truppe. I voti a favore sono stati 141, i no cinque, gli astenuti 35. Un voto dal forte sapore simbolico che non incide sulla guerra in corso ma che dá una chiara indicazione sul clima di isolamento in cui la Russia si é cacciata. Il segnale preciso che la guerra lampo non c’è stata, i morti civili provocati da bombardamento e lanci di missili indiscriminati dei russo fanno orrore, le bombe non metteranno a tacere la comunità internazionale. Il voto storico di all’Onu lancia un forte messaggio contro l’invasione russa in Ucraina. Il mondo respinge massicciamente questa aggressione ingiustificata. Aldilà del merito delle questioni di sicurezza poste dalla Russia. Gli attacchi sono una palese violazione del diritto internazionale. E la Russia si é messa fuori dal Mondo civile.
Il mondo si conta all’Onu e una maggioranza schiacciante (141 si’, 5 no e 35 astenuti) approva la risoluzione contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina chiedendo a Mosca un ritiro “immediato” delle truppe e condannando le minacce nucleari. Una mossa che isola ulteriormente sull’arena mondiale Vladimir Putin, “il dittatore russo” cui Joe Biden ha promesso di far pagare un caro prezzo per la sua aggressione, riunendo le democrazie nella battaglia “della liberta’ contro la tirannia” e mettendo ora nel mirino anche gli oligarchi russi per sequestrate i “loro yacht, le loro ville e i loro jet privati”. Il voto e’ arrivato dopo una rara riunione di emergenza dell’assemblea generale durata tre giorni, con le arringhe finali di Washington e di Kiev, che hanno accusato il Cremlino rispettivamente di aver tradito la carta delle Nazioni Unite (usando anche “bombe a grappolo e termobariche” contro i civili) e di commettere “un genocidio” sulla falsariga di Hitler. La Cina, stretta alleata di Mosca ma sempre piu’ scettica sull’invasione, si e’ astenuta dopo aver ammonito che “tutti avranno da perdere in una nuova guerra fredda”. Idem l’India, militarmente vicina al Cremlino, Cuba e Nicaragua, generalmente allineate allo zar, come Iran, Iraq, Pakistan e Kazakhstan. Ma Putin ha perso la neutralita’ iniziale del Brasile di Jair Bolsonaro, che ha votato a sostegno. A favore anche il prudente mondo del Golfo: Arabia Saudita, Emirati, Oman, Qatar. L’ambasciatore russo all’Onu Vassily Nebenzia, dopo aver negato che i civili siano nel mirino dell’esercito di Mosca, aveva chiesto di bocciare la risoluzione invocando il diritto all’autodifesa previsto dall’articolo 51 della Carta. Ma con la Russia si sono schierate solo la Bielorussia, la Siria, l’Eritrea e la Corea del Nord, che ha accusato gli occidentali di aver “distrutto la Libia, l’Iraq e l’Afghanistan”. Il resto del mondo invece, dalle Americhe all’Europa, dall’Asia all’Africa, ha votato a favore. La bozza, simile a quella su cui Mosca ha messo il veto la settimana scorsa in Consiglio di Sicurezza, aveva subito negli ultimi giorni numerose modifiche, virando verso un linguaggio piu’ moderato per ottenere il piu’ ampio consenso possibile. Nel testo non si “condanna” piu’ l’invasione, come inizialmente previsto, ma si “deplora con la massima fermezza l’aggressione della Russia contro l’Ucraina”. Si chiede che Mosca “cessi immediatamente l’uso della forza contro l’Ucraina e si astenga da ogni ulteriore minaccia illegale o uso della forza contro qualsiasi Stato membro”, e che “ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari dal territorio ucraino entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti”. La risoluzione inoltre “condanna la decisione della Russia di rafforzare la messa in stato di allerta delle sue forze nucleari”, un passaggio assente nel testo presentato al Consiglio di sicurezza. E’ stata adottata in base all’articolo 18 e quindi si traduce in “raccomandazione in materia di mantenimento di pace e sicurezza”, materia di pertinenza del Consiglio di sicurezza, che quindi e’ stato in qualche modo aggirato, dando un segnale politico potente. I Paesi che co-sponsorizzavano il documento erano 96, tra cui l’Italia. Washington e gli alleati occidentali puntavano a superare i due terzi dei voti per ottenere l’adozione del testo, che non e’ non legalmente vincolante ma e’ politicamente molto significativo. Sono andati ben oltre, superando anche l’esito di un’analoga mozione di condanna della Russia per l’annessione (incruenta) della Crimea nel 2014, che aveva ricevuto 100 si’, 11 no e 58 astensioni. L’assemblea ha rivelato una maggioranza netta contro l’azione di Mosca, compresi numerosi Paesi africani e dell’America Latina, in parte anche per il timore di un effetto domino se la Russia dovesse conquistare l’Ucraina. Piu’ in disparte il mondo arabo, tranne il Kuwait, vittima nel 1990 di un’invasione da parte dell’Iraq, che ha denunciato esplicitamente il Cremlino. Entro la settimana dovrebbe essere messa al voto invece una risoluzione proposta da Francia e Messico per favorire gli aiuti umanitari. Sperando che la Russia non metta il veto anche su questo.