Collegati con noi

Cronache

Aggredito Fabrizio Corona nel boschetto della droga di Rogoredo: lo racconta lui stesso su Instagram

Pubblicato

del

“Stasera mi sono recato nel Bosco della droga di Rogoredo, patria nazionale dello spaccio Italiano dove anche la polizia si rifiuta di entrare”. Con queste parole in un post su Instagram, Fabrizio Corona, denuncia sui social l’aggressione di cui è stato vittima nel boschetto di Rogoredo, a Milano. L’immagine postata ritrae l’ex re dei paparazzi sdraiato all’interno di un’ambulanza, mentre un operatore del 118 gli misura la pressione (stranamente sul braccio ancora coperto dal giaccone che toglierà solo nel video seguente dove appare a torso nudo). Poco prima, stando al post di Corona, sarebbe stato aggredito mentre girava un servizio per ‘Non è l’arena’ la trasmissione in onda su La7 e condotta da Massimo Giletti. “Le uniche inchieste sono state fatte di giorno da giornalisti accompagnati da polizia di scorta a circondare la zona, mentre io mi sono recato lì da solo con un operatore e un fonico per raccontare il parallelismo della mia tossicodipendenza e quella che colpisce l’Italia e la povera gente che vede uno Stato inerme e una polizia disinteressata”,prosegue Corona su Instagram. “Tutto solo per raccontare come ho sempre fatto in modo oggettivo la realtà” aggiunge, dedicando un pensiero al figlio: “Ora in questo momento ringrazio Dio per aver protetto mio figlio Carlos Maria”. In ogni caso Corona sta bene e non avrebbe subito serie conseguenze fisiche. Ma c’è un piccolo giallo: i documenti e lo smartphone gli sono stati rubati (come ha affermato in una storia su Instagram Luca Cerchioni, un collaboratore di Corona presente con lui al boschetto) oppure li avrebbe persi come ha detto agli uomini dell’Arma?

 

Advertisement

Cronache

Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

Pubblicato

del

Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

Continua a leggere

Cronache

‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

Pubblicato

del

featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

Continua a leggere

Cronache

Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

Pubblicato

del

“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto