Italia ancora tutta in zona bianca ma alcuni parametri, in crescita soprattutto nelle regioni del Sud e nelle isole, lasciano intravedere possibili cambi di colore nelle prossime settimane. A partire dalla Sardegna, dove il tasso di occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti Covid e’ arrivato all’11%, oltre la soglia del 10% indicata come uno dei nuovi parametri principali per il passaggio in zona gialla. Alla Sicilia, invece, il tasso piu’ alto di occupazione dei posti letto nei reparti di area ‘non critica’, con il 13%, anche se ancora sotto la soglia prevista del 15%. Quanto al terzo indicatore chiave per le decisioni sulle misure di contenimento, ovvero l’incidenza dei casi settimanali su 100mila abitanti, a trainare e’ la Sardegna con 138,4 casi, seguita da Toscana (119,2), Veneto (102) e Sicilia (101,6). Secondo i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), aggiornati all’8 agosto rispetto al 7 agosto, e’ arrivato al 5%, a livello nazionale, il tasso di occupazione dei posti letto da parte di pazienti affetti da Covid-19 nei reparti di malattie infettive, medicina interna e pneumologia. Quattro regioni in particolare vedono un aumento dell’1%: Calabria, che arriva a 11%; Basilicata, che raggiunge la Sardegna al 7%; Toscana e Piemonte. Questa, nel dettaglio la situazione: Abruzzo (3%), Basilicata (+1%, arriva al 7%), Calabria (+1% arriva all’11%), Campania (-1%, torna al 6%), Emilia Romagna (4%), Friuli Venezia Giulia (2%), Lazio (6%), Liguria (3%), Lombardia (4%), Marche (5%), Molise (1%), PA Bolzano (2%), PA Trento (3%), Piemonte (+ 1% arriva al 2%), Puglia (-1%, torna al 3%), Sardegna (7%), Sicilia (13%), Toscana (+1% arriva al 5%), Umbria (4%), Valle d’Aosta (4%) e Veneto (3%). A livello nazionale, invece, e’ stabile al 3% il tasso di occupazione delle terapie intensive da parte dei pazienti Covid ma tre regioni, sempre secondo dati Agenas aggiornati all’8 agosto, vedono un aumento dell’1%: Sardegna, Sicilia (che raggiunge il 7%) e Marche (che raggiunge il 3%). Questa, nel dettaglio, la situazione: Abruzzo (1%), Basilicata (1%), Calabria (2%), Campania (3%), Emilia Romagna (3%), Friuli Venezia Giulia (1%), Lazio (6%), Liguria (7%), Lombardia (2%), Marche (con il +1% arriva al 3%), Molise (3%), PA di Bolzano (2%), PA di Trento (1%), Piemonte (1%), Puglia (3%), Sardegna (con il +1%, arriva all’11%), Sicilia (con il +1%, arriva a 7%), Toscana (4%), Umbria (1%), Valle d’Aosta (0%), Veneto (2%).
Rispetto all’incidenza dei casi a 7 giorni su 100.000 abitanti (dati del Ministero della Salute riferiti al 30 luglio-5 agosto), a livello nazionale e’ di 68 ma e’ molto ampia la forbice regionale: Abruzzo 45,3; Basilicata 54,2; Calabria 45,9; Campania 51,5; Emilia Romagna 88; Friuli Venezia Giulia 49,4; Lazio 71,2; Liguria 59,1; Lombardia 45; Marche 69,3; Molise 21,6; Pa di Bolzano 26,2; Pa di Trento 37,3; Piemonte 35,3; Puglia 35,5; Sardegna 138,4; Sicilia 101,6; Toscana 119,2; Umbria 90,6; Valle d’Aosta 53,3; Veneto 102. Quanto all’indice Rt, che indica la replicabilita’ del virus del virus, in base ai dati del Ministero della Salute relativi al 26 luglio – 1 agosto, il valore piu’ alto si registra nelle Marche e in Toscana.
Pur se non piu’ considerato un parametro fondamentale per determinare il cambio di colore, l’Rt resta pur sempre un indice importante rispetto al quadro generale. A fronte di un valore nazionale dell’1,57, questa la situazione: Abruzzo 1,23; Basilicata 1,62; Calabria 1,54; Campania 1,2; Emilia Romagna 1,78; Friuli Venezia Giulia 1,62; Lazio 1,24; Liguria 1,94; Lombardia 1;39; Marche 2,29; Molise 0,31; Pa Bolzano 1,93; Pa Trento 1,18; Piemonte 1,85; Puglia 1,7; Sardegna 1,35; Sicilia 1,63; Toscana 2,09; Umbria 1,94; Valle d’Aosta 1,66 e Veneto 1,65.