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Addio Luca Giurato, giornalista e conduttore col sorriso

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Luca Giurato ovvero la leggerezza e l’ironia al servizio del pubblico, la spontaneità e le gaffe che gli avevano fatto guadagnare anche una rubrica satirica in suo nome della Gialappa’s. Scompare oggi ad 84 anni e così lo ricordano tutti, a partire dai vertici Rai, per la sua grande popolarità che lo aveva portato a condurre alcuni tra i più seguiti programmi Rai, primo tra tutti Unomattina. Giornalista prima che conduttore, figlio di Giovanni, diplomatico siciliano che fu agente consolare in Uruguay. Ma la vena artistica della famiglia risaliva al nonno materno, ovvero il drammaturgo e regista Giovacchino Forzano. Nato a Roma il 23 dicembre del 1939, è scomparso improvvisamente oggi a Santa Marinella, dove si trovava con la moglie Daniela Vergara, anche lei giornalista televisiva.

A Roma aveva conseguito la maturità classica al liceo Virgilio e poi aveva iniziato la sua carriera giornalistica a Paese sera, per poi scrivere per La Stampa. Nel 1986 la nomina a direttore del Giornale radio di Radio Rai, per poi passare alla vicedirezione del Tg1 fino al 1990. Solo nel 1992 il salto: fu allora che passò davanti alla telecamera, in principio come conduttore di A tutta stampa, rassegna stampa all’interno del Tg1 notte. Poi l’anno successivo l’approdo a Domenica in, con Mara Venier, con lui opinionista a L’isola dei famosi nel 2008, che oggi lo saluta su Instagram: ”Ciao Luca, ti ho voluto tanto bene…per me un giorno molto triste”. Le fa eco anche Antonella Clerici (”Ciao Luca quante risate”), con cui fu a Unomattina, ma sino al 2008 al suo fianco si erano alternate anche Livia Azzariti, Paola Saluzzi e poi successivamente Monica Maggioni e Eleonora Daniele. Il giornalista dal sorriso contagioso nel 2004-2005 condusse Italia che vai insieme a Francesca Chillemi e Guido Barlozzetti il sabato pomeriggio su Rai 1.

Due anni fa la scomparsa del fratello Blasco, morto a Roma il 26 dicembre, direttore della fotografia. Nel 2017 l’ultima apparazione televisiva, quando decise dedicarsi solo alla vita privata. “La scomparsa di Luca Giurato addolora profondamente tutta l’azienda che si stringe affettuosamente alla moglie Daniela e a tutti i suoi cari, con un sentimento di profonda riconoscenza. Perché Luca Giurato è stato un giornalista che ha incarnato al meglio – basti ricordare Unomattina, ma non solo – l’essere volto e voce del servizio pubblico, entrando nelle case degli italiani quasi come uno ‘di famiglia’, con uno stile inconfondibile, sorridente e ‘accogliente’, accompagnato da altrettanto inconfondibili simpatia, leggerezza e ironia. Doti umane e professionali che restano patrimonio prezioso del servizio pubblico”. Così lo salutano a nome di tutta la Rai l’Ad e presidente Rai, Roberto Sergio, e il dg Giampaolo Rossi.

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Carabinieri in giardino neonati sepolti, si scava ancora

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I carabinieri sono tornati nella villetta di Vignale di Traversetolo e hanno scavato per circa tre ore, in particolare in un’aiuola di terra attigua a un muro, dove nell’ultimo mese sono stati trovati i corpi di due neonati, morti a distanza di circa un anno l’uno dall’altro. Nella casa, ora sotto sequestro, abitava Chiara, 22 anni, con la sua famiglia. La ragazza è indagata per omicidio premeditato e occultamento di cadavere: l’ipotesi della Procura è che abbia ucciso e sepolto entrambi i bambini, appena venuti alla luce, inducendosi il parto, dopo essere riuscita a nascondere a tutti le gravidanze e facendo tutto da sola.

Lo avrebbe poi confessato in un secondo interrogatorio avvenuto dopo il ritrovamento del secondo neonato, anche se sul contenuto delle dichiarazioni non sono emersi dettagli. Il nuovo sopralluogo degli investigatori era finalizzato a cercare altri resti, mancanti, del secondo corpicino, il secondo in ordine di tempo ad essere stato trovato, quello che potrebbe essere il primogenito della ragazza. Sul neonato riesumato il 9 agosto, notato nella terra dalla nonna, mentre la famiglia era in vacanza negli Stati Uniti, sono già stati svolti i primi accertamenti medico legali.

Hanno detto che è nato vivo e hanno identificato il padre, il ragazzo con cui Chiara era fidanzata, risultato inconsapevole e estraneo ai fatti. Sulle ossa trovate tra venerdì e sabato della scorsa settimana, sono invece in corso gli esami del Dna da parte del Ris di Parma, mentre le altre analisi sono state affidate al Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università degli Studi di Milano (Labanof). La giovane, che si è trasferita in un’altra abitazione, è indagata a piede libero, seppur accusata di reati molto gravi e inoltre, in ipotesi di accusa, reiterati nel tempo.

Da quanto si è potuto apprendere, la Procura di Parma aveva in realtà chiesto nelle scorse settimane una misura cautelare, ma il Gip avrebbe respinto, non ravvisando in quella fase, esigenze cautelari. Ma quando è stata avanzata questa richiesta non si sapeva ancora del secondo corpo. Non si esclude che, alla luce del secondo ritrovamento, possano essere in corso ulteriori valutazioni sul caso e sulla posizione della ragazza. Per il resto, ci sono più domande che risposte su quello che è successo. Su come sia possibile compiere un gesto del genere da parte di una 22enne, studentessa, babysitter per arrotondare, descritta da molti come una ragazza tranquilla e insospettabile. E su come sia possibile che abbia nascosto il suo stato agli amici e ai parenti, in una comunità così piccola.

Addirittura per due volte secondo l’ipotesi peggiore. E infine il perché, le motivazioni di una ragazza all’apparenza ben inserita, “sana”, che non viveva emarginata o in una situazione di degrado. Ma che avrebbe scelto di uccidere e di seppellire i bambini così vicino a casa. In un luogo dove continuamente e inesorabilmente ne avrebbe avuto il ricordo.

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Fitto vicepresidente di Ursula von der Leyen, ma all’Eurocamera sarà battaglia

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Vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme. Per definire il ruolo che Raffaele Fitto avrà nella nuova Commissione occorre partire innanzitutto dal titolo e dal grado. Ed entrambi mostrano che nella partita tra Ursula von der Leyen e i gruppi filo-Ue del centrosinistra, ha vinto la prima. La presidente della Commissione, con la ferma sponda del Ppe, ha portato l’Italia e i conservatori a bordo.

E ha cercato di placare le ire di socialisti e liberali dando loro dossier maggiormente incisivi. Il macroniano Stéphane Séjourné sarà il riferimento per le Politiche industriali e gli Affari economici. La spagnola Teresa Ribera, oltre alla Concorrenza, sarà il terminale dei dossier climatici ed energetici. Giochi chiusi? No. Perché alle audizioni all’Eurocamera sarà battaglia tra i gruppi. E Fitto finirà nel mirino. La vittoria di von der Leyen sull’assegnazione di un ruolo apicale a Fitto, a Roma, viene interpretata soprattutto come la vittoria dell’Italia.

“Nella Commissione Ue vale il peso della nazioni e l’Italia è una nazione che conta”, ha esultato la premier Giorgia Meloni sottolineando come le ambizioni dell’Italia siano state pienamente ripagate. “La materia è economica e il ruolo di vicepresidente è influente”, ha ricordato il capo del governo. Certo, nel delicato puzzle della divisioni di poteri ognuno prova a tirare l’acqua al suo mulino. Ma, stando ad un documento circolato informalmente nei palazzi brussellesi, sono tre i commissari – e i dossier – che faranno capo a Fitto: il greco Apostolos Tzitzikostas, titolare di Trasporti e Turismo; il cipriota Costas Kadis, che ha la delega alla Pesca e agli Oceani; e il lussemburghese Christophe Hansen, titolare dell’Agricoltura. Fitto co-gestirà inoltre con l’alto rappresentante Kaja Kallas il dossier Allargamento, affidato alla slovena – ancora non formalizzata – Marta Kos. L’ormai ex ministro italiano potrà contare sul supporto di un’intera direzione generale, la Dg Regio, e gestirà il Recovery in coabitazione con Dombrovskis, focalizzandosi innanzitutto sulla parte dell’attuazione.

La Coesione, hanno sottolineato fonti di governo, vale nel complesso 378 miliardi per il ciclo 2021-2027, dei quali 43 sono per l’Italia. “La nomina di Fitto conferma la credibilità e il ruolo dell’Italia”, ha rimarcato anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Fitto porterà avanti gli interessi italiani in Ue”, gli ha fatto eco a modo suo l’altro vice premier, Matteo Salvini. Eppure, proprio le parole del leader della Lega, per il commissario in pectore, potrebbero rappresentare una trappola. Nella lettera di missione inviata a tutti i commissari designati von der Leyen ha messo nero su bianco come debbano essere indipendenti e perseguire l’impegno europeo. Su questo punto, alle audizioni previste nelle commissioni parlamentari – a metà ottobre o al massimo a inizio novembre – a Fitto non verranno fatti sconti. Anche perché la presentazione della squadra da parte di von der Leyen non ha chiuso totalmente le trattative.

“Il ruolo di Fitto è un problema ma saremo responsabili”, ha avvertito la capogruppo dei socialisti Iratxe Garcia Perez. La concessione a S&D di due vicepresidenze esecutive, a Teresa Ribera e alla romena Roxana Minzatu, ha addolcito la posizione dei socialisti, che però torneranno ad alzare la posta. “Deploriamo la scelta di Fitto”, hanno incalzato pure i liberali, avvertendo che lo interrogheranno su dossier caldissimi come “balneari, fisco e ritardi nella transizione verde”. “Fitto non avrà vita facile”, è stato il grido di battaglia dei verdi. Gli eurodeputati del M5s hanno già anticipato il loro no. Bocciare l’italiano, tuttavia, sarà difficilissimo e innescherebbe la reazione del Ppe e il rischio di un clamoroso stallo. Certo, ogni commissario necessita del sì dei 2/3 dei coordinatori in una commissione del Pe. E forse non a caso Meloni ha osservato che “il Pse non avrà una posizione diversa dal Pd”. Ovvero della delegazione che, su Fitto, è stata più morbida nel gruppo. Ma, allo stesso tempo, anche ad Ecr toccherà votare i commissari liberali e socialisti. E non è detto che tutti, a cominciare dai polacchi, siano d’accordo.

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Mafia e estorsioni, tra gli arrestati anche ex senatore Papania

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Tra gli arrestati c’è l’ex senatore del Pd Antonino Papania, 75 anni, fondatore del movimento politico “Via”, accusato di scambio elettorale politico-mafioso. E’ stato arrestato anche l’ex vice sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone 69 anni ritenuto l’intermediario fra Papania e il clan mafioso di Alcamo. Tra gli indagati Gregorio Savio Ascari, 54 anni, Giorgio Benenati, 55 anni, Francesco Coppola, 64 anni, Giosuè Di Gregorio, 54 anni, Salvatore Li Bassi 66 anni, Antonino Minio, 53 anni, Giuseppe Pipitone, 61 anni, Giuseppe Schiacchitano, 49 anni.

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