Collegati con noi

Corona Virus

Acquisto e distribuzione dei vaccini Covid, anche questo affare è nelle mani di Mimì Arcuri

Pubblicato

del

Le prime dosi del vaccino anti Covid prodotto da Pfizer arriveranno forse a fine anno e si comincia ad entrare nel vivo della programmazione per distribuirlo. Insieme al gruppo di lavoro gia’ insediato dal ministero della Salute lo scorso 4 novembre e’ di oggi la notizia che sara’ l’attuale Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri il responsabile del piano operativo. L’ obiettivo e’ superare le difficolta’ logistiche che gia’ si preannunciano, legate non solo alla necessita’ di vaccinare il maggior numero di persone in breve tempo ma anche e soprattutto dal fatto che il tipo di vaccino sviluppato da Pfizer richiede una conservazione a 80-90 gradi sotto lo zero. L’incarico ad Arcurisarebbe stato deciso dal premier Giuseppe Conte, che questa mattina ha incontrato il commissario e, d’accordo anche con il ministro della Salute Roberto Speranza, ha discusso con lui della decisione in vista dell’arrivo delle prime dosi. Arcuri dovra’ dunque occuparsi della distribuzione, dalla gestione delle scorte alla conservazione e spedizione, perche’ “sia efficiente – spiegano dal governo – e avvenga in piena sicurezza”. Del piano si sta occupando anche un gruppo istituito dal ministero della Salute, composto da 15 esperti. La nomina di Arcuri ha sollevato critiche come quella del coordinatore della segreteria di Piu’ Europa, Giordano Masini, che chiede: “Perche’ tanti ruoli chiave nelle mani di una sola persona? Perche’ una simile concentrazione di potere in una figura che sembra oggi esonerata da qualsiasi assunzione di responsabilita’?”. Perplessita’ anche da parte del deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto e Gabriella Giammanco, Vicepresidente dello stesso partito in Senato che contestano la scelta del premier di avergli affidato “la distribuzione del bene piu’ prezioso, il vaccino contro il Covid. Vaccino da cui dipende la salute, l’economia e la liberta’ degli italiani”. L’ aspetto della temperatura preoccupa gli specialisti. “Bisogna avere i frigoriferi giusti per conservarlo, e inoltre un aspetto sottovalutato e’ che servono due dosi, questo raddoppia i problemi – spiega Carlo Signorelli, professore di Igiene e Sanita’ pubblica all’Universita’ Vita e Salute del San Raffaele di Milano -. La temperatura di conservazione fa si’ che non potra’ essere somministrato dai medici di famiglia, bisognera’ interessare i centri vaccinali, ma sono pronti? Inoltre finche’ non si riuscira’ a immunizzare una quota importante della popolazione non si vedra’ un effetto significativo sull’epidemia”.

Alle preoccupazioni ha risposto oggi il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi. E’ necessario “programmare bene” la distribuzione del futuro vaccino anti-Covid, ma le temperature sotto lo zero ai fini della distribuzione “non sono un problema”, ha sottolineato a Sky TG24 Business. “Ci saranno piu’ vaccini e non tutti saranno -80 gradi. Siamo abituati e siamo pronti, – ha detto Scaccabarozzi, che ha ricordato come molte industrie hanno gia’ prodotto le prime fiale dei candidati vaccini ‘scommettendo’ sull’esito dei test”. La chiave sara’ la pianificazione, ha sottolineato anche Marcello Cattani, coordinatore del gruppo prevenzione di Farmindustria, che ha rivolto un appello al governo. “Tecnicamente e’ fattibile una distribuzione dei vaccini anti Covid che arriveranno, ma serve una pianificazione sanitaria molto importante. Si e’ visto cosa sta succedendo con i vaccini antinfluenzali, da marzo abbiamo detto fate in fretta, ma poi ogni regione ha deciso autonomamente. Noi diamo la massima disponibilita’ a sedersi ad un tavolo con ministero, Regioni e Aifa, per trovare i percorsi piu’ efficaci, serve una programmazione e una pianificazione rigorosa, e noi auspichiamo un coordinamento di tutti gli attori del processo, comprese le aziende”. Quello prodotto da Pfizer, per cui la Commissione Ue ha autorizzato oggi un accordo per l’acquisto di 300 milioni di dosi, e’ uno dei nove vaccini attualmente in fase 3 della sperimentazione, l’ultima prima della richiesta di autorizzazione, ma e’ l’unico di cui si ha una idea dell’efficacia, anche se i dati non sono stati ancora pubblicati se non sotto forma di una dichiarazione del Ceo dell’azienda. “E’ una buona notizia – e’ il commento del farmacologo Silvio Garattini – ma va presa con molta cautela”.

Advertisement

Corona Virus

A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

Pubblicato

del

“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

Continua a leggere

Corona Virus

Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

Pubblicato

del

Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

Continua a leggere

Corona Virus

Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

Pubblicato

del

Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto