Giornata amara per 550 lavoratori degli stabilimenti Berco di Copparo, nel Ferrarese e di Castelfranco, nel Trevigiano. L’azienda metalmeccanica in portafoglio al colosso germanico Thyssenkrupp dopo avere annunciato, nelle scorse settimane, un piano di ristrutturazione ha confermato di voler procedere con il taglio della forza lavoro occupata nel sito emiliano e in quello veneto: dal prossimo primo novembre verranno cancellati l’integrativo aziendale, gli altri incentivi e il welfare mentre i licenziamenti dovrebbero scattare fra tre mesi.
“Le condizioni dei 1.300 lavoratori Berco sono drammatiche – osservano in una nota congiunta Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil nazionali – ed è urgente un confronto in sede ministeriale. Vogliamo discutere del futuro degli stabilimenti di Copparo e Castelfranco in una sede istituzionale con un’azienda che apre unilateralmente la procedura di licenziamento collettivo per 550 persone: altro che la tanto dichiarata responsabilità sociale dichiarata dalla multinazionale tedesca”. In questo ore, attaccano le sigle sindacali, “è arrivata l’azione unilaterale e di forza dell’azienda con l’avvio della procedura di licenziamento e la disdetta di tutta la contrattazione. I lavoratori hanno deciso di riunirsi in assemblea per mettere in campo le risposte di lotta e di sciopero più efficaci all’intollerabile arroganza aziendale. La risposta dei lavoratori – assicurano – sarà efficace e dura. Il management si sta assumendo delle responsabilità senza appello in merito alla vertenza”.
Quindi, chiosano, “confidiamo in una rapida convocazione da parte del Mmit perché si possa trovare una soluzione a questa grave situazione”. Nel Ferrarese il primo a rendere nota la procedura avviata dall’azienda è stato il sindaco di Copparo, Fabrizio Pagnoni in un video diffuso sui suoi canali social. “Siamo stati e saremo sempre al fianco dei lavoratori – ha scandito – e continuiamo a sostenere e sosterremo ogni iniziativa volta alla salvaguardia delle nostre maestranze, delle nostre lavoratrici, dei nostri lavoratori e del nostro territorio, in forma sempre più convinta e auspico unitaria”. In terra estense lunedì si era tenuto un rapido incontro tra sindacati e Berco in cui i rappresentanti della società si erano limitati a leggere il testo di una mail che avrebbero poi provveduto a inviare ai singoli dipendenti: “Fatte le dovute considerazioni, l’Azienda prende atto di quanto espresso dal sindacato e vi informa che da ora in poi valuterà come gestire la situazione di criticità che è stata dichiarata. L’azienda ribadisce la propria volontà a tenere aperta la possibilità di negoziare le soluzioni più utili a risolvere l’urgenza che si sta delineando”.
Oggi, invece, il triste epilogo. Che bissa, nel Ferrarese, quella dei vertici americani della Regal Rexnord di Masi Torello i quali hanno deciso di chiudere lo stabilimento e delocalizzare in India e in Cina con il sacrificio di 77 dipendenti annunciato via Pec. E il corollario di scioperi, presidi e la Regione Emilia-Romagna a chiedere la revoca immediata della procedura di licenziamento e avviare gli ammortizzatori sociali.