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A Wimbledon ci sono tre azzurri ai quarti, c’è anche Musetti che ha battuto Perricard

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Lorenzo Musetti si qualifica ai quarti del torneo di Wimbledon: è il terzo italiano dopo Jannik Sinner e Jasmine Paolini. L’italiano ha battuto per 4-6 6-3 6-3 6-2 il francese Giovanni Mpetshi Perricard (n.58 Atp). Nel prossimo turno affronterà il vincente tra Fritz e Zverev. Musetti, numero 22, raggiunge così Jannik Sinner e Jasmine Paolini nei quarti a Wimbledon, eguagliando il record di presenze azzurre nei quarti di uno Slam in singolare che risale al Roland Garros 1948. Wimbledon 2024 è il settimo Slam con due italiani nei quarti in singolare maschile.

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Martusciello imbriglia il Palermo, la Salernitana espugna il Barbera

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Una squadra inceppata, che l’organizzazione di giovo della Salernitana ha fatto girare a vuoto a lungo. Una partita preparata con attenzione dal mister Giovanni Martusciello. Una sconfitta che ha portato il Palermo a fare tanri passi indietro e a scivolare a metà classifica, perdendo in casa con una Salernitana coriacea, brava e anche fortunata. Lo stadio Barbera resta tabù per i rosa, che in tre gare casalinghe di serie B hanno raccolto due pareggi e un ko, solo il Cittadella ha fatto peggio nelle sfide interne. La formazione di Dionisi deve cambiare passo per ambire alla promozione: la difesa è la migliore del campionato, ma l’attacco è tra i meno incisivi.

Nei primi 45 minuti, nonostante la coppia offensiva Brunori-Le Douaron, si è visto probabilmente il peggior Palermo della stagione, a lungo confuso e in ombra, contro una Salernitana in palla, solida e abile a tenere il possesso palla. Solo nel finale la squadra allenata da Alessio Dionisi ha avuto un paio di opportunità, non sfruttate, con Segre. Intanto, però, i campani avevano colpito, al 21′ con un beffardo tiro cross di Tello che ha superato il portiere Desplanches.

Nella ripresa Dionisi ha provato a ridisegnare la squadra, con alcuni cambi, mantenendo però gli equilibri tattici, senza sbilanciarla, nemmeno per tentare un vero assalto finale. Rare le percussioni offensive di un collettivo mai evanescente come oggi. Ci hanno provato timidamente Ranocchia e Insigne, ma il Palermo ha fatto davvero poco. Allo scadere Di Francesco ha l’occasione più limpida, sprecandola clamorosamente, calciando fra le braccia del portiere della Salernitana, Sepe.

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Calcio: Il Bologna non sa più vincere, il Parma resiste

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Il Bologna non sa più vincere: ottava gara consecutiva al Dall’Ara senza segno uno in schedina, con la vittoria casalinga che manca dal primo aprile. L’attesa continua: alla squadra di Italiano non basta un tempo in superiorità numerica contro un Parma che offre una prova di carattere e conquista un punto tanto amaro per i padroni di casa, quanto dolce per gli ospiti. Bologna a caccia della prima vittoria casalinga stagionale. Ma pure di un segnale di forza: perché dopo Atalanta e Liverpool la squadra di Italiano era chiamata a dimostrare di poter reggere i tre impegni settimanali e l’Europa, per non perdere terreno dalle prime posizioni: missione incompiuta.

Doveva vincere anche il Parma, reduce da un punto in 4 giornate e dal ko interno con il Cagliari per evitare la crisi. Pecchia schiera Cancellieri al posto di Mihaila a formare la catena di destra con Coulibaly, per limitare Ndoye e il piano funziona. Il Parma sfonda a destra in avvio, con Erlic e Holm a prodursi in due chiusure provvidnziali su Cancellieri e Bonny, sul quale pure Beukema salva in corner sull’attaccante lanciato a rete. Il Bologna fatica carburare e creare trame offensive, con il Parma che rompe e riparte. Ma non punge un Bologna che fatica a trovare equilibrio dietro, con Italiano che ridisegna trequarti di difesa rispetto ad Anfield con Holm, Erlic e Lykogiannis, che al 18 si fa anticipare da Cancellieri su cross di Bernabè, spedendo fuori. Il Bologna prova a uscire alla distanza.

Castro scuote i rossoblù sfiorando il gol su corner di Lykogiannis, anticipando Balogh, che poco prima devia in angolo un tiro a giro minaccioso di Orsolini. Poi è Ndoye a chiamare Suzuki alla parata trovando spazi e posizione per partire in contropiede e concluder di mancino. Infine, Valeri chiude sul cross di Lykogiannis, anticipando Aebischer nell’area piccola. Si scalda il Bologna, ma non trova continuità e il gol. Italiano cambia: dentro Iling e Fabbian, Pecchia risponde invertendo gli esterni d’attacco Man e Cancellieri, per garantire più copetura a Valeri su Iling. Scopre però Coulibaly, che al 7 della ripresa rimedia il rosso diretto per l’entrata sulla caviglia.

E’ l’episodio che cambia il match. Il Bologna comincia a spingere, Suzuki rischia grosso su Castro in costruzione e al 10′ toglie la palla dal sette all’argentino. Si gioca a una porta. Il Parma è tutto in una conclusione di alleggerimento di Mihaila. Il Bologna avvolge, va sulle fasce, mette palloni in area in quantità, ma di conclusioni davvero pericolose se ne contano sulle dita di una mano: vedi Urbanski al 37′, che spara alto sulla sponda di Fabbian, mentre Suzuki neutralizza un colpo di testa di Castro. Il muro Parma regge e anzi in pieno recupero Mihaila sfiora il gol del colpaccio, chiamando Ravaglia alla parata. Finisce senza reti il derby emiliano: e questa volta daglo spalti del Dall’Ara arriva qualche fischio.

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Ancora Pedro-gol, e la Lazio non si ferma più: Empoli rimontato e sconfitto

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Vincere aiuta a vincere. Lo ha ormai imparato la Lazio che, dopo Torino e Nizza, non si ferma battendo anche la rivelazione Empoli 2-1, conquista il terzo successo in una settimana e vola in piena zona Champions. Una partita complicata per i biancocelesti, andati sotto in avvio ma poi capaci di recuperare con Zaccagni e Pedro respingendo ogni iniziativa dell’Empoli, ancora una volta autore di una gara da applausi.

D’Aversa rinuncia a Colombo per avere maggior copertura e lancia Esposito e Solbakken, Baroni dall’altra parte cambia otto giocatori rispetto al Nizza confermando però Castellanos al centro dell’attacco. Le emozioni arrivano subito all’Olimpico. Bastano 9 minuti, infatti, a Sebastiano Esposito per approfittare dell’incomprensione Romagnoli-Provedel con il portiere che scivola sull’uscita e il difensore che si fa sovrastare. L’attaccante dell’Empoli ringrazia e ne approfitta per portare avanti i suoi di testa. Classica Lazio da campionato, classica amnesia nei primi minuti; la squadra di Baroni ha subito gol nei primi 10 minuti in cinque delle sette partite giocate. Il colpo preso sveglia però i biancocelesti che provano subito con Dia e poi con Castellanos, ma Vasquez dimostra di essere in forma. Il tema tattico è chiaro con la Lazio a spingere e l’Empoli a ripartire.

A complicare i piani ci pensa l’infortunio muscolare di Lazzari, ma la strategia biancoceleste porta i suoi frutti quando ormai si aspettava solo il duplice fischio dell’arbitro. Tavares lavora un bel pallone sulla sinistra, il cross trova Zaccagni che gira di testa pareggiando il conto e interrompendo una serie di imbattibilità da parte del portiere colombiano che durava da tre partite. Anche la ripresa regala emozioni fin da subito. Dopo 4 giri di lancette Pezzella, già ammonito, stende Dia in area, Ayroldi non può che fischiare il rigore. Sul dischetto di presenta Castellanos, per riprendersi il rigore che Zaccagni non gli aveva lasciato contro il Nizza; l’argentino sceglie la soluzione potente e centrale, ma Vasquez lo aspetta proprio lì e respinge con le gambe. La Lazio non sembra accusare più di tanto il colpo e continua a premere sull’acceleratore con l’Empoli che si rintana sempre di più nella propria metà campo a difesa della porta. Baroni prova a pescare il jolly dalla panchina inserendo Pedro. E lo spagnolo ripaga ancora una volta la fiducia con il destro che bacia la traversa e gonfia la rete per il raddoppio laziale proprio quando il pareggio sembrava scritto. Il gol consegna alla Lazio la vittoria e li lancia in orbita Champions ma non sminuisce l’Empoli, ancora una volta protagonista di un’ottima partita contro un’avversaria più blasonata.

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