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Spettacoli

A Striscia tornano Greggio e Iacchetti, coppia più longeva

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Dopo Argentero-Siani, Siani-Incontrada e Friscia-Lipari, da lunedì 12 dicembre tornano a Striscia la notizia Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti, che iniziano la loro 29esima edizione consecutiva. Con 2.579 puntate condotte insieme, la coppia Greggio-Iacchetti è la più longeva del tg satirico. Ezio Greggio, 4.233 puntate in curriculum, è a Striscia la notizia fin dal primo giorno: il 7 novembre 1988. Enzo Iacchetti invece debutta nel varietà di Antonio Ricci il 26 settembre 1994 e, a oggi, ha condotto 2.765 puntate. La coppia resterà al timone di Striscia fino all’11 febbraio 2023. Ezio Greggio commenta: «Ho passato metà della mia vita seduto dietro il bancone di Striscia. Sono un pezzo dell’arredamento, un pilastro delle fondamenta e un abitante capostipite di quella casa. Passeremo con i nostri telespettatori delle belle vacanze di Natale, di fine e inizio anno insieme: io e il mio socio vi garantiamo serate divertenti direttamente presso il vostro domicilio. Arriviamooooo!». Enzo Iacchetti aggiunge: «Quando ricomincio Striscia con Ezio, sono felice come quando nasce un figlio». Giancarlo Scheri, direttore di rete, conclude: «Saluto e ringrazio Friscia e Lipari, duo che lascia Striscia forte di ascolti in crescita, nonostante il valore dell’offerta calcistica qatariota. Su Canale 5, intanto, il ritorno di Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti a Striscia la notizia sigla uno dei momenti più attesi della stagione televisiva. Passato rivoluzionario e solido presente del tg satirico, la coppia è un caposaldo del programma più iconico di Antonio Ricci, deus ex machina della TV italiana. In bocca al lupo, dunque, e buon lavoro a tutta la grande squadra di Striscia!».

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Cinema

Bellezza e autoironia, Monica Bellucci 60 anni da favola

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Questa è una favola che assomiglia più alle storie delle dive italiane dell’immediato dopoguerra che alla splendida realtà che fa oggi di Monica Bellucci una star internazionale. Domani l’attrice compie 60 anni ed è reduce dagli applausi veneziani per la sua apparizione in “Beetlejuice Beetlejuice” diretta dal nuovo compagno, Tim Burton, ma la sua storia viene da lontano, dal piccolo paesino di San Giustino, a un passo da Città di Castello in Umbria dove è nata il 30 settembre 1964. È qui che cresce la figlia di Pasquale e Brunella, impiegato lui, casalinga lei.

Fin da ragazzina ha forme da donna, capelli corvini, sorriso aperto; va a scuola a Città di Castello dove ottiene la maturità classica e per pagarsi l’università a Perugia accetta di posare come modella. Sono appena cominciati gli anni ’80, non ci sono ancora i reality e sa di antico la sua scelta, un percorso che la avvicina a icone come Silvana Mangano, Sofia Loren, Marisa Allasio. Tra mille dubbi e altrettanti sogni approda a Milano nel 1988, sotto contratto per un’agenzia di moda che le spalancherà le porte delle passerelle più prestigiose.

Nel frattempo si è sposata (anche se il matrimonio con il fotografo Claudio Basso dura poche settimane), ha lasciato casa, ha piegato l’accento umbro alla scuola di recitazione frequentata al nord, ha messo nel mirino Cinecittà dove ottiene il primo contratto per la miniserie televisiva “Vita coi figli” di Dino Risi nel ruolo della giovane Elda che fa perdere la testa al molto più grande Adriano (Giancarlo Giannini). In pochi mesi due fatti le cambiano la vita: si innamora del collega Nicola Farron con cui vivrà quasi sei anni e Francesco Laudadio le offre il ruolo da protagonista in “La riffa”, il film che la fa esordire sul grande schermo. Per anni alternerà la recitazione alle passerelle di moda che la fanno conoscere all’estero e la rendono protagonista del jet-set.

“La Bellucci è una seria” – si sente dire a Cinecittà e infatti, alla soglia dei 30 anni, è già in grado di recitare in inglese. Per questo Francis Ford Coppola la sceglie in “Dracula di Bram Stoker” (1992), mentre in Italia lavora con Carlo Vanzina, Maurizio Nichetti, Antonello Grimaldi. È del 1996 il secondo passo determinante della sua carriera d’attrice. Al culmine della popolarità come modella, nel 1996 accetta un film in Francia, “L’appartement” di Gilles Mimouni con Vincent Cassel. Scoppia l’amore tra i due e nel frattempo fioccano per lei le proposte: l’unione dell’affascinante coppia durerà 14 anni, punteggiata dalla nascita di due figlie e caratterizzata dall’esistenza nomade di Monica tra Londra, Parigi, Roma e Rio de Janeiro dove più tardi scoprirà che Cassel conduce una doppia vita sentimentale a sua insaputa. Quattro anni dopo è invece il cinema italiano ad offrirle una nuova, importante occasione, dopo numerosi film girati in Francia: Giuseppe Tornatore ne fa la protagonista assoluta di “Malena”, mentre per la prima volta sbarca a Cannes per “Under suspicion” di Stephen Hopkins girato a fianco di due mostri sacri come Gene Hackman e Morgan Freeman.

Monica Bellucci a questo punto è la star italiana più amata nel mondo. Farà furore nei panni della regina Cleopatra nel più riuscito titolo della serie “Asterix & Obelix” e la versione di “Ti amo” (Umberto Tozzi) da lei accompagnata con grande autoironia nel remix del brano furoreggia anche in Asia. Adesso la diva italiana può scandalizzare i benpensanti con il discusso “Irreversible” di Gaspar Noè per la torrida scena di stupro recitata con Cassel, può tornare a Cannes come madrina dell’edizione 2003 del festival, può entrare nel cast di “Matrix” (due episodi) ed essere Maria Maddalena ne “La passione di Cristo” di Mel Gibson. Ormai è un’icona degli anni 2000 e per questo Terry Gilliam la veste da strega nella sua versione de “I fratelli Grimm”; Sam Mendes la vuole come Bond Girl per “Spectre” in coppia con il nuovo 007, Daniel Craig; Emir Kusturica la impegna a lungo al suo fianco nel travagliato “On the Milky Road” (tre anni di riprese con lunghe pause). Conclusa la storia d’amore con Cassel, si dedica alle figlie (Deva ha da poco debuttato come attrice), lavora ininterrottamente tra cinema e tv in Italia, Francia e Hollywood, riceve i primi riconoscimenti alla carriera, torna da madrina a Cannes, debutta in teatro nei panni di Maria Callas, incontra Tim Burton con cui andrà a vivere a Londra.

Sono istantanee di una carriera e di un’esistenza vissute intensamente, a cavallo del successo ma sempre con l’aria di una normalità ferocemente difesa dall’effimera gloria delle passerelle. Nella realtà infatti Bellucci rimane sempre Monica, capaci di prendersi in giro per il suo accento natio (come in “N” di Paolo Virzì), madre premurosa e molto mediterranea, innamorata gelosa quanto riservata, star internazionale che ogni volta ama ricordare le sue radici e il debito di riconoscenza per l’Italia. Come quando nel 2006 accettò, senza alcun compenso, di tenere a battesimo la Festa del Cinema di Roma o mise in mostra un portamento distante e altezzoso (ancora una volta pieno di autoironia) in due episodi di “Diabolik” diretta dai Manetti Bros. Insomma, all’alba di una nuova vita da protagonista, l’attrice italiana oggi più famosa del mondo può guardarsi indietro con un sorriso. Certo, parafrasando Celentano, “quella ragazza ne ha fatta di strada”.

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Cinema

Megalopolis di Coppola fa flop ai botteghini

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Flop Megalopolis: il kolossal autofinanziato di Francis Ford Coppola ha aperto a sale semivuote al banco di prova del Nord America. L’85enne regista si è consumato per decenni sulla sua favola di avanguardia vendendo alla fine parte del suo impero vinicolo per rastrellare i 120 milioni di dollari di costi di produzione più altri 20 milioni per il marketing, ma il risultato alla prova dei botteghini è stato di appena quattro milioni di dollari di biglietti venduti da giovedì a domenica. L’implacabile verdetto del box office è stato poco al di sotto dei peggiori pronostici: Megalopolis, uscito in duemila sale tra Stati Uniti e Canada, a ieri sera era avviato al sesto posto nelle classifiche dietro Devara Part One, un dramma d’azione in un dialetto indiano disponibile in circa mille cinema. Il primo posto ai botteghini è andato a The Wild Robot (Universal/DreamWorks Animation), avviato a rastrellare 35 milioni in tre giorni, seguito da Beetlejuice Beetlejuice della Warner con 16 milioni alla quarta settimana nelle sale.

Presentato a Cannes con reazioni contrastate, Megalopolis racconta la storia di un brillante architetto (Adam Driver) in una metropoli futurista ispirata all’antica Roma. “Come ogni capolavoro, sarà giudicato dal pubblico nel tempo”, ha detto Adam Fogelson, il capo di Lionsgate, che ha distribuito il film, “orgoglioso” di allearsi a un mito come Coppola per dare al film “la vasta presenza nelle sale che si merita”. Alle spalle capolavori come Apocalypse Now e la saga del Padrino, Coppola aveva cominciato a sviluppare il film negli anni Ottanta, quando le chance di successo di progetti ambiziosi per un pubblico che pensa erano assai maggiori di quelle di oggi.

L’industria del cinema all’epoca dominava l’entertainment e lasciava che il pubblico di un film d’autore crescesse naturalmente nell’arco di mesi. Hollywood allora poteva permettersi di tenere un progetto nelle sale anche per un anno perché, a differenza di adesso, non aveva la concorrenza di internet, della tv via cavo e dei videogiochi. Oggi un film si brucia nell’arco di un paio di settimane, soprattutto se le recensioni e la risposta degli spettatori non sono eccellenti. In primavera sembrava addirittura che Megalopolis non ce l’avrebbe fatta ad arrivare nelle sale dopo esser stato respinto da molti distributori. Coppola è la seconda leggenda di Hollywood a pagare quest’anno il prezzo del nuovo andamento del mercato: quest’estate il costoso Horizon: An American Saga di Kevin Costner ha fatto fiasco al box office e i piani di portare il sequel nelle sale sono stati accantonati.

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Spettacoli

Addio a Glauco Mauri, maestro del teatro italiano

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Il teatro italiano perde uno dei suoi volti più straordinari: Glauco Mauri, attore e regista di immenso talento, si è spento all’età di 93 anni. Nato a Pesaro nel 1930, il prossimo 1° ottobre avrebbe compiuto 94 anni. Colpito da un malore nei giorni scorsi, aveva recentemente rinunciato ad andare in scena con “De Profundis” al Teatro Vascello di Roma.

Glauco Mauri debuttò giovanissimo sul palcoscenico, ottenendo il suo primo ruolo da protagonista a soli 15 anni in una compagnia amatoriale di Pesaro. Da quel momento, il teatro divenne la sua vita. Nel 1949 fu ammesso all’Accademia di Arte Drammatica di Roma, diretta da Silvio D’Amico, il suo debutto professionale avvenne nel 1953, quando interpretò il Macbeth di Shakespeare. Nello stesso anno, Mauri conquistò il pubblico con la sua interpretazione di Sir Tobia in La dodicesima notte di I fratelli Karamazov.

Nel 1981, insieme a Roberto Sturno, fondò la Compagnia Glauco Mauri , Compagnia Mauri-Sturno.  Glauco Mauri ha interpretato e diretto oltre 40 produzioni, dando vita a ruoli memorabili tratti dai più grandi autori della letteratura mondiale. Tra le sue interpretazioni più significative spiccano Re Lear , Edipo a Colono di Sofocle, il Faust.

Con la sua scomparsa, il teatro perde un interprete straordinario e un uomo che ha dedicato tutta la sua vita all’arte.

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