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A Pollica e Pioppi il mare più bello: le 5 Vele di Legambiente e Touring Club Italiano a 33 comuni

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Fra i tormentoni delle estati italiane, ci sono anche i premi alle spiagge più belle. Oggi è arrivato quello di Legambiente e Touring Club Italiano, le Cinque Vele. Quest’anno sono state assegnate a 33 Comuni, 21 sul mare e 12 sui laghi, su un totale di 432 (354 marini e 78 lacustri). Prima classificata fra le località marine è Pollica, nel Cilento campano, con le sue frazioni Acciaroli e Pioppi. Al secondo posto Nardò, nel Salento pugliese.

Quindi, nell’ordine, Baunei nella Sardegna orientale e Domus De Maria in quella meridionale, poi Castiglione della Pescaia nella Maremma toscana. Per quanto riguarda i laghi, regine restano le province autonome di Trentino e Alto Adige, al primo e al secondo posto con Molveno (Trento), sul lago omonimo, ed Appiano sulla Strada del Vino (Bolzano), sul lago di Monticolo. Terzo posto per Massa Marittima (Grosseto), località maremmana sul Lago dell’Accesa, in Toscana. Al quarto posto troviamo Sospirolo (Belluno), sul lago del Mis, in Veneto, e al quinto Avigliana, sul lago omonimo in Piemonte. Le 432 località esaminate da Legambiente e Touring Club sono state inserite nella guida “Il Mare più bello 2024”.

Le Vele valutano le caratteristiche ambientali e la qualità dell’ospitalità. I parametri sono uso del suolo, degrado del paesaggio, biodiversità, attività turistiche; stato delle aree costiere; mobilità; acqua e depurazione; energia; rifiuti; iniziative per la sostenibilità; sicurezza alimentare e produzioni tipiche di qualità; mare, spiagge e oltre; struttura sociale e sanitaria. La novità delle Vele di quest’anno sono i 33 comuni amici delle tartarughe marine, segnalati con l’apposito simbolo “la tartaruga”. Si tratta di quelle amministrazioni che, attraverso un apposito protocollo d’intesa, si sono impegnate a adottare una serie di misure per rendere le spiagge accoglienti anche per le tartarughe che depongono le uova. Novità negative del 2024 è l’esclusione della Sicilia, per il primo anno, dalla classifica delle Cinque Vele.

Pantelleria (Trapani) passa da 5 a 3 a causa di una serie di interventi turistici discutibili e di un eccesso di consumo di suolo. Santa Marina Salina (Messina) passa da 5 a 4 Vele. La Sardegna è di gran lunga la regione con più comuni marini premiati con le Cinque Vele: accanto a Baunei (Nuoro) e a Domus de Maria (Sud Sardegna) ci sono Cabras (Oristano), Santa Teresa di Gallura (Sassari), San Teodoro (Sassari) Posada (Nuoro), Bosa (Oristano). Segue la Toscana che, oltre a Castiglione della Pescaia (Grosseto), piazza i comuni di Capraia Isola (Livorno), Isola del Giglio (Grosseto), Capalbio (Grosseto) e Marina di Grosseto (Grosseto). Terza è la Campania, con 4 comuni tutti nel Cilento salernitano. Alla prima classificata Pollica si affiancano San Giovanni a Piro, Castellabate (famoso per il film ‘Benvenuti al Sud’) e San Mauro Cilento. Per quanto riguarda i laghi, il Trentino-Alto Adige si conferma la regione con più località premiate, seguito a pari merito da Piemonte e Lombardia.

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Trasformare il capitalismo per combattere la crisi climatica: la tesi di Alessio Terzi

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La crescita economica è davvero nemica dell’ambiente? Può il capitalismo essere trasformato in una forza positiva per il bene comune e per contrastare la crisi climatica che stiamo vivendo? Queste sono le domande che si pone il libro La crescita verde. Il futuro dell’economia nell’era del cambiamento climatico di Alessio Terzi, volume appena pubblicato in Italia da Edizioni Ambiente, traduzione dell’originale Growth for Good: ReshapingCapitalism to Save Humanity from Climate Catastrophe della Harvard University Press

Un saggio destinato a far discutere, già stato acclamato all’estero (incluso tra i Best Book of the Year dalla rivista statunitense Foreign Affairs) e ora disponibile in Italia con una prefazione diEnrico Giovannini. Alessio Terzi, giovane economista presso la Direzione generale per gli Affari Economici e Finanziari della Commissione Europea e docente a Cambridge e Sciences Po, sfida alcuni assunti della critica ambientale al capitalismo e offre un’analisi innovativa sul futuro dell’economia globale.

Il volume si presenta come un viaggio socioeconomico, evolutivo e culturale alla scoperta del concetto di crescita, esplorando il legame tra la crescita economica e il desiderio umano di felicità e benessere. Secondo l’autore, la crescita può diventare uno strumento per evitare la catastrofe climatica, una “forza positiva”, soprattutto alimentando la macchina dell’innovazione tecnologica e della ricerca scientifica.

La tesi di Terzi è chiara: abbandonare la crescita non è solo impraticabile, ma potrebbe portare a instabilità politica e sociale. In un mondo dove la crescita sostiene la democrazia liberale e la pace internazionale, questo libro propone un nuovo capitalismo verde come soluzione, riformato e orientato verso obiettivi di sostenibilità e benessere comune. Terzi immagina un futuro in cui politiche mirate e l’impegno collettivo dei cittadini possono innescare una decarbonizzazione globale, creando allo stesso tempo opportunità lavorative e un ambiente più sano.

Il lavoro di Alessio Terzi rappresenta un contributo significativo e pragmatico al dibattito sulla sostenibilità, proponendo una visione in cui crescita economica e lotta al cambiamento climatico non solo coesistono, ma si rafforzano a vicenda. Una lettura imperdibile per chiunque sia interessato a un futuro più verde e equo.

Citando Paolo Gentiloni, Commissario europeo per gli affari economici e monetari, “una lettura obbligata per chi fa politica e per chiunque sia interessato a combattere il cambiamento climatico”.

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Farfalle attraversano l’Atlantico, volo record da 4.200 km

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Un volo no-stop di 4.200 chilometri sopra l’oceano Atlantico, dall’Africa occidentale al Sud America, compiuto in meno di otto giorni col vento a favore: è l’impresa da record realizzata da alcune farfalle della specie Vanessa cardui, ritrovate a sorpresa da un entomologo a passeggio su una spiaggia della Guyana francese.

A documentare il loro incredibile volo transoceanico è lo studio pubblicato su Nature Communications da un team internazionale di esperti guidato dall’Istituto botanico di Barcellona in Spagna. Per cercare di capire l’origine di queste farfalle trovate in Sud America, ma che solitamente migrano tra l’Europa e l’Africa sub-sahariana, i ricercatori hanno utilizzato un approccio multidisciplinare. Innanzitutto hanno analizzato le traiettorie dei venti, individuando un ‘corridoio’ che avrebbe potuto supportare il loro viaggio dall’Africa al Sud America. Studiando poi la diversità genetica delle farfalle, hanno determinato che gli esemplari osservati erano imparentati con popolazioni dell’Europa e dell’Africa, escludendo la possibilità di un’origine nordamericana.

Lo studio dei pollini depositati sui corpi delle farfalle ha permesso di identificare due specie di piante che si trovano solo nell’Africa tropicale, dimostrando così che le farfalle avevano visitato i fiori di quella regione. Infine, il rilevamento degli isotopi di idrogeno e stronzio presenti sulle loro ali ha dimostrato che la loro vita larvale doveva essersi svolta nei paesi dell’Europa occidentale come Francia, Irlanda, Regno Unito o Portogallo.

Questo significa che le farfalle “hanno raggiunto il Sud America dall’Africa occidentale, volando per almeno 4.200 chilometri sopra l’Atlantico, ma il loro viaggio potrebbe essere stato anche più lungo – spiega Clément Bataille, professore all’Università di Ottawa in Canada e coautore dello studio – partendo dall’Europa e attraversando tre continenti, con una migrazione di 7.000 chilometri o più. Questa è un’impresa straordinaria per un insetto così piccolo”. I ricercatori sottolineano che il cambiamento climatico potrebbe favorire questi eventi di dispersione a lunga distanza, con implicazioni significative per la biodiversità e gli ecosistemi in tutto il mondo.

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Ischia al centro di studi internazionali per contrastare la cocciniglia dei pini in Australia

Ischia diventa un modello internazionale per la lotta alla cocciniglia Marchalina hellenica, grazie all’efficace introduzione di un insetto predatore che ha salvato le pinete locali. Un convegno al Museo Diocesano di Ischia Ponte ha evidenziato come questa esperienza possa essere esportata in Australia. La dottoranda greca Nikoleta Elephteriadou guida la ricerca per adattare questo metodo alle nuove sfide ambientali.

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Ischia è al centro di importanti studi internazionali per poter esportare, in Australia, il metodo utilizzato proprio sull’isola Verde per contrastare la Marchalina hellenica, la cocciniglia esotica che si nutre della linfa dei pini e sui cui tronchi e rami produce secrezioni cerose biancastre simili a fiocchi di cotone.

Infatti qualche anno fa il fenomeno stava distruggendo intere pinete ischitane e una sua regressione si registrò solo grazie all’insediamento efficace di un insetto predatore che da allora ne limita molto la sua presenza numerica. Organizzato dal Centro Studi dell’isola d’Ischia, presso la Sala Conferenza del Museo Diocesano di Ischia Ponte si è tenuto un interessante convegno in cui sono intervenuti la dottoranda presso l’Università di Atene Nikoleta Elephteriadou, il Prof. Nicolas Kavallieratos, Docente di Agricoltura presso l’Università di Atene, il Prof. Antonio Pietro Garonna, Professore associato presso il Dipartimento di Agraria di Portici ed il Dott. Francesco Mattera, agronomo e Presidente del Centro Studi dell’isola d’Ischia.

A portare avanti gli studi per esportare in Australia l’esperienza ischitana di contrasto alla Marchalina hellenica è la giovane dottoranda greca, Nikoleta Elephteriadou che ha dichiarato: “Sono venuta ad Ischia per raccogliere antagonisti naturali di Marchalina hellenica ed in modo particolare il Neoleucopsis introdotto sull’Isola nel 2006 per combattere la pericolosa cocciniglia. Durante gli studi che ho fatto in Grecia ho appurato che ci sono altri due parassiti che per ora abbiamo chiamato A e B. Ora sto valutando le tre popolazioni di Neoleucopsis per verificare quale delle tre è la più efficace da utilizzare nella lotta biologica in tutti gli ambienti dove si dovesse diffondere la Marchalina hellenica tra cui anche l’Australia dove la specie è arrivata”.

Il Prof. Antonio Pietro Garonna ha ripercorso l’esperienza vissuta ad Ischia nel 2006 e che potrebbe essere esportata in Australia. “Nel 2006 – ha affermato il Prof. Garonna -, con molti anni di ritardo rispetto all’arrivo di questo parassita che ha devastato i pini a Ischia, è stato importato, in un progetto coordinato al Prof. Viggiani, un nemico naturale proveniente dai luoghi di origine della cocciniglia. Si tratta di un dittero predatore che si chiama Neoleucopsis che dopo alcuni anni dal lancio di un gruppo molto ridotto di individui, è stato ritrovato.

Negli anni a partire dal 2010 fino al 2013 sono stati fatti dei campionamenti e si è visto che questo dittero si è insediato stabilmente sull’isola ha iniziato a ridurre notevolmente le popolazioni della cocciniglia dannosa”. Il Dott. Francesco Mattera ha espresso soddisfazione per la riuscita del convegno. “Mi sono impegnato molto – ha affermato il Prof. Mattera – e sono soddisfattissimo per la riuscita del convegno e per essere riuscito a cogliere quest’occasione coinvolgendo il professore Garonna della Facoltà di Agraria di Portici e i ricercatori greci. Noi confidiamo molto in un trasferimento dei risultati che si sono avuti a Ischia per quanto concerne la lotta alla Marchalina hellenica, nel continente australiano dove si sta diffondendo a macchia d’olio”.

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