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A messa ma con autocertificazione e numero chiuso

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Le parrocchie italiane, e con loro i fedeli che vorranno partecipare alle liturgie, tra le piu’ attese dell’anno, si preparano a questo primo Natale con ‘zona rossa’ su tutto il territorio nazionale e con il coprifuoco alle 22.00. Il primo a dare l’esempio e’ stato ancora una volta papa Francesco, che oltre a programmare riti natalizi senza piu’ la Basilica di San Pietro gremita – pochi i fedeli e religiosi ammessi alle celebrazioni all’Altare della Cattedra del tempio vaticano – ha anticipato di due ore la messa della notte di Natale, che domani sera sara’ alle 19.30, proprio per permettere il rientro di tutti prima dello scattare del coprifuoco. Le norme della ‘zona rossa’ hanno anche fatto si’ che il Pontefice decidesse di tenere il Messaggio e la Benedizione ‘Urbi et Orbi’ del giorno di Natale dall’interno del Palazzo apostolico, dall’Aula delle Benedizione, senza affacciarsi su Piazza San Pietro. E ugualmente vuota la piazza restera’ anche per gli Angelus di tutto il periodo natalizio, che torneranno ad essere pronunciati – come le udienze del mercoledi’ – dalla Biblioteca del Palazzo apostolico. Ma anche la Cei, oltre a perpetuare le norme sul distanziamento nelle chiese e sulle precauzioni anti-Covid nelle stesse modalita’ liturgiche (vedi somministrazione della comunione), ha convenuto subito col governo che la messa della notte di Natale dovesse essere anticipata in funzione del coprifuoco. Domani sera, quindi, gli orari del rito della Vigilia varieranno tra le 18.00 e le 20.30. Molte parrocchie si sono anche attrezzate mobilitando volontari che vigilino affinche’ in chiesa non entri piu’ di un numero massimo di persone, proprio per rispettare il distanziamento. La ‘zona rossa’ generalizzata nei giorni festivi non impedira’ ai fedeli di andare a messa. Nelle nuove norme per le festivita’ “non ci sono cambiamenti circa la visita ai luoghi di culto e le celebrazioni: entrambe sono sempre permesse, in condizioni di sicurezza e nella piena osservanza delle norme”, ha riferito la Cei, aggiungendo: “Durante i giorni di ‘zona rossa’ si consiglia ai fedeli di avere con se’ un modello di autodichiarazione per velocizzare le eventuali operazioni di controllo”. I vescovi ricordano anche la Circolare del ministero dell’Interno (7 novembre 2020) che precisa che i luoghi di culto dove ci si puo’ recare “dovranno ragionevolmente essere individuati fra quelli piu’ vicini”. Nei giorni di ‘zona arancione’, “i fedeli potranno raggiungere liberamente qualsiasi luogo sacro sito nel Comune di residenza, domicilio o abitazione. Se esso ha una popolazione non superiore a 5.000 abitanti e’ possibile recarsi in chiese situate in altri Comuni che non siano capoluoghi di provincia e distanti non oltre i 30 km”. Una norma eccezionale, poi, consente ai sacerdoti di celebrare piu’ messe a Natale per garantire il distanziamento e il massimo rispetto delle norme anti-Covid. I sacerdoti potranno celebrare fino a quattro Messe per favorire la partecipazione dei fedeli in sicurezza. Lo stabilisce un decreto della Congregazione del Culto divino. La possibilita’ riguarda il giorno di Natale (25 dicembre), il giorno di Maria Santissima Madre di Dio (1 gennaio) e dell’Epifania (6 gennaio). A norma del Codice di diritto canonico, in caso vi sia scarsita’ di preti, il vescovo “puo’ concedere che i sacerdoti, per giusta causa, celebrino due volte al giorno e anche, se lo richiede la necessita’ pastorale, tre volte nelle domeniche e nelle feste di precetto”. Tre e’ pertanto il numero massimo. Ora con questo decreto, e soltanto in occasione di queste particolarissime feste in tempo di pandemia, si aggiunge la possibilita’ di celebrare anche una quarta messa, cosi’ da moltiplicare le possibilita’ per i fedeli di prendervi parte sempre nel pieno rispetto delle normative anti-contagio.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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