Hong Kong vive un’altra drammatica domenica di scontri e lacrimogeni a dispetto delle aperture della governatrice Carrie Lam, nel giorno della grande marcia pacifica al consolato americano dove in migliaia si sono appellati al presidente Donald Trump tra cori (“aiutaci” e “libera Hong Kong”), sventolio di bandiere a stelle e strisce e intonazione di ‘Star Spangled Banner’, l’inno nazionale americano. Mentre l’attivista pro-democrazia Joshua Wong, gia’ leader del ‘movimento degli ombrelli’ del 2014, e’ stato di arrestato ancora all’aeroporto di Hong Kong di rientro da un viaggio a Taiwan per il mancato rispetto delle regole sulla liberta’ su cauzione, concessa dopo l’arresto dello scorso mese, che prevedeva l’obbligo di dimora dalle 23 alle 7. “Sono stato arrestato questa mattina dalla polizia per le violazioni delle condizioni del rilascio su cauzione e sono ora tenuto in custodia”, ha scritto Wong in un messaggio affidato ai legali e diffuso sui social media dal suo partito, Demosisto. “Il responso legale preliminare ha suggerito che il tribunale conoscesse, autorizzandoli, i miei viaggi in Germania e negli Usa nel provvedimento di liberta’ su cauzione del 30 agosto”, ha osservato Wong, aggiungendo di ritenere che ci fossero errori nello stesso provvedimento e che sarebbe stato liberato lunedi’. Il 14esimo weekend consecutivo di proteste ha visto decine di migliaia di persone al corteo che da Chater Garden, nel centro della citta’, e’ finito al consolato americano: un’iniziativa che voleva per gli organizzatori chiedere aiuto per la democrazia nell’ex colonia e sollecitare il Congresso ad approvare l’Hong Kong Human Rights and Democracy Act. La speranza e’ che possa punire – ad esempio, attraverso le sanzioni – le azioni illegali dei funzionari dell’ex colonia contro manifestanti e diritti umani. La misura sara’ all’esame del Senato la prossima settimana, secondo il leader democratico Chuck Schumer, facendo salire l’irritazione di Pechino che ritiene le turbolenze di Hong Kong una questione interna. La marcia pacifica e’ sfociata poi in scontri violenti quando in migliaia si sono riversati su Causeway Bay: la polizia e’ ricorsa ai lacrimogeni, piu’ volte, nel tentativo di disperdere i manifestanti che su Hennessy Road e su altre strade hanno formato barricate e appiccato incendi per bloccare la circolazione stradale. In tenuta antisommossa, le forze dell’ordine hanno cordonato parte di Yee Wo Street ed East Point Road, fuori dai grandi magazzini Sogo. Molti dei manifestanti indossavano abiti neri, maschere ed elmetti da cantiere. Gli scontri si sono spostati all’Admiralty e a Wan Chai quando la polizia e’ riuscita a respingere i manifestanti, ma in tarda serata si contavano, secondo i media locali, decine di feriti e di arresti. E’ il primo weekend di proteste di massa da quando mercoledi’ la governatrice Lam ha ritirato formalmente la contestata legge sulle estradizioni, alla base di tre mesi di mobilitazioni, presentando altri punti di apertura. “Troppo tardi e troppo poco”, secondo molti attivisti, intenzionati a proseguire la lotta per le dimissioni della Lam, un’indagine sulle brutalita’ della polizia, il ritiro delle accuse agli arrestati e un pacchetto di riforme democratiche.