Un gruppo di matrice anarchica antimilitarista. Potrebbe esserci una formazione di questo tipo dietro i tre pacchi bomba che tra domenica e lunedi’ hanno ferito tre donne a Roma e Fiumicino. Oggi in Procura si e’ svolta una riunione tra i pm titolari del fascicolo in cui si ipotizzano i reati di attentato con finalita’ di terrorismo e lesioni, carabinieri del Ros e dirigenti della Digos. Al momento non si puo’ escludere che ci siano altri plichi bomba in circolazione. Chi indaga ha allertato, quindi, Poste Italiane al fine di mettere in atto tutti i controlli necessari e in particolare per i pacchi che transitano presso il Centro di smistamento del comune del litorale dove nella serata di domenica e’ esploso uno dei plichi ferendo una impiegata che ha riportato dieci giorni di prognosi. I primi risultati dell’indagine hanno escluso rapporti di conoscenza tra le tre vittime, sia personali che professionali. Al momento non e’ arrivata alcuna rivendicazione, ma dietro all’iniziativa potrebbe esserci, spiegano gli inquirenti, una frangia “antimilitarista della galassia anarchica”. Il fascicolo di indagine e’ stato affidato dal procuratore aggiunto Francesco Caporale al sostituto Francesco Dall’Olio che in passato si e’ gia’ occupato delle iniziative degli anarchici. Nel corso del vertice in Procura si e’ fatto il punto sull’attivita’ di indagine svolta finora. Sulle buste, quelle gialle di tipo A4, erano presenti tre diversi mittenti che pero’ erano noti alle persone a cui sono stati recapitati. Ad esempio la busta esplosa domenica sera al centro di smistamento era destinata ad una ex dipendete dell’Universita’ di Tor Vergata e il mittente era l’Ateneo dove la donna lavorava nel settore amministrativo. Secondo gli inquirenti i plichi sono stati confezionati da una unica mano e il meccanismo esplosivo, artigianale ma ben fatto, era all’interno della busta. I caratteri utilizzati per scrivere gli indirizzi erano uguali per tutti e tre i plichi. L’esplosivo era presente in scatolette di legno poste nella busta e, secondo quanto accertato, era idoneo ad “offendere” ma non ad uccidere. Secondo la ricostruzione degli inquirenti il gruppo eversivo di matrice anarchica avrebbe preso di mira l’ex dipendete dell’Ateneo di Tor Vergata in relazione ad un accordo siglato nell’ottobre scorso con l’Aeronautica Militare. Riguardo invece al ferimento della donna di 68 anni (esperta in biotecnologie e non epidemiologa come si era appreso in un primo momento) che lavorava presso l’universita’ cattolica del Sacro Cuore-Gemelli, ci sarebbe, secondo gli inquirenti, l’intesa di cooperazione siglata nel dicembre del 2017 con una struttura della Nato: il Corpo d’armata di reazione rapida in Italia (Nrdc-Ita) che ha sede a Solbiate Olona, nel Varesotto. Resta, invece, da chiarire la scelta di inviare il plico ad una dipendente Inail di 54 anni che alle 18.30 di ieri ha ricevuto la busta nella sua abitazione nella zona del Nuovo Salario rimanendo ferita in modo lieve.
Il 23 novembre 1980 è una data incisa nella memoria dell’Italia. Alle ore 19:35, una scossa di terremoto di magnitudo 6,8, seguita da un’altra di magnitudo 5, devastò le province di Avellino, Salerno e Potenza, colpendo anche altre zone della Campania e della Basilicata. Una tragedia che causò migliaia di vittime e distrusse interi paesi, lasciando ferite profonde nel cuore delle comunità.
A 44 anni di distanza, i Vigili del Fuoco di Avellino, insieme alle istituzioni e ai cittadini, vogliono rendere omaggio alle vittime e ai feriti di quella catastrofe, ricordando anche il sacrificio di chi, con coraggio e abnegazione, si mobilitò per portare soccorso.
Il ricordo dei soccorritori
I Vigili del Fuoco furono tra i protagonisti della risposta all’emergenza. Nonostante le difficoltà rappresentate da un territorio montagnoso, dalle condizioni meteorologiche avverse e dalle vie di comunicazione interrotte, operarono senza sosta per mesi. Ragazzi che, con il loro spirito di adattamento, riuscirono a superare ogni ostacolo, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione della popolazione colpita.
«Vogliamo ricordare l’immane lavoro dei nostri colleghi Vigili del Fuoco, che affrontarono sacrifici personali senza precedenti per fronteggiare una situazione straordinaria», sottolineano oggi i rappresentanti del corpo.
Un messaggio dal Ministro Piantedosi
Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha partecipato alle commemorazioni a Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei comuni più colpiti dal sisma, ricordando con commozione il sacrificio delle vittime e il moto di solidarietà che ne seguì.
«Quella tragedia rappresentò uno spartiacque per il nostro Paese, evidenziando la necessità di un Sistema nazionale di protezione civile. Oggi, la Protezione Civile italiana è un modello d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale», ha dichiarato Piantedosi.
L’impatto storico e umano
La scossa devastò un’area di 17.000 chilometri quadrati, rendendo i soccorsi estremamente complessi. Cinque giorni dopo il sisma, tutti i corpi erano stati estratti dalle macerie, ma il lavoro di ricostruzione e assistenza durò per mesi. Allora, il presidente Sandro Pertini denunciò i gravi ritardi nei soccorsi, sollevando l’urgenza di migliorare le risposte alle emergenze.
Quella tragedia fu il punto di partenza per la nascita, nel 1982, del Dipartimento della Protezione Civile, che oggi coordina le emergenze sul territorio nazionale con rapidità ed efficacia.
Un tributo all’Italia solidale
L’anniversario del terremoto in Irpinia è un’occasione per ricordare non solo il dolore, ma anche la straordinaria solidarietà che unì il Paese. Da ogni angolo d’Italia arrivarono soccorritori e aiuti per sostenere le popolazioni colpite.
I Vigili del Fuoco di Avellino celebrano oggi il coraggio e la dedizione di chi si sacrificò per portare speranza e sollievo in un momento di disperazione, riaffermando il valore della memoria collettiva e dell’impegno civile.
Questa mattina, alle ore 8:35, è stata registrata una lieve scossa di terremoto di magnitudo 2,2 della scala Richter sul Vesuvio, precisamente sul versante di Ottaviano. La scossa, localizzata a una profondità di appena 20 metri, è stata percepita dalla popolazione locale, sebbene senza provocare danni.
Un evento di natura superficiale
La particolarità di questo evento sismico è la sua natura superficiale: essendo avvenuto a una profondità molto ridotta, il movimento del suolo è stato avvertito con maggiore intensità nelle aree circostanti l’epicentro, pur trattandosi di una magnitudo contenuta.
La rete di monitoraggio sul Vesuvio
Il Vesuvio, uno dei vulcani attivi più monitorati al mondo, è costantemente sotto osservazione dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Gli eventi sismici di bassa intensità e profondità, come quello di questa mattina, rientrano nelle normali attività vulcaniche e tettoniche dell’area.
Cosa significa per la popolazione
Gli esperti sottolineano che una scossa di questa entità non rappresenta un motivo di preoccupazione. Tali fenomeni sono parte della normale attività geodinamica dell’area vesuviana e non indicano necessariamente cambiamenti significativi nel comportamento del vulcano.
Consigli per la cittadinanza
È sempre utile che la popolazione residente in aree vulcaniche adotti semplici pratiche di prevenzione e segua le comunicazioni ufficiali delle autorità locali e degli enti scientifici.
L’evento odierno, pur avvertito dalla cittadinanza, rientra nella casistica di scosse leggere che non destano particolari allarmi, ma che ricordano l’importanza di vivere consapevolmente in una zona caratterizzata da fenomeni naturali unici.
Ad Avellino l’intervento congiunto dei Vigili del Fuoco e della Polizia di Stato hanno portato al salvataggio di una donna e dei suoi figli da una situazione critica.
Il delicato intervento si è svolto ad Avellino, in via Circumvallazione, dove i Vigili del Fuoco sono intervenuti su richiesta della Polizia di Stato per affrontare una grave situazione di emergenza familiare. Un uomo, armato di coltello, minacciava la sua compagna, una donna di origini senegalesi, e i loro tre figli: due bambine e un maschietto.
La donna, temendo per la propria vita e quella dei suoi figli, si era rifugiata in una stanza chiusa a chiave. In cerca di aiuto, aveva portato i bambini sul balcone, attirando così l’attenzione delle forze dell’ordine e dei soccorritori. La tempestività dei Vigili del Fuoco, intervenuti con un’autoscala, ha permesso di mettere subito in salvo le due bambine, che sono state portate in un luogo sicuro.
Mentre l’operazione di soccorso continuava per raggiungere la madre e il figlio, l’uomo è riuscito a sfondare la porta della stanza, aumentando ulteriormente il rischio per i presenti. È stato in quel momento che gli agenti della Polizia di Stato, già sul posto, sono intervenuti con prontezza, riuscendo a bloccare e neutralizzare l’aggressore prima che potesse ferire qualcuno.
Completata la messa in sicurezza dell’uomo, i Vigili del Fuoco hanno riportato le bambine al fianco della madre, concludendo con successo l’intervento. Nessuno tra i coinvolti ha riportato ferite, e la donna e i suoi figli sono stati affidati alle cure dei servizi sociali per il supporto necessario.