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Muore Afro Napoli, nasce la Indipendent Women. Vincono le calciatrici, Sibilia: auguro loro ogni successo

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Le calciatrici della squadra femminile dell’Afro Napoli United potranno disputare il campionato con un’altra società. Verrà costituita giuridicamente nei prossimi giorni, la nuova squadra si chiamerà Indipendent Women.  È questo l’esito dell’incontro che si è svolto oggi nella sede del Comitato campano della Figc e che chiude la vicenda nata con l’espulsione dalla squadra di Titty Astarita che si è candidata a Marano in una lista civica alleata con Noi con Salvini per le elezioni comunali. Titty Astarita e alcune compagne di squadra hanno incontrato oggi il presidente dell’Afro Napoli Antonio Gargiulo alla presenza del presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia, del reggente del comitato campano, Luigi Barbiero, e del responsabile regionale dell’Associazone Italiana Calciatori Antonio Trovato. La via d’uscita onorevole per tutti, in cui tutti non rinunciano alle loro idee, è quella di far nascere una  nuova società. Alla soluzione si è arrivati soprattutto grazie all’intervento di Cosimo Sibilia, presidente della Lega nazionale dilettanti che in questi anni ha lavorato sempre in favore del calcio femminile e che era intervenuto già nei giorni scorsi per dirimere quanto accaduto tra l’Afro Napoli e Titty Astarita.
Le calciatrici saranno svincolate d’autorità con un procedimento straordinario che sarà chiesto al presidente della Figc che sarà eletto lunedì prossimo. Subito dopo le ragazze potranno tesserarsi per una nuova squadra in via di costituzione, la Independent Women, che potrà iscriversi al campionato grazie a una riapertura dei termini concessa ad hoc dagli organi federali.
Il presidente Sibilia si è dichiarato «soddisfatto» per l’esito della vicenda, augurando «i migliori successi sportivi» alle Independent Women.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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