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Truffa dei fondi pubblici alla Lega, i giudici a Bossi: dica dove ha fatto sparire i 49 milioni da sequestrare

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“L’imputato Umberto Bossi ha l’onere di indicare al pm dove indirizzare le ricerche per rinvenire i fondi non rinvenuti nelle disponibilità della Lega Nord”. C’è scritto anche questo nella sentenza della Cassazione. Un invito al senatùr a dirla tutta su quei 49 milioni di rimborsi pubblici incassati in modo illecito dalla Lega.

Nemici amici. L’ex leader Umberto Bossi condannato per truffa e l’attuale capo politico della Lega ora ministro dell’Interno Matteo Salvini

Sono le motivazioni della sentenza con cui i giudici della Suprema Corte hanno confermato il sequestro disposto dai magistrati di Genova nei confronti di Bossi a tenere banco. A Genova, in Procura, dove si incassa con soddisfazione la decisione della Cassazione sul ricorso dei legali di Bossi, si  studia il prossimo passo: verificare se i conti della nuova Lega di Matteo Salvini siano aggredibili o se i sequestri debbano riguardare solo la vecchia Lega Nord. Saranno sicuramente valutazioni tecniche e giuridiche quelle dei magistrati. Quel che si sa è che si tratta di due soggetti giuridici distinti per nome, sede, bilancio e 2 per mille. La vicenda si è complicata dopo la recente sentenza della Cassazione sull’estensione della misura cautelare anche alle future entrate del partito, presso chiunque e ovunque siano. Sono tutte appendici del processo che ha portato nel luglio dello scorso anno alla condanna di Bossi e dell’ ex tesoriere Francesco Belsito per truffa al Parlamento e per appropriazione indebita: 49 milioni di euro di rimborsi pubblici, dal 2008 al 2010, chiesti e ottenuti dalla Lega truccando un po’ le carte, spacciando per attività politica anche spese personali (500 mila euro) e investimenti in diamanti e in Tanzania (7 milioni, poi rientrati). Dopo la condanna i pm avevano disposto un sequestro preventivo per 49 milioni sui conti della Lega, trovandone però solo 3. E gli altri? Il Carroccio dice naturalmente che sono stati spesi per la politica. Ma c’ è chi sospetta qualcosa di diverso.

“Al 31 dicembre del 2011 nel bilancio del movimento politico c’era un attivo di 47.791.649 euro, dei quali 20,3 milioni in titoli e 12,8 milioni di liquidità. Come mai sono stati rinvenuti solo 3 milioni?”, ha denunciato lo scorso dicembre Stefano Aldovisi, uno dei tre revisori dei conti che erano stati condannati con Bossi e Belsito. Nel tentativo di recuperare il denaro (40 mila euro) che gli è stato sequestrato nell’ambito dello stesso processo, Aldovisi ha dato così il là all’ apertura di un fascicolo per riciclaggio che si propone di scoprire dove siano finiti, in sette anni, quei milioni. Nel frattempo il partito ha vissuto tre epoche: Bossi fino al 2012, Roberto Maroni fino al dicembre 2013 e Salvini. Non si sa chi abbia usato quei soldi, non si sa come né quando.

Ieri Salvini si è rivolto così a Mattarella: “Attendo rispettosamente la fissazione di una data per parlare delle tante cose belle che stiamo facendo qui al Viminale”. Mentre il presidente della Camera Roberto Fico gli ricordava che “le sentenze vanno rispettate”.

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Morta Amelia Cortese Ardias, il cordoglio di Bassolino

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“La scomparsa della Cortese Ardias mi rattrista davvero. Amelia è stata una esponente liberale di primo piano, una donna delle istituzioni ed impegnata nella vita culturale e sociale”. Lo afferma in una nota Antonio Bassolino. “Mio padre – aggiunge l’ex sindaco di Napoli – era amico del marito. Le ho voluto molto bene e tra di noi vi sono sempre stati sentimenti di stima ed affetto. Un abbraccio ai familiari”.

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Torna il maltempo, allerta arancione in sei regioni

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Torma il maltempo e domani sarà allerta arancione in sei regioni e gialla in nove. Piogge e temporali, dalla serata di oggi, cadranno sulle regioni di Nord-Ovest e la Toscana, poi la perturbazione si estenderà nella giornata di domani al Nord-Est e in parte al Centro. Il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

I temporali da stasera riguarderanno la Liguria e poi, dalle prime ore di domani, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana, successivamente Lombardia, Veneto e, dal pomeriggio, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria e Lazio. Possibili anche locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per la giornata di domani allerta arancione per rischio temporali e idrogeologico su buona parte di Toscana, Emilia-Romagna Liguria, Veneto e Lombardia e su tutto il Friuli Venezia Giulia. Allerta gialla su resto di Toscana, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, oltre che su Umbria e parte di Sardegna, Marche e Piemonte.

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A cento anni gli rinnovano la patente a Ravenna

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Ha compiuto cento anni e ogni pomeriggio, insieme alla moglie Tebe, di quattro anni più giovane di lui, da Ravenna va al mare nella vicina Lido Adriano, guidando la sua auto. Potrà continuare a farlo ancora, perché Luciano Gulmini, che il 23 agosto ha festeggiato il fatidico traguardo del secolo di vita, nei giorni scorsi si è infatti visto rinnovare anche la patente per due anni, fino al 2026. Gulmini, ex dipendente di Cgil e Pci, qualche giorno prima è andato all’Aci, dove dopo l’esame della vista, dell’udito, un breve colloquio e una visita che ha certificato la sua abilità psico-fisica a guidare la macchina, si è visto infatti prorogare la validità della patente.

Guida una Lancia Y, comprata trent’anni fa, ma in perfetto stato. Che è il mezzo, appunto, che durante la stagione estiva porta i due coniugi ravennati al bagno Alessandro di Lido Adriano dove li aspettano i loro amici. Gulmini, come ha raccontato all’edizione ravennate del Resto del Carlino, è un guidatore esperto: per molti anni, insieme alla moglie, ha girato l’Europa, prima in Lambretta, poi sempre in macchina. La prima patente l’ha presa ormai 75 anni fa, per poter guidare una Lambretta, con la quale lui e la moglie hanno fatto vacanze anche fuori dai confini italiani. Nei primi anni Sessanta è arrivata la prima macchina, una Fiat 500 che li ha accompagnati in numerosi viaggi in tenda.

“Soprattutto – ha raccontato Luciano – nella ex Jugoslavia, dove all’epoca c’era il presidente Tito. L’abbiamo visitata per parecchi anni, siamo andati a Spalato, Dubrovnik, Mostar, Sarajevo, ma anche in tanti piccoli paesini, a contatto con la cultura degli altri. Ci è sempre piaciuto viaggiare, incontrare gente, lo abbiamo sempre fatto almeno per un mese all’anno”.

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