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Esteri

Bombe e stragi, alta tensione in Libia: è a rischio la missione dell’Ue a Tripoli

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La situazione sempre piu’ confusa e pericolosa che si sta creando in Libia addensa nubi di incertezza anche sulle sorti della missione diplomatica europea che nei prossimi giorni – si era parlato del 7 gennaio come data plausibile ma non confermata – dovrebbe approdare nel Paese nordafricano per tentare di ottenere un cessate il fuoco e la ripresa dei colloqui tra le due fazioni in conflitto, il governo di Tripoli riconosciuto dalle Nazioni Unite del premier Fayez al-Sarraj e il generale Khalifa Haftar. La Farnesina e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio continuano a lavorare all’appuntamento, che resta in programma e che dovrebbe essere guidato dall’Alto rappresentante Joseph Borrell e dai ministri degli Esteri italiano, francese, tedesco e britannico. Da Bruxelles non confermano ne’ smentiscono per ora la missione: “la situazione in completa evoluzione su diversi fronti, dalla Libia all’Iran e all’Iraq – spiegano fonti europee -, non permette per il momento di fare nessuna programmazione sull’agenda dei prossimi giorni di Borrel”. Tradotto: tutto resta ancora in stand-by in attesa degli eventi. In corso c’e’ soprattutto una seria riflessione sulla sicurezza delle delegazioni, non tanto da parte italiana quanto dagli altri partner. La decisione insomma resta aperta fino all’ultimo momento, cosi’ come rimane in sospeso l’arrivo a Roma di Borrell e del ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas per unirsi a Di Maio nell’eventuale partenza. Una situazione fluida che, in Italia, offre anche la sponda per la polemica politica da parte dell’opposizione leghista, con il leader Matteo Salvini che attacca: “Prima di tutto – dice – sarei in Libia, un ministro deve essere li’ sul posto”. A destare preoccupazione, per quanto riguarda l’organizzazione della missione, sono naturalmente anche gli sviluppi sul fronte delle tensioni tra Stati Uniti, Iran e Iraq, che rischiano di fare scivolare la Libia in un cono d’ombra, dirottando l’attenzione della comunita’ internazionale sull’altro scenario, potenzialmente piu’ esplosivo. Ma a creare problemi e’ soprattutto una situazione sul terreno libico sempre piu’ complessa, per la quale Di Maio parla di “pericolosissima escalation”, in cui le posizioni degli attori in gioco sembrano farsi piu’ aggressive, con l’appello al ‘jihad’ di Haftar dei giorni scorsi, e allo stesso tempo piu’ ambigue. Assume i contorni di un giallo ad esempio l’attacco al collegio militare di Hadaba, a sud di Tripoli, un’esplosione – apparentemente provocata da un missile, a giudicare da un video delle telecamere di sicurezza – che sabato sera ha provocato decine di morti e di feriti. Cadetti di polizia, ufficialmente. Miliziani pro-Sarraj, secondo voci alimentate dagli ambienti legati ad Haftar. In un’incrociarsi di dichiarazioni e smentite, le forze del generale di Bengasi si sono prima attribuite la responsabilita’ dell’attacco salvo poi negare in un secondo momento un coinvolgimento nel raid, sostenendo che si sia trattato invece di opera dei terroristi di Isis o di Al Qaeda. Dai quali tuttavia non e’ arrivata alcuna forma di rivendicazione. Il governo di Sarraj, che ha ricevuto anche una telefonata di condoglianze da Di Maio, continua invece a ritenere che l’autore dell’attacco sia l’aviazione del generale Haftar sostenuta dagli Emirati Arabi, tanto che Tripoli ha chiesto una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu per discutere delle “atrocita’ e dei crimini di guerra di Haftar”. Alla finestra, ad osservare la situazione, resta il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, autorizzato nei giorni scorsi dal parlamento di Ankara a inviare le proprie truppe in Libia. Resta ancora da capire se il sultano scegliera’ di impegnare i suoi soldati in quello che rischia di diventare un pantano simile allo scacchiere siriano e se la parallela crisi iraniana potrebbe avvantaggiare o meno un’operazione turca al di la’ del Mediterraneo.

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Esteri

Biden a Zelensky: la Russia non prevarrà, noi con Kiev

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“La Russia non prevarrà”. Lo ha detto Joe Biden a Volodymyr Zelensky accogliendonolo nello Studio Ovale. Il presidente lo ha ringraziato del piano che il leader ucraino gli ha presentato ed ha assicurato che “gli Stati Uniti sono accanto a Kiev ora e in futuro”.

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Esteri

Altro scudo per Kiev, secondo Samp-T in Ucraina

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Una nuova batteria antiaerea proveniente dall’Italia è pronta a rinforzare lo scudo antimissilistico delle truppe di Kiev. Il Samp-T sta arrivando in Ucraina e potrà essere operativo già dalla prossima settimana: è il secondo invio di questo tipo, dato che lo stesso sistema d’armi terra-aria era stato già fornito lo scorso anno dal nostro Paese dopo l’inizio dell’invasione russa. Secondo quanto comunicato da Mosca, quella contraerea fornita in collaborazione con la Francia sarebbe stata però distrutta dai soldati russi.

Il secondo Samp-T pronto a rimpiazzarlo è invece quello rientrato a giugno dal Kuwait, il cui invio sarebbe stato deciso nel nono pacchetto di aiuti, anche se questa fornitura non è stata facile: fino a poche settimane fa il sistema necessitava di pezzi di ricambio e aggiornamenti conclusi soltanto da poco. Tanto da indurre il ministro Crosetto a puntare il dito contro i tempi di produzione delle industrie italiane della Difesa: “L’Italia deve consegnare la contraerea Samp-T all’Ucraina e l’azienda italiana che deve sistemarlo ad agosto era chiusa per ferie, sabato e domenica non lavora e di sera non lavora”, aveva spiegato piccato il titolare di via XX Settembre manifestando perplessità sul sistema industriale bellico, che sembra non essere al passo con i tempi della guerra.

Un discorso che in termini strategici significava la necessità di cambiare in fretta in tutta l’Unione europea su questo aspetto, per non restare indietro rispetto alle esigenze del difficile momento storico. Ora una parte del nuovo scudo, dello stesso tipo di quello schierato in occasione del G7 in Puglia, sta transitando in Polonia, arrivando quindi a destinazione assieme alla seconda parte dei componenti tra qualche giorno. Il Samp-T non è comunque l’unica fornitura importante. Lo scorso aprile l’Italia aveva già fornito a Kiev anche i missili da crociera Storm Shadow/Scalp che possono colpire ad una distanza di 500 chilometri, potenzialmente anche obiettivi in Russia dunque. Ma secondo il caveat, come più volte sottolineato dai ministri italiani, le armi cedute non possono essere usate sul suolo russo. I magazzini dell’arsenale italiano intanto attendono di tornare a riempirsi, con degli aggiornamenti: il ministro Crosetto ha annunciato che il governo ha ordinato dieci sistemi Samp-T di nuova generazione e si stanno migliorando i missili antibalistici Aster.

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Economia

Germania in recessione, pressing per nuovo taglio Bce

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La Germania va verso un calo del Pil pari a -0,1% nel 2024, un dato che incorpora una probabile recessione in corso. E che potrebbe innescare – assieme alla debolezza della domanda nell’area euro – uno scontro al Consiglio direttivo di ottobre della Bce, con le ‘colombe’ che alzeranno il tiro per anticipare a ottobre il prossimo taglio dei tassi che era atteso per dicembre. Reduce da un secondo trimestre in negativo, Berlino già dopo gli indici Pmi della scorsa settimana fa i conti con una probabile debacle della sua economia anche nel terzo.

Recessione tecnica, dunque, ossia due trimestri consecutivi di Pil negativo. A rafforzare questo scenario arriva ora la revisione, in peggio, delle stime dei principali istituti economici tedeschi: da +0,1% la stima per l’intero 2024 passa a -0,1%. Quel che è peggio, gli istituti Ifo, Diw, Ifw Kiel, Halle e Rwi-Leibnitz peggiorano anche la ripresa, con +0,8% per il 2025 (sei decimali in meno rispetto alle stime di primavera). La diagnosi, dopo due anni di stagnazione economica, è che “una ripresa lenta è probabile inizi il prossimo anno, ma la crescita non tornerà al trend pre-pandemia nel futuro prevedibile”.

Numeri che fanno il paio con la crescita modesta dell’area euro nel secondo trimestre (+0,2%) e con le attese di una frenata nel trimestre luglio-settembre, quando per l’Italia Confcommercio stima crescita zero. In forte contrasto la revisione in meglio della crescita degli Usa nel secondo trimestre, con un +3% annualizzato, quindi non comparabile col dato europeo. Nel bollettino economico della Bce l’accento va su un dato che potrebbe essere determinante per la risposta al rallentamento in corso, trainato da un settore manifatturiero in recessione da due anni che ora rischia di trascinare con sé anche i servizi: l’espansione del Pil ad aprile-giugno “è stata principalmente determinata dalle esportazioni nette e dalla spesa pubblica. La domanda interna privata ha registrato un indebolimento, a fronte dei minori consumi delle famiglie, della riduzione degli investimenti delle imprese e del calo di quelli nel settore dell’edilizia residenziale”.

La stretta monetaria intrapresa a fine 2022 serviva proprio per indebolire la domanda e con essa l’inflazione. Dopo un taglio a giugno e uno a luglio da un quarto di punto ciascuno, le previsioni fino alla scorsa settimana davano tagli prudenti a ritmo trimestrale. Dal peggioramento del quadro economico, però, arrivano sempre più argomenti per i governatori che chiedono alla Bce di accelerare il graduale taglio dei tassi. Le indiscrezioni parlano di una possibile offensiva per un nuovo taglio già al meeting Bce che si terrà in Slovenia il 17 ottobre. Secondo la Reuters i ‘falchi’ sarebbe pronti a resistere. Il compromesso potrebbe essere un accordo dei governatori per dare a ottobre un ‘segnale forte’ del taglio che arriverà a dicembre.

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