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Mediapro ha già acquisito i diritti Tv e versato una caparra da 64 milioni, Sky non avrà più il calcio ma…

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Nessuna nuova offerta da parte di Mediapro per i diritti tv della Serie A e trattativa al momento chiusa senza una governance stabile in Lega serie A. E’ quanto filtra da ambienti vicini al gruppo spagnolo, che quindi domani, nel corso dell’assemblea dei club della massima serie, non presenterà alcuna nuova proposta.  L’ultima offerta di Mediapro è infatti quella che la Lega ha ricevuto lo scorso 4 novembre, con scadenza al 30 novembre: una offerta su cui la Serie A non ha votato nell’assemblea del 25 novembre, rimandando il discorso. Tuttavia, fanno sapere fonti vicine a Mediapro, ad oggi la trattativa è da considerarsi conclusa e finchè la Lega non avra’ una governance stabile non ci sara’ alcuna riapertura. Nel caso in cui le parti non tornassero a trattare, sullo sfondo resta sempre aperto il contenzioso legale sulla caparra da 64 milioni versati dal gruppo spagnolo alla Serie A per i diritti tv 2018/21, contratto poi risolto dalla Lega.

‘O Sistema del calcio, i miliardi dei diritti tv e le battaglie tra Mediapro e Sky che nessun vuole raccontare

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Calcio: Lukaku, Conte bravo a creare sempre squadre unite

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“La cosa bella di Conte è che è proprio quello giusto, penso sia bellissimo il modo in cui lui fa quello che fa. Il modo in cui amalgama la squadra. Pep Guardiola pure lo fa, anche Klopp, Mourinho, Ancelotti. Sono i grandi allenatori. Se guardi alle squadre che vincono, c’è sempre un allenatore che ha un buon piano tattico ma che soprattutto riesce a creare una squadra unita, con giocatori che stanno bene insieme”.

Romelu Lukaku analizza il suo rapporto con l’allenatore del Napoli in un’intervista al podcast belga “Amici dello Sport”: “Io – osserva l’attaccante belga – non sono il tipo di calciatore che tiene palla, io attacco lo spazio. Andai in Italia e ricordo che Antonio Conte mi disse letteralmente in faccia: ascoltami, nel mio sistema di gioco non puoi tenere troppo il pallone, devi ridarlo subito indietro, non devi giocare come Lautaro. In quel momento io e Lautaro sapevamo che dovevamo passarci il pallone l’uno con l’altro e che le qualità di Lautaro calzavano perfettamente con le mie. Così come il sistema di Conte calzava perfettamente per me. Ci allenavamo continuamente a passarci il pallone, così a un certo punto sapevo perfettamente dove sarebbe andato lui o Sanchez o chiunque avrebbe giocato al suo posto”.

“Adesso – spiega Lukaku – è lo stesso con Kvaratskhelia. È questo quello che fa Conte: crea una sorta di partnership tra i giocatori. La stessa cosa vale con McTominay. Lui lo può fare, lo può fare”. “La non convocazione in Nazionale? Ora – conclude Lukaku – ho scelto per me, ne avevo bisogno mentalmente e fisicamente. Non avevo fatto la preparazione estiva perché dovrei mettermi di nuovo in una situazione del genere ora che stiamo facendo dei buoni progressi con il Napoli e sto gradualmente tornando in forma?”.

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Genoa, Zangrillo: Balotelli può tornare grande con noi

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“Personalmente credo che Balotelli potenzialmente sia stato, negli ultimi vent’anni, il più grande numero 9 italiano. Per una serie di circostanze non ha saputo o non ha potuto esprimersi. Sono convinto che SuperMario, in uno stadio come quello di Genova e davanti alla Gradinata Nord, possa ritornare per una o due stagioni il grande che è stato. È una sfida che, da qualche giorno, mi toglie il sonno”. Lo ha detto il presidente del Genoa Alberto Zangrillo intervenendo a “IL processo di Sportiva” su Radio Sportiva con l’ex campione Ciccio Graziani. Il numero uno del Genoa ha poi analizzato il momento della squadra e soprattutto parlato del futuro di Gilardino.

“La partita di sabato dobbiamo interpretarla come importante, ma non come la partita della vita – ha detto ancora Zangrillo -. Gilardino non si tocca? Nella vita ho imparato ad essere soprattutto umile, conoscere il mio perimetro e andare avanti così. Le decisioni le prendono poi il Direttore Sportivo, l’Amministratore delegato e lo staff tecnico. Le decisioni non competono me, ma tenevo corretto richiamare tutti al ricordo”.

“Tante volte gli allenatori penso subiscano scelte che sono veramente e profondamente ingiuste perché sono figlie del momento – ha aggiunto -. Noi abbiamo avuto tantissimi infortuni e sfido chiunque in una situazione del genere a rimanere competitivi in Serie A, ricordandoci sempre che siamo ancora all’inizio”. Zangrillo ha poi chiarito la situazione societaria del club con la proprietà americana alle prese con una grave crisi finanziaria.

“C’è una controversia giudiziaria che investe in pieno il nostro azionista di riferimento, tradotto – ha spiegato il presidente del Genoa -, il nostro proprietario. Fortunatamente c’è un advisor finanziario, una banca (Moelis & Co, ndr) che ha tutto l’interesse a garantire che l’asset Genoa, depositario di un valore e non solo di situazioni negative, ma di un valore intrinseco, possa garantirsi nella continuità. Quindi, quello che tutti noi in società, in primis l’amministratore delegato e io stesso, stiamo cercando di fare è traghettare verso un futuro più sereno”.

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Sinner in finale al Six Kings Slam, Djokovic ancora ko

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Quattro giorni dopo la vittoria del Masters 1000 di Shanghai, Jannick Sinner e Novak Djokovic si sono ritrovati nella semifinale del Six Kings Slam, il torneo di esibizione in programma fino a sabato a Riad, in Arabia Saudita, e anche questa volta, a vincere, è stato l’altoatesino che si è imposto con il punteggio di 6-2, 6-7, 6-4 in 2 ore e 27 minuti di gioco. Una partita faticosa e dispendiosa per Sinner che ha fatto i conti con alti e bassi nel corso del match. Una partita combattuta soprattutto nel secondo e nel terzo set. Si gioca per lo spettacolo, per la promozione dello sport in un Paese che ha fame di tennis e…per un primo premio da 5,5 milioni di euro (1,4 milioni di euro il “gettone” di partecipazione per ognuno dei sei protagonisti).

Cambia l’avversario, Medvedev nei quarti ora Djokovic, ma non il trattamento del numero uno del mondo: che in appena 26 minuti si aggiudica il primo set. Ma Nole non ci sta e si aggiudica al tie break il secondo set. Al cambio campo arriva il fisioterapista a trattare la spalla destra del serbo. Si va avanti tra break, controbreak e occasioni mancate da una parte e dall’altra per otto game, poi nel nono arriva un nuovo strappo da parte di Sinner, che scappa sul 5-4 e va a servire per il match. “E’ stata una partita dura. Abbiamo provato a giocare ogni punto giocando al meglio, l’abbiamo presa seriamente cercando anche di fare qualcosa di diverso in campo” ha detto Sinner al termine del match. “Abbiamo giocato in finale a Shangai 4 gorni fa. Abbiamo commesso entrambi qualche errore. E’ normale, nel tennis succede – ha detto ancora Sinner -. Ho giocato un paio di diritti che mi hanno permesso di riprendere in mano la situazione. Di solito sono calmo, ma anche a me capita di sentirmi teso, nervoso.

Punto a chiudere al meglio la stagione e questo torneo, cercherò di offrirvi il miglior spettacolo possibile, comunque andrà l’altra semifinale. Sabato sono sicuro che sarà una partita molto divertente”. Intanto l’Itia (International Tennis Integrity Agency) torna a parlare del ricorso della Wada riguardante il caso di Jannik Sinner, il numero uno del mondo trovato positivo a causa della contaminazione dal Clostebol a marzo scorso e scagionato dopo un processo dall’Itia stessa, decisione contro la quale la Wada, agenzia mondiale antidoping, ha fatto appello al Tas. Oggi l’Itia, attraverso un comunicato del ceo Karen Moorhouse, ha voluto spiegare meglio la sua posizione sottolineando che La decisione dell’Itia si è attenuta alle regole definite “dal Codice mondiale antidoping”, a sua volta “stabilito dall’Agenzia mondiale antidoping”, ovvero la Wada che ora ha fatto ricorso al Tas contro quella decisione. Moorhouse difende la decisione dell’Itia nata dalla valutazione di “circostanze, fatti e dati scientifici”, indipendentemente dal “profilo del giocatore coinvolto”.

L’intervento del Ceo Moorhouse è contenuto in un report sull’attività dell’Itia nel 2024. Consapevole “che può essere difficile comprendere le differenze di esito o le incongruenze percepite nel processo”, la Itia ha voluto chiarire la propria posizione, dopo il ricorso al Tas della stessa Wada contro la decisione di dichiarare Sinner “non colpevole e non negligente”. “I criteri con cui gestiamo i casi non cambiano, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto – sottolinea Moorhouse – Comprendiamo che il caso che ha coinvolto Sinner sia stato al centro dell’attenzione e abbia provocato tanti commenti e tante speculazioni, in seguito alla nostra decisione di non attribuire nessuna colpa e nessuna negligenza al giocatore”. Finendo per spostare “il focus dell’appello sull’interpretazione e sull’applicazione delle regole da parte del tribunale indipendente per determinare il livello di colpa del giocatore, piuttosto che sull’indagine dell’Itia sui fatti e sulla scienza”.

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