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Ambiente

I padroni delle bandiere blu, ecco perchè non sempre questo fregio significa mare cristallino

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Si dice bandiera blu! Tradotto nella realtà questa espressione significa sabbia pulita, mare cristallino. Quando uno vuole andare a colpo sicuro, fare un bagno in un mare davvero lindo, basta scegliere le località che possono fregiarsi della bandiera blu. In Italia le bandiere blu, consegnate dalla Fee (Foundation for enviromental education), hanno visto premiare nel 2017 ben 163 comuni costieri. Quest’anno la situazione è migliorata. Sono 175 i comuni con bandiere blu, 368 le spiagge. Ecco, ma andare nel comune dove c’è la bandiera blu è garanzia di trovare un mare pulito e cristallino? No, perchè non tutte le spiagge di quel comune con bandiera blu possono godere di questo privilegio. Non c’è alcun automatismo tra bandiera blu al comune e dunque riconoscimento a tutte le spiagge di quel comune. Eppure fare un bagno in acqua di mare pulita è fondamentale per la nostra salute. “L’acqua di mare non pulita può essere veicolo di malattie enteriche che possono anche portare a forme gravi di dissenteria” spiega Laura Triassi, direttore del Dipartimento di sanità pubblica alla Università Federico II di Napoli. A volte capita che in prossimità delle città possa verificarsi il caso di avere coste con mare balneabile anche se ci sono a breve distanza scarichi industriali o domestici. In questi casi è l’Arpa (agenzia regionale per l’Ambiente) che sulla base di analisi delle acque stabilisce la balneabilità o la revoca. In base a quali parametri? “Le norme attuali – spiega Laura Triassi – prevedono la ricerca di Escherichia Coli entro i limiti di 500 unità formanti colonie. Nella stagione estiva, là dove ci si reca a fare il bagno, i prelievi dei campioni e le analisi si fanno una volta al mese. È evidente che analoghi controlli vengono fatti anche sulla sabbia della spiaggia, perché non solo l’acqua inquinata fa male ma anche la costa nuoce alla salute se ci sono agenti inquinanti”. 

Ma sulla base di quali parametri invece la Fee attribuisce le bandiere blu? Le procedure sono assai stringenti e sono quelle del protocollo Uni-En Iso 9001-2008. Per non farla difficilissima dovrebbero essere procedure di accertamento della qualità delle acque, delle sabbie, dell’ambiente assolutamente indipendenti, compiute con tecniche all’avanguardia e personale specializzato indipendente. Le località che possono vedersi attribuire la bandiera blu vengono selezionate da una giuria internazionale e poi da una nazionale. Questa è una fase in cui la Fee collabora con molti enti istituzionali come ministero dell’Ambiente, della Cultura, del Turismo passando per le Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, Ispra, laboratorio di oceanologia ed ecologia marina della Università della Tuscia, Anci, consiglio nazionale dei chimici. 

Ci sono degli indicatori non esattamente scientifici che possono dare una prima idea della pulizia delle acque e della spiaggia. La presenza di troppe alghe o la abbondanza di fauna per esempio significa che le acque sono in salute. Da sfatare il mito delle troppe meduse garanzia di mare pulito.  

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Capodichino, sequestrati coralli portati illegalmente dalla Turchia

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Nell’ambito delle attività di contrasto ai traffici illeciti, i finanzieri della Compagnia di Capodichino, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – 1 SOT Napoli Capodichino, hanno intercettato un cittadino italiano proveniente da Istanbul che trasportava illegalmente 20 esemplari di corallo. Il materiale era privo della documentazione richiesta dalla Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione (CITES).

Durante i controlli, i coralli rinvenuti nel bagaglio del passeggero sono risultati appartenenti all’Ordine “Scleractinia Bourne”, classificazione nell’Appendice II della Convenzione CITES e nell’Allegato B del Regolamento CE 338/97. La mancanza di autorizzazioni valide per l’importazione ha portato al sequestro degli esemplari.

L’uomo è stato sanzionato con una multa che può variare da 3.000 a 15.000 euro, secondo quanto previsto dall’art. 2, comma 3, della Legge n. 150 del 07/02/1992. Il sequestro dei coralli è avvenuto in linea con le normative vigenti per la protezione delle specie a rischio di estinzione.

Le attività di controllo messe in atto dagli enti coinvolti mirano a garantire il rispetto delle regole internazionali per la tutela della fauna e della flora selvatiche, continuando a monitorare e reprimere i traffici illegali che minacciano gli ecosistemi.

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Ambiente

Il pesce cappone: una creatura unica che cammina e assapora il cibo con le gambe

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Il pesce cappone ha da sempre catturato l’attenzione degli scienziati per le sue caratteristiche peculiari. Con il corpo di un pesce, le ali simili a quelle di un uccello e le gambe di un granchio, rappresenta una vera e propria anomalia nel mondo animale. “Gambe su un pesce… questa è una delle cose più strane che abbia mai visto”, ha dichiarato David Kingsley, biologo dello sviluppo presso la Stanford University, paragonando i pesci cappone ai “centauri acquatici”.

Recenti studi, pubblicati sulla rivista Current Biology da Kingsley e altri ricercatori, hanno svelato che queste gambe non servono solo a camminare, ma hanno anche la funzione di assaporare il cibo.

Le gambe del pesce cappone: un mistero genetico

Il team di ricerca di Kingsley si è concentrato su come e perché queste appendici, simili a gambe, si siano sviluppate. Amy Louise Herbert, ricercatrice del laboratorio, ha osservato gli embrioni del pesce cappone per studiare la formazione delle gambe. Le pinne si sono trasformate in arti che permettono al pesce di camminare sul fondale marino.

Analizzando il genoma del pesce cappone, gli scienziati hanno scoperto che un gene chiamato tbx3a gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo di queste gambe. Utilizzando la tecnologia CRISPR per modificare tbx3a, il team ha notato che alcuni pesci nascevano con protuberanze più piccole, simili a pinne, mentre altri sviluppavano più paia di gambe.

Gambe sensoriali: il pesce cappone “assaggia” il cibo

Oltre alla funzione locomotoria, i ricercatori hanno scoperto che le gambe del pesce cappone sono anche strumenti sensoriali. Nascondendo molluschi sotto la sabbia, gli scienziati hanno testato l’abilità del pesce nel rilevare il cibo. Sorprendentemente, le sue gambe a forma di pala sono coperte da piccole protuberanze simili alle papille gustative della lingua umana, permettendo al pesce di “assaporare” la preda prima ancora di scavare per trovarla.

Nicholas Bellono, biologo molecolare di Harvard e autore dello studio, ha paragonato questa capacità a quella dei polpi, che usano i loro tentacoli per gustare il cibo. Tuttavia, Bellono ha sottolineato che i recettori sensoriali e il modo in cui sono collegati al sistema nervoso nel pesce cappone sono completamente diversi.

Un’evoluzione affascinante

Queste nuove scoperte non solo arricchiscono la comprensione dell’evoluzione del pesce cappone, ma aprono anche nuove prospettive sull’adattamento delle specie marine. Le gambe di questo pesce non sono solo un’anomalia fisica, ma rappresentano un affascinante esempio di come la natura possa sviluppare soluzioni ingegnose per sopravvivere e prosperare in ambienti diversi.

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Ambiente

Newcleo raccoglie 135 milioni, trasferisce la sede a Parigi

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Newcleo, la società del nucleare pulito che ha appena finalizzato il trasferimento della sua sede da Londra a Parigi, ha raccolto 135 milioni di euro da nuovi investitori, inclusi Inarcassa, Walter Tosto e la francese Ingerop. Con l’operazione il totale raccolto dalla start up da investitori istituzionali e individuali raggiunge i 535 milioni mentre il numero dei soci sale a 700. “Il trasferimento della nostra sede a Parigi rappresenta una pietra miliare strategica nell’accelerare la nostra missione volta a fornire la prossima generazione di energia nucleare sostenibile – afferma il fondatore e amministratore delegato di Newcleo Stefano Buono (foto in evidenza di Imagoeconomica) -. Ora siamo in una posizione migliore per approfondire la nostra partnership europea e attingere alle risorse di finanziamento da parte di investitori istituzionali e industriali”.

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