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Cronache

Mare Jonio-Eleonore, doppio sbarco. L’ira di Salvini

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Con la forza, violando il divieto di ingresso in Italia siglato da Salvini-Trenta-Toninelli, i 104 della Eleonore sbarcano a Pozzallo (Ragusa). Con il permesso delle autorita’, per le precarie condizioni di salute, i 31 della Mare Jonio a Lampedusa. Guadagnano cosi’ il sospirato ‘porto sicuro’ i naufraghi a bordo delle navi della ong tedesca Mission Lifeline e dell’italiana Mediterranea saving humans. Mentre un altro centinaio di migranti arrivano su altre 4 imbarcazioni tra Lampedusa e Pozzallo (tra di loro 29 libici soccorsi da un pattugliatore della Marina). E l’emergenza-sbarchi continua a scottare sui tavoli delle trattative tra Pd e M5S, con il ministro dell’Interno Matteo Salvini che attacca: “speriamo che nessuno stia inventando a tavolino un governo che faccia ripartire il business dell’immigrazione clandestina perche’ sarebbe un delitto contro l’Italia e contro gli italiani”. Ed il segretario del Pd, Nicola Zingaretti chiede al premier Giuseppe Conte “una svolta”. L’odissea in mare prosegue invece per i 13 soccorsi dalla Alan Kurdi di Sea Eye che, dopo essere stata respinta da Lampedusa con il solito divieto di ingresso, si trova fuori dalle acque maltesi senza il permesso di entrare in porto. Nella stessa zona ha stazionato per alcuni giorni anche la Eleonore, della ong tedesca Mission Lifeline – sempre bloccata dalle autorita’ della Valletta – che ieri ha deciso di fare rotta sulla Sicilia. Arrivata in prossimita’ della costa sud-orientale dell’isola il comandante, Claus Peter Reisch, ha dichiarato lo stato di emergenza ed ha diretto la nave verso il porto di Pozzallo. Dal 26 agosto i migranti si trovavano in condizioni di sovraffollamento per gli spazi ristretti della nave che non consentivano a tutti la possibilita’ di ripararsi dalle intemperie. Col forte temporale, ha spiegato Reisch, “la situazione e’ pericolosa per la vita delle persone a bordo e mi costringe a dirigere verso il porto piu’ vicino”. Sulla Eleonore sono saliti i militari della Guardia di finanza ed hanno disposto il sequestro amministrativo cautelare della nave, consentendo lo sbarco. Una volta a terra, la procura di Ragusa ha aperto un’inchiesta per verificare eventuali violazioni penali. Comandante e responsabili di bordo sono stati identificati dalla polizia che ha notificato loro il sequestro. In un caso analogo, nel giugno scorso, la capitana della Sea Watch 3 Carola Rackete era stata arrestata dopo aver forzato il divieto di ingresso. Due dei migranti sono stati portati via dagli agenti per accertamenti nell’ambito di indagini sulla possibile presenza di scafisti. Eventuali sanzioni amministrative previste dal decreto sicurezza bis (multe da 150mila a 1 milione di euro e sequestro per aver violato il divieto) sono all’attenzione del prefetto di Ragusa. Piu’ a Sud, a Lampedusa, si conclude anche il viaggio dei 31 della Mare Jonio. Negli ultimi giorni dalla nave sono stati continui gli appelli allo sbarco ed in mattinata la situazione e’ precipitata quando alcuni hanno rifiutato cibo ed acqua. A seguito di un’ispezione dei medici degli Uffici di sanita’ marittima, aerea e di frontiera (Usmaf), e’ stata accertata la mancanza delle “condizioni igienico-sanitarie idonee” per far rimanere i 31 sulla Mare Jonio. Gli ospiti sono quindi stati trasbordati su una motovedetta della Guardia costiera che li ha portati a terra. La nave della ong si e’ mantenuta fuori dalle acque italiane rispettando cosi’ formalmente il divieto di ingresso ed evitando il possibile sequestro. Il doppio sbarco ha ovviamente scatenato l’ira di Salvini che ha ironizzato sulle condizioni di salute dei 31, postando il video che ne mostra l’esultanza ed i salti di gioia: “Sbarcati per emergenza sanitaria paralitici e infermi. Ma pensano che gli italiani siano scemi???”. Ed ha ricordato che il sequestro della Eleonore e’ avvenuto grazie al decreto sicurezza “che il Pd vuole cancellare”. Il segretario dem Nicola Zingaretti, da parte sua, torna a chiedere al premier Giuseppe Conte “una svolta radicale nelle politiche su questi temi. Quanto sta avvenendo in queste ore nel Mediterraneo, tra sbarchi continui sulle nostre coste e divieti disumani – aggiunge – conferma che le politiche in materia di immigrazione di questi mesi non hanno risolto nulla”.

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Cronache

Deteneva 12 kg droga, armi e munizioni, arrestato 32enne di Acerra a Lecce

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Più di dodici chili di droga, hashish, marijuana e cocaina, tre pistole pronte all’uso, centinaia di proiettili, una lanciarazzi e circa 5mila euro in contanti ritenuti il provento dello spaccio. È questo il bilancio del sequestro effettuato nel corso di una operazione messa a segno dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, che hanno arrestato un pregiudicato 32enne della zona. L’uomo, Antonio Baldassarre 32enne di Acerra (Napoli) ma residente a Lecce, aveva nascosto l’ingente quantitativo di droga e le armi all’interno di due garage nella sua disponibilità. Il nervosismo mostrato durante il controllo ha insospettito i militari. Dopo aver consegnato ai carabinieri un sacchetto contenente 2 kg e mezzo di hashish occultato sotto il sellino della moto, i militari hanno fatto scattare la perquisizione nei due garage di pertinenza dove poi è stato scoperto l’ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.

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Uccide la moglie e si presenta ai carabinieri

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Femminicidio a Sestri Levante questa mattina. Un uomo di 74 anni, Giampaolo Bregante, ha sparato alla moglie, Cristina Marini. Dopo l’omicidio si è presentato dai carabinieri e ha confessato. Secondo le prime informazioni l’uomo ha detto di avere ucciso la moglie per “porre fine alla sua depressione e visto che la moglie si rifiutava di prendere le medicine per le cure”. Sul posto sono arrivati i medici del 118 e i carabinieri del nucleo investigativo. I militari sono coordinati dal pm Stefano Puppo.

Comandante di lungo corso, Giampaolo Brigante è conosciuto come una persona tranquilla, amante del mare. Ieri era con alcuni suoi amici a giocare a pinnacolo, come tutti i giorni. “Amava raccontare le sue avventure per mare sui traghetti – raccontano gli amici – Era preoccupato solo per la depressione della moglie ma non faceva trapelare nulla”. Il primo ad accorrere sul luogo dell’omicidio è stato il figlio Righel avvisato dal padre dopo che aveva sparato alla moglie, assieme ai carabinieri che avevano ricevuto la telefonata da parte dell’omicida. Il corpo di Cristina Marini si trovava riverso in cucina. Giampaolo Bregante è stato quindi condotto nella caserma di via Val di Canepa a disposizione del magistrato di turno.

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San Gennaro fa il miracolo e il Cardinale chiede giustizia sociale per Napoli

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Questa mattina, alle 10 in punto, il miracolo di San Gennaro si è ripetuto nel Duomo di Napoli, portando con sé un profondo significato religioso e sociale. Come da tradizione, l’annuncio della liquefazione del sangue del santo Patrono è stato dato dall’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ai fedeli che gremivano la cattedrale. Il sangue, contenuto nella famosa ampolla, era già sciolto al momento in cui è stato portato sull’altare maggiore, trasportato dai seminaristi. La celebrazione eucaristica, come sempre, ha attirato numerosi fedeli e personalità illustri, tra cui il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il governatore Vincenzo De Luca, il principe Carlo di Borbone, il principe Emanuele Filiberto di Savoia e l’attrice Marisa Laurito.

La tradizione del miracolo di San Gennaro, atteso tre volte l’anno – il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre – è un momento di grande devozione per i napoletani, che vedono in questo evento un segno di protezione e speranza.

Durante la sua omelia, l’arcivescovo Battaglia ha collegato il miracolo del sangue con la sofferenza e le difficoltà vissute dalla città. “Questo sangue si mescola sempre con il sangue dei poveri, degli ultimi, con il sangue versato a causa della violenza e del degrado sociale”, ha dichiarato, ricordando tragedie recenti come il crollo di Scampia e l’esplosione di Forcella. Con queste parole, Battaglia ha voluto sottolineare la necessità di una risposta collettiva e solidale alle sfide che Napoli affronta quotidianamente.

L’arcivescovo ha proseguito il suo discorso ponendo l’accento sull’importanza di affrontare le emergenze sociali come opportunità per costruire un futuro di giustizia e pace. Ha menzionato l’emergenza educativa e abitativa come priorità che richiedono interventi immediati, ma che al tempo stesso offrono la possibilità di disegnare una nuova traiettoria per la città. “Occorre avere il coraggio di superare la logica della competizione ad oltranza per abbracciare quella della cooperazione”, ha esortato Battaglia, invitando la comunità a riscoprire il valore della solidarietà e della cura reciproca.

Napoli, città dalle profonde contraddizioni ma anche dalle grandi risorse umane, è stata al centro di un appello accorato a ripartire da quei gesti semplici ma fondamentali che la sorreggono ogni giorno: “Ricorda sempre di custodire con tutto te stessa e ripartire ogni giorno dalle poche cose che contano”, ha detto Battaglia, invitando i napoletani a non voltare mai lo sguardo di fronte alla sofferenza altrui e a lottare per una città più giusta e pacifica.

Il miracolo di San Gennaro, dunque, non è solo un evento religioso, ma un invito a riscoprire la dimensione della solidarietà, della cooperazione e della speranza, elementi essenziali per costruire una Napoli migliore e più equa. Concludendo, l’arcivescovo ha invocato la protezione del santo Patrono affinché il segno del suo sangue “ravvivi sempre in noi il desiderio di realizzare per la nostra terra e per il mondo intero il sogno di Dio”.

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