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Puskas Award, Quagliarella sfida Messi e Ibra per il gol più bello dell’anno scorso

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Fabio Quagliarella sfiderà, tra gli altri, Lionel Messi e Zlatan Ibrahimovic nell’assegnazione del premio per il gol più bello della scorsa stagione calcistica. E’ quanto ha deciso la Fifa svelando i dieci candidati in lizza per il premio Puskas le cui votazioni termineranno il prossimo 1 settembre e a cui partecipano anche le calciatrici. Nel 2018 il riconoscimento e’ andato a ‘Momo’ Salah del Liverpool. Il capitano della Sampdoria e’ stato inserito nella top ten dalla Fifa per la sua prodezza di tacco nella partita di campionato del 2 settembre scorso al ‘Ferraris’ contro ilNapoli. Ecco la lista completa dei dieci giocatori in corsa per i Puskas Award: Matheus Cunha (Bra): Bayer Leverkusen-RB Lipsia (Bundesliga) del 6 aprile 2019; Zlatan Ibrahimovi (Sve), Toronto-La Galaxy (Mls) del 15 settembre 2018; Lionel Messi (Arg) Real Betis-Barcellona (Liga) del 17 marzo 2019; Ajara Nchout (Cmr), Camerun-Nuova Zelanda (Mondiali donne) del 20 giugno 2019; Fabio Quagliarella, Sampdoria-Napoli del 2 settembre 2018; Juan Fernando Quintero (Col), River Plate-Racing Club (Superliga argentina) del 10 febbraio 2019; Amy Rodriguez (Usa), Utah Royals-Sky Blue (Nwsl) del 16 giugno 2019; Billie Simpson (Nir), Sion Swifts Ladies-Cliftonville Ladies [Women’s Nifl Premiership] del 9 agosto 2018; Andros Townsend (Ing), Manchester City-Crystal Palace (Premier League) del 22 dicembre 2018; Daniel Zsori (Rom), Debrecen-Ferencvaros (Serie A ungherese] del 16 febbraio 2019.

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Tre gol al Verona, il Torino vola in testa e sogna

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Il Torino passa 3-2 a Verona e si issa in vetta alla classifica. Al Bentegodi la decide, indubbiamente, il miglior tasso tecnico della squadra granata ma il successo ospite lo spiana una sciocchezza senza senso del difensore polacco dell’Hellas Dawidowicz, che lascia i suoi in dieci dopo soli 20 minuti. Toro che passa avanti con Sanabria, ripreso in un batter d’occhio dalla prodezza di Kastanos, poi Dawidowicz rifila una gomitata cattiva e ingiustificata a Sanabria in area. Inevitabile il rosso e calcio di rigore che Sanabria sciupa ma poi la testata di Zapata scava un solco che il Verona non riesce a ripianare, pur tenendo vivo il match sino ad una decina di minuti dalla fine quando un errore di Coppola e una marcatura un po’ ballerina di Magnani lasciano ad Adams il destro della sicurezza. Troppo tardi arriva la rete di Mosquera.

Il Torino esulta, per una notte riveste il ruolo della capolista riaccendendo sogni mai sopiti tra i tifosi granata. In avvio di match c’è Maripan nel Torino al centro della difesa. Per il cileno debutto stagionale. In mezzo gioca l’ex Tameze con Linetty in panchina, davanti coppia offensiva composta da Sanabria e Zapata. Nell’Hellas tante assenze, debutta dal 1′ lo svedese Sarr, Magnani vince il ballottaggio con Daniliuc che va in panchina. Pronti via è il Torino, dopo qualche scaramuccia senza peso, passa in vantaggio. Bello il velo di Zapata su un’imbucata dalle retrovie, rimpallo che favorisce Sanabria che lascia sul posto Coppola e con una rasoterra angolato supera Montipò. Ma la reazione del Verona è altrettanto immediata.

Angolo di Lazovic, velo di Belahyane e gran sinistro ad incrociare di Kastanos che grazie ad una deviazione batte l’esterrefatto Milinkovic Savic. Ma è una gara di emozioni continue. Dawidowicz commette una follia, gomitata volontaria a Sanabria, espulsione e calcio di rigore che, tuttavia, lo stesso Sanabria spedisce contro il palo e Marinelli annulla, da regolamento, il successivo tap-in dello stesso attaccante granata. Zanetti ridisegna l’Hellas, fuori Sarr e dentro Frese per un Verona che si schiera con una sorta di 4-4-1. Canovaccio tattico evidente ora. Torino a fare la partita, a gestire il possesso, gialloblù che si chiudono e provano a ripartire agendo di rimessa. Ma la squadra di Vanoli ha pazienza e gioca giustamente sugli esterni.

A destra Lazaro confeziona una gran giocata e sul suo traversone stacco letale di Zapata, Montipò tocca ma non può nulla e il Torino rimette la freccia. Nella ripresa, il Verona resta a galla sorretto dalle giocate intelligenti e dal fosforo di un talento puro come Belahyane ma un altro errore dei difensori di casa dà il là al tris granata. Coppola sbaglia il retropassaggio, Magnani non pressa Adams che trova il pertugio e supera Montipò. I tre attaccanti granata a segno, il Torino è la nuova capolista del campionato, nonostante la rete allo scadere di Mosquera.

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‘Bergamini fu ucciso’, chiesti 23 anni per l’ex fidanzata

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Isabella Internò è la mandante e concorre nell’omicidio dell’ex fidanzato Donato Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza morto il 18 novembre del 1989 lungo la statale 106 a Roseto Capo Spulico, ma essendo passati 35 anni merita le attenuanti generiche. E’ il ragionamento che ha portato la Procura della Repubblica di Castrovillari a chiedere 23 anni di carcere e non l’ergastolo per la donna – assente oggi dall’aula – imputata per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi in concorso con ignoti. Ad esplicitare in aula, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Cosenza, i motivi che hanno spinto i pm a giungere alla richiesta è stato il procuratore di Castrovillari Alessandro D’Alessio che ha affiancato il sostituto Luca Primicerio in tutta la requisitoria, iniziata ieri.

“Internò – ha affermato il magistrato – ha agito con volontà con persone in corso di identificazione. Isabella Internò ha tradito l’affetto che il ragazzo aveva per lei, ha esasperato lei il rapporto e pur di salvare l’onore non ha esitato ad agire come sappiamo. Per il tempo trascorso, però, merita le attenuanti generiche e per questo che non chiediamo l’ergastolo, ma 23 anni di reclusione”. Un delitto, quello di Bergamini, maturato in un “contesto patriarcale”, ha detto D’Alessio, motivato dalla mancata celebrazione “di un matrimonio riparatore” che la ragazza – che all’epoca della morte di Bergamini aveva 20 anni – avrebbe desiderato nel 1987 dopo essere rimasta incinta del calciatore. “Bergamini – ha poi spiegato Primicerio prendendo la parola – pur volendo tenere il bambino, non avrebbe mai voluto sposarla a causa del suo carattere ossessivo”.

La donna decise quindi di andare ad abortire a Londra. Il mancato matrimonio e la successiva fine della loro storia, secondo il pm, portò Internò a stolkerizzare, “e ha continuato a farlo fino alla fine” Denis Bergamini, “nonostante la loro relazione fosse chiusa da tempo”. A supporto della loro convinzione, i pm hanno ribadito di ritenere fondate e rilevanti le dichiarazioni di Tiziana Rota, moglie del calciatore Maurizio Lucchetti e amica intima in quegli anni di Internò. A lei, l’imputata avrebbe confidato che se Bergamini non fosse tornato sui suoi passi sarebbe stato “un uomo morto, perché mi ha disonorata, deve tornare da me perché io lo faccio ammazzare”. La richiesta dei pm è stata accolta con soddisfazione mista ad amarezza dalla sorella del calciatore, Donata Bergamini, che dal primo giorno non ha mai creduto alla tesi del suicidio raccontato dalla stessa Internò – “Denis si è buttato a pesce davanti al camion che l’ha travolto” – ma ha sempre parlato di un omicidio.

“Sono stata contenta – ha detto all’uscita dal palazzo di giustizia cosentino – perché sono emerse le verità che sia io che mio padre gridavamo sin dall’inizio. Queste verità dovevano emergere nel 1989, ma qualcuno non ha voluto farlo. Dopo così tanti anni la Internò poteva parlare e comportarsi in modo diverso”. Un concetto ripreso anche dal suo legale, l’avvocato Fabio Anselmo, che col suo lavoro ha portato la Procura di Castrovillari a riaprire per la seconda volta – la prima era stata poi archiviata – un’inchiesta per omicidio. “E’ vero che essere condannati dopo 35 anni può sembrare un atto ingiusto – ha detto – ma è altrettanto vero che attendere giustizia per 35 anni lo è sicuramente di più”. Adesso la parola passa alle parti civili e poi alla difesa. Per il primo ottobre è attesa la sentenza.

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Motta elogia Conte e il Napoli, ‘Costruito per scudetto’

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Juve-Napoli è (anche) la sfida tra Thiago Motta e Conte, ma l’allenatore bianconero sposta l’attenzione sul prato verde. “Siete troppo concentrati su me e Antonio, ma si gioca Juve-Napoli e sarà una bella partita perché si affronteranno tanti grandi giocatori – dice l’italo-brasiliano alla vigilia del big-match – e noi l’abbiamo preparata come sempre, con serietà e responsabilità e consapevoli che si giocherà davanti al nostro pubblico”. Da una parte e dall’altra, poi, c’è la curiosità di capire chi possa essere l’avversaria anti-Inter più credibile in ottica scudetto: “Loro sono stati costruiti per lottare per quell’obiettivo, tra l’altro hanno vinto il titolo da poco con un calcio che è diventato di fama mondiale – spiega Thiago Motta – e noi non dobbiamo distoglierci dal nostro percorso, che è quello di affrontare una gara per volta e di avere l’ambizione di migliorarci quotidianamente”.

La differenza sostanziale è legata alla marcia di avvicinamento alla sfida dello Stadium, con la Juve che è stata impegnata in Champions contro il Psv e il Napoli che invece è libero dalle coppe: “Non so se questo sia un vantaggio oppure no, l’unica cosa certa è che sapevamo quale sarebbe stato il calendario e adesso andiamo avanti”, liquida il discorso l’allenatore bianconero. Il filo sottile tra i due tecnici è legato ancor più indissolubilmente con la Nazionale, all’Europeo del 2016, quando Thiago faceva il calciatore e Conte era commissario tecnico di quell’Italia: “E’ stato un piacere lavorare con lui, purtroppo uscimmo contro una grande squadra (la Germania ai quarti di finale dopo i calci di rigore, ndr) ma il rapporto con lui è stato sempre fantastico” rivela il tecnico della Juve. Per Thiago Motta sarà una vigilia particolare per un altro motivo: “Viene a trovarmi la mia famiglia, finalmente starò un po’ di tempo con mia moglie e con le mie figlie che è da tanto che non vedo” rivela in conferenza. Venendo ai temi della Continassa, Thiago Motta fa il punto sull’infermeria: “Gatti è a disposizione, ha svolto bene l’allenamento e sarà in gruppo, mentre non abbiamo Conceicao e Milik” spiega sul centrale uscito acciaccato dalla gara contro il Psv ma pronto a giocare al fianco di Bremer nella difesa completata da Kalulu a destra e probabilmente da Cambiaso a sinistra.

Tutti si aspettano i gol di Vlahovic, andato a bersaglio (per due volte) soltanto nella partita contro il Verona: “Dusan può migliorare come me, come te, come tutti gli altri, possiamo crescere su tutto, non solo sul lato emotivo – dice sul serbo – ma sta bene, parliamo tutti i giorni, lo vedo sorridente e positivo: nell’ultima gara ha fatto un grande lavoro sia difensivo sia offensivo, creando situazioni per i compagni perché possano fare gol”. In ogni caso la Juve si affiderà ancora al classe 2000, poi si va verso la conferma dei trequartisti Nico Gonzalez, Koopmeiners e Yildiz. Insieme a Locatelli dovrebbe giocare Thuram, mentre Douglas Luiz sarà un’arma a gara in corso. Infine, un pensiero per l’amico e collega De Rossi, appena esonerato dalla Roma: “Mi ha sorpreso moltissimo, gli ho mandato un messaggio che ovviamente resterà tra di noi” dice Thiago Motta.

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