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Cronache

Doveri internazionali e affari di mafia al mercato dei migranti raccolti nel Mediterraneo

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La questione non è salvare i migranti in mare. Quello è un dovere. La questione è il traffico di carne umana. L’uso di questa tragedia, di questo esodo biblico come occasione di guadagno è un fatto, un dato oggettivo, criminale che si riscontra quotidianamente nella realtà malata italiana. La gestione della accoglienza dei migranti ha partorito “Mafia Capitale” ovvero una inchiesta che evidenzia rapporti di affari tra politica, burocrazia e organizzazioni criminali che avevano la forma giuridica di società cooperative o peggio onlus. E non è un metodo criminale isolato. Ci sono tante altre piccole mafie capitali in giro per l’Italia che lucrano sulla pelle dei disperati che attraversano il Mediterraneo. Qualcuno si è anche affannato a dire o a scrivere che Mafia Capitale non esiste. Buzzi, Carminati e soci di Mafia Capitale, però, hanno mostrato, nell’inchiesta della procura di Roma, di aver usato i migranti per ingrassare i loro traffici. E le richieste dei magistrati inquirenti di secoli di carcere per sanzionare i presunti colpevoli testimoniano la gravità di quanto accade intorno alla questione migranti.

Migranti. Prima accoglienza dopo lo sbarco

Le ONG nel Mediterraneo con le loro navi sono una realtà non sempre limpida. Un’altra doverosa indagine della procura di Catania speriamo accerti la inesistenza di collegamenti tra trafficanti di uomini e qualche volontario che sbaglia. Ma se fosse vero quello che dice il procuratore Carmelo Zuccaro, e cioè c’è qualcuno che fa affari con i trafficanti di carne umana, non mi scandalizzerei. Perché la questione non è salvare i migranti in mare  (quello è dovere morale prima ancora che obbligo internazionale) ma evitare che il loro arrivo in italia sia un affare di mafia come lo è, in parte, anche la loro accoglienza. Tutta la polemica spicciola politica che gira intorno a questa vicenda drammatica è tipicamente italiana. Il più classico “facimme ammuina”.

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Cronache

Imprenditore campano arrestato in Gallura per frode fiscale

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Avrebbe occultato beni mobili e somme di denaro per oltre 450mila euro e trasferito la sua attività commerciale da Cava De’ Tirreni a Santa Teresa di Gallura per sottrarre i suoi averi al recupero forzoso: un affermato imprenditore campano di 60 anni, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta, frode fiscale e reati tributari. Firmato anche un decreto di sequestro preventivo dei beni finalizzato alla confisca. Le indagini che hanno portato all’applicazione della misura cautelare nei confronti dell’industriale, molto conosciuto nella provincia di Salerno, sono partite dalla Procura di Tempio Pausania e affidate alla tenenza della Guardia di Finanza di Palau e altri reparti. E’ stato così possibile ricostruire la vicenda fiscale dell’imprenditore attivo nel settore del commercio di abiti da cerimonia. A Santa Teresa di Gallura, attraverso il figlio, gestiva un bar ristorante, dichiarato poi fallito nel luglio del 2021.

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Cronache

Napoli, sede Pd vandalizzata nella notte. Indagini in corso

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Questa mattina i carabinieri sono intervenuti in via Domenico Cirillo 30, in seguito a una segnalazione ricevuta al numero di emergenza 112. L’intervento si è reso necessario dopo che ignoti, probabilmente agendo durante le ore notturne, hanno fatto irruzione nella sede del Partito Democratico della Quarta Municipalità Napoli San Lorenzo.

All’interno del locale, i malintenzionati hanno provocato disordine, mettendo a soqquadro gli spazi. Nonostante i danni causati, dalle prime verifiche effettuate non sembrerebbe che siano stati sottratti oggetti di valore o documenti importanti.

Sul posto sono intervenuti gli specialisti del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, che hanno effettuato i rilievi tecnici necessari per raccogliere elementi utili all’identificazione dei responsabili. Le indagini sono attualmente in corso per risalire agli autori dell’atto vandalico e chiarire le motivazioni dietro l’accaduto.

Questo episodio si aggiunge a una serie di atti vandalici e intimidatori registrati negli ultimi tempi in diverse città italiane, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori misure di tutela per le sedi di partiti e associazioni sul territorio.

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Cronache

Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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