La questione non è salvare i migranti in mare. Quello è un dovere. La questione è il traffico di carne umana. L’uso di questa tragedia, di questo esodo biblico come occasione di guadagno è un fatto, un dato oggettivo, criminale che si riscontra quotidianamente nella realtà malata italiana. La gestione della accoglienza dei migranti ha partorito “Mafia Capitale” ovvero una inchiesta che evidenzia rapporti di affari tra politica, burocrazia e organizzazioni criminali che avevano la forma giuridica di società cooperative o peggio onlus. E non è un metodo criminale isolato. Ci sono tante altre piccole mafie capitali in giro per l’Italia che lucrano sulla pelle dei disperati che attraversano il Mediterraneo. Qualcuno si è anche affannato a dire o a scrivere che Mafia Capitale non esiste. Buzzi, Carminati e soci di Mafia Capitale, però, hanno mostrato, nell’inchiesta della procura di Roma, di aver usato i migranti per ingrassare i loro traffici. E le richieste dei magistrati inquirenti di secoli di carcere per sanzionare i presunti colpevoli testimoniano la gravità di quanto accade intorno alla questione migranti.
Le ONG nel Mediterraneo con le loro navi sono una realtà non sempre limpida. Un’altra doverosa indagine della procura di Catania speriamo accerti la inesistenza di collegamenti tra trafficanti di uomini e qualche volontario che sbaglia. Ma se fosse vero quello che dice il procuratore Carmelo Zuccaro, e cioè c’è qualcuno che fa affari con i trafficanti di carne umana, non mi scandalizzerei. Perché la questione non è salvare i migranti in mare (quello è dovere morale prima ancora che obbligo internazionale) ma evitare che il loro arrivo in italia sia un affare di mafia come lo è, in parte, anche la loro accoglienza. Tutta la polemica spicciola politica che gira intorno a questa vicenda drammatica è tipicamente italiana. Il più classico “facimme ammuina”.