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Cronache

Ospedale Incurabili di Napoli, viaggio tra reparti chiusi, crolli, sporcizia e pazienti in attesa del morto

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Non fidatevi solo di quello che scrive il cronista. Guardate le immagini, le foto scattate. Forse dicono molto di più. Dire che l’ospedale Santa Maria del Popolo, meglio noto come “Ospedale degli Incurabili”, versa in una condizione di fatiscenza e degrado che fa rabbrividire non dà l’esatta dimensione di quello che vogliamo trasferirvi in termini di sdegno. Intonaci rovinati dai segni del tempo, crepe e fessure più o meno evidenti sparse ovunque, impalcature e tubi innocenti arruginiti montati da diversi anni con cantieri fermi e criticità che, senza la ordinaria manutenzione, sono ormai diventati il biglietto da visita di un ospedale che assomiglia ad un tugurio abbandonato. 

Dopo la voragine profonda oltre cinque metri di un anno fa, causata da una falla del sistema fognario (poi riparata), ora c’è una crepa che si allarga lungo l’intercapedine tra la scalinata e l’androne dell’ingresso principale che è stato chiuso ed interdetto al pubblico. Gli scaloni monumentali si stavano man mano staccando dalla struttura e per questo motivo l’intera area è stata recintata e interdetta per motivi di sicurezza costringendo l’utenza a ricorrere agli ingressi secondari.

Per di più è stato reso inagibile anche l’accesso al reparto di radiologia, situato proprio al di sotto della scalinata. Una vera odissea per il nosocomio storico che già nel 2016 subì lo smantellamento del reparto ginecologico, la cui “Casa del Parto” è stata universalmente riconosciuta in passato come una delle eccellenze della struttura per volere della sua storica fondatrice, la nobildonna catalana Maria Lorenza Lonc (poi italianizzata in Maria Longo).

L’Ospedale è destinato ad  essere smantellato insieme ad altri presidi ospedalieri (come il Loreto Mare e Ascalesi) per far confluire tutto e tutti verso il nuovo Ospedale del Mare nella zona est che, nonostante la recente apertura del pronto soccorso e le tante inaugurazioni in pompa magna, risulta ancora largamente incompleto.  “Tuttavia, all’interno della struttura sono rimasti attivi pochi ambulatori, tra cui quello di nefrologia con centro trapianti e dialisi afferenti ad una scuola di specializzazione nefrologica, e gli unici reparti ancora aperti, con poche decine di posti letto, sono quelli di chirurgia e medicina generale”

L’unità di pronto soccorso è stata soppressa una decina d’anni fa anche se, in casi di sovrannumero e di necessità, continuano ad arrivare pazienti da altri reparti ospedalieri  come quelli dell’Ospedale Pellegrini e del Don Bosco. Un’ultima criticità riguarda la chiusura dell’ufficio per il pagamento del ticket ed i ripetuti guasti alle macchinette elettroniche che costringono i pazienti a pagare altrove le prestazioni sanitarie.

Quella degli Incurabili è una situazione generalmente deficitaria che offende una struttura del Cinquecento che ha fatto la storia della medicina napoletana e italiana. Qui vi hanno lavorato medici del calibro di Antonio Cardarelli, Domenico Cotugno e Giuseppe Moscati ed hanno un valore culturale inestimabile soprattutto gli affreschi presenti nel chiostro dell’oratorio della Compagnia dei Bianchi della Giustizia, oggi ammuffiti, nonchè la storica Farmacia (la Spezieria) di epoca barocca realizzata da Bartolomeo Vecchione, ancor’oggi intatta (per fortuna) al suo interno ma che, invece, all’esterno presenta anch’essa delle pericolose crepe. Una struttura che rappresenta un vero e proprio museo delle arti sanitarie della città di Napoli e con un immenso patrimonio che andrebbe custodito e preservato per avviare nient’altro che una completa attività museale e turistica.

*Testo e foto sono del giornalista Mauro Cucco

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Morta Amelia Cortese Ardias, il cordoglio di Bassolino

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“La scomparsa della Cortese Ardias mi rattrista davvero. Amelia è stata una esponente liberale di primo piano, una donna delle istituzioni ed impegnata nella vita culturale e sociale”. Lo afferma in una nota Antonio Bassolino. “Mio padre – aggiunge l’ex sindaco di Napoli – era amico del marito. Le ho voluto molto bene e tra di noi vi sono sempre stati sentimenti di stima ed affetto. Un abbraccio ai familiari”.

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Torna il maltempo, allerta arancione in sei regioni

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Torma il maltempo e domani sarà allerta arancione in sei regioni e gialla in nove. Piogge e temporali, dalla serata di oggi, cadranno sulle regioni di Nord-Ovest e la Toscana, poi la perturbazione si estenderà nella giornata di domani al Nord-Est e in parte al Centro. Il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

I temporali da stasera riguarderanno la Liguria e poi, dalle prime ore di domani, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana, successivamente Lombardia, Veneto e, dal pomeriggio, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria e Lazio. Possibili anche locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per la giornata di domani allerta arancione per rischio temporali e idrogeologico su buona parte di Toscana, Emilia-Romagna Liguria, Veneto e Lombardia e su tutto il Friuli Venezia Giulia. Allerta gialla su resto di Toscana, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, oltre che su Umbria e parte di Sardegna, Marche e Piemonte.

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A cento anni gli rinnovano la patente a Ravenna

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Ha compiuto cento anni e ogni pomeriggio, insieme alla moglie Tebe, di quattro anni più giovane di lui, da Ravenna va al mare nella vicina Lido Adriano, guidando la sua auto. Potrà continuare a farlo ancora, perché Luciano Gulmini, che il 23 agosto ha festeggiato il fatidico traguardo del secolo di vita, nei giorni scorsi si è infatti visto rinnovare anche la patente per due anni, fino al 2026. Gulmini, ex dipendente di Cgil e Pci, qualche giorno prima è andato all’Aci, dove dopo l’esame della vista, dell’udito, un breve colloquio e una visita che ha certificato la sua abilità psico-fisica a guidare la macchina, si è visto infatti prorogare la validità della patente.

Guida una Lancia Y, comprata trent’anni fa, ma in perfetto stato. Che è il mezzo, appunto, che durante la stagione estiva porta i due coniugi ravennati al bagno Alessandro di Lido Adriano dove li aspettano i loro amici. Gulmini, come ha raccontato all’edizione ravennate del Resto del Carlino, è un guidatore esperto: per molti anni, insieme alla moglie, ha girato l’Europa, prima in Lambretta, poi sempre in macchina. La prima patente l’ha presa ormai 75 anni fa, per poter guidare una Lambretta, con la quale lui e la moglie hanno fatto vacanze anche fuori dai confini italiani. Nei primi anni Sessanta è arrivata la prima macchina, una Fiat 500 che li ha accompagnati in numerosi viaggi in tenda.

“Soprattutto – ha raccontato Luciano – nella ex Jugoslavia, dove all’epoca c’era il presidente Tito. L’abbiamo visitata per parecchi anni, siamo andati a Spalato, Dubrovnik, Mostar, Sarajevo, ma anche in tanti piccoli paesini, a contatto con la cultura degli altri. Ci è sempre piaciuto viaggiare, incontrare gente, lo abbiamo sempre fatto almeno per un mese all’anno”.

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