Collegati con noi

Politica

Berlusconi si riprende Forza Italia, l’ira di Toti

Pubblicato

del

Torna altissima la tensione interna a Forza Italia e riesplode la protesta di Giovanni Toti. Dopo l’apertura, la settimana scorsa, di una fase costituente, Silvio Berlusconi torna a convocare i suoi coordinatori regionali e lo stato maggiore del partito per ribadire che il partito non deve patire nessuna fuga in avanti. Basta dividersi sulle primarie che non sono ancora sul tavolo. Forza Italia, e’ il ragionamento dell’ex premier, esiste, ha il suo Presidente, ha le sue regole che rimarranno in vigore sino al Congresso che le cambiera’ entro l’anno. L’obiettivo di Berlusconi e’ ristabilire calma e ordine in un partito scosso dalla nomina dei due coordinatori nazionali. Una road map che pero’ non convince per nulla il neocoordinatore, Giovanni Toti che lasciando Palazzo Grazioli punta i piedi, chiedendo tempi molto piu’ rapidi per portare a termine questa rifondazione. “O avremo delle risposte concrete sulle regole, sulle primarie, sull’allargamento del partito verso l’esterno, entro la manifestazione del 6 – ammonisce Toti lasciano Palazzo Grazioli – oppure sara’ un’inutile perdita di tempo per tutti”. Secondo il governatore ligure, Forza Italia, infatti, “non ha piu’ tempo da perdere”. Le sue richieste sono chiare: “serve arrivare a regole certe entro il Consiglio nazionale del 13 o 16 luglio. Quindi – conclude – stabilire una data certa anche per il Congresso, entro ottobre e ripartire subito con il coinvolgimento dell’area moderata del Paese. Solo cosi’ Forza Italia potra’ tornare a essere la piattaforma moderata della politica italiana attraente per i ceti medi produttivi e le imprese. Il mio impegno era per cambiare le cose in un giro di settimane, non di mesi”. A questo punto la palla passa al board, il cosiddetto tavolo delle regole, chiamato, di fatto, a stabilire in tempi brevissimi i criteri con cui rifondare e decidere la leadership del partito. Al di la’ dell’insoddisfazione di Toti, sulla carta dovrebbe partire un processo politico che l’ex premier vorrebbe aperto, inclusivo e democratico, in cui comunque , lui resta il leader e le strutture esistenti rimangono nel pieno dei loro poteri sino alla riforma dello statuto. Ma anche stavolta, Berlusconi continua a non parlare di primarie ma di “consultazioni popolari”. Tanto che c’e’ chi, con una certa malizia, ricorda che dentro Forza Italia parlare di primarie non ha mai portato molto bene: proprio Angelino Alfano e Raffaele Fitto cessarono la loro militanza azzurra dopo aver chiesto le primarie. Detto questo dentro il partito c’e’ chi gia’ avanza progetti di riforma. Alcuni pensano a consultazioni aperte a tutti, altri immaginano primarie che coinvolgano elettori, ma anche eletti e iscritti. Maurizio Gasparri propone invece che si allarghi il tavolo delle regole a chi “magari, conosce meglio come funzionano i partiti”. Quindi pensa che sia utile stabilire delle soglie nella procedura di selezione dei candidati alle primarie, un po’ sul modello gia’ seguito dal Pd, in modo da evitare “candidature fasulle o esibizionistiche”. “Non eleggeremo un altro Berlusconi, che forse arrivera’ nel prossimo millennio, ma nemmeno sette nani”, sintetizza l’ex ministro.

Advertisement

Politica

Profilazione razziale in Italia: il Consiglio d’Europa critica le forze dell’ordine. Il Governo italiano si ribella

Pubblicato

del

L’Ecri, l’organo anti-razzismo e intolleranza del Consiglio d’Europa, ha denunciato che in Italia le forze dell’ordine praticano la profilazione razziale durante le attività di controllo e sorveglianza, con particolare riferimento alle comunità rom e alle persone di origine africana. Questa denuncia è contenuta nel rapporto aggiornato ad aprile 2024, in cui Strasburgo sottolinea che le autorità italiane non sembrano essere pienamente consapevoli del problema e non riconoscono la profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale.

Richieste di studio e monitoraggio

L’Ecri ha richiesto all’Italia uno studio completo e indipendente per identificare e affrontare queste pratiche discriminatorie. Nel documento si legge che, durante una visita in Italia, l’organo del Consiglio d’Europa ha raccolto numerose testimonianze di persone che riferiscono di essere state vittime di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine. Questo fenomeno colpisce in modo particolare le comunità rom e gli individui di origine africana. Il Consiglio d’Europa monitorerà se, entro due anni, le raccomandazioni saranno state implementate.

Il crescente clima di xenofobia e odio

Un’altra grave preoccupazione sollevata dall’Ecri riguarda il discorso pubblico in Italia, che negli ultimi anni è diventato sempre più xenofobo e divisivo, soprattutto nei confronti di rifugiati, richiedenti asilo, migranti e minoranze come le persone Lgbti. Il rapporto mette in evidenza come anche politici e funzionari pubblici di alto profilo abbiano rilasciato dichiarazioni cariche di odio, in particolare durante i periodi elettorali.

Le reazioni del Governo italiano

Le accuse mosse dall’Ecri hanno suscitato dure reazioni da parte del Governo italiano. La premier Giorgia Meloni, tramite i social, ha difeso le forze dell’ordine, affermando che “le forze di polizia italiane sono composte da uomini e donne che lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni”.

Anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha espresso la sua indignazione, sottolineando come sia “inaccettabile” che un’organizzazione internazionale arrivi ad accusare le forze di polizia italiane di razzismo, lodando il loro impegno quotidiano per la sicurezza dei cittadini.

Le raccomandazioni dell’Ecri

L’Ecri, pur riconoscendo l’importanza del lavoro svolto dalle forze dell’ordine, raccomanda un impegno più deciso contro i discorsi d’odio, chiedendo ai politici di tutti gli schieramenti di assumere una posizione chiara e pubblica contro il razzismo e la lgbti-fobia. Suggerisce inoltre ai partiti politici di adottare codici di condotta che proibiscano l’uso di discorsi d’odio e prevedano sanzioni per chi li utilizza.

Continua a leggere

Politica

Manovra, verso aumento pensioni minime a 621 euro

Pubblicato

del

Le pensioni minime nel 2025 dovrebbero aumentare del 2,7% rispetto al trattamento minimo prima della maggiorazione (598,61 euro) e dell’1% dell’inflazione del 2024: arriverà così – secondo alcune fonti – a 620,92 euro rispetto ai 614,77 di quest’anno. Nella manovra inoltre dovrebbe essere introdotta la possibilità di usare i fondi integrativi alimentati con il Tfr per consentire di andare in pensione a coloro che non hanno raggiunto l’importo dell’assegno sociale con il sistema contributivo e andare così in pensione di vecchiaia a 67 anni.

L’intervento sulle pensioni minime dovrebbe riguardare oltre 1,8 milioni di assegni. L’aumento del 2,7% che era stato deciso per il 2024 non viene quindi annullato (per evitare che gli assegni di fatto si riducano) ma prorogato anche per il 2025. Il trattamento minimo prima dell’incremento (598,61 euro) avrà quindi l’incremento dell’inflazione (1% al momento), arrivando a 604,6 euro. Su questi 604,60 sarà calcolato il 2,7% per arrivare così a 620,92 euro euro. In pratica si mantiene l’incremento avuto l’anno scorso e oltre a questo si recupera l’inflazione. Dovrebbero poi essere confermate le regole previste a partire da quest’anno per l’accesso a Ape sociale, Opzione donna e Quota 103. in particolare per l’ultima misura la stretta sulle regole, ovvero il calcolo interamente contributivo per l’assegno, il limite di quattro volte il trattamento minimo fino all’arrivo all’età di vecchiaia e l’allungamento delle finestre mobili, i ha fatto sì che le richieste crollassero.

La possibilità di usare i fondi integrativi per arrivare all’importo dell’assegno sociale necessario per andar in pensione di vecchiaia a 67 anni per chi ha versato contributi solo a partire dal 1996 ed è quindi interamente nel calcolo contributivo che dovrebbe essere introdotta nella manovra riguarderà probabilmente pochissime persone dato che proprio chi ha stipendi più bassi tende a iscriversi meno alla previdenza integrativa. Sembra invece tramontata per l’opposizione della Ragioneria la possibilità di usare il Tfr versato nei fondi pensione per anticipar la pensione a 64 anni raggiungendo un assegno pensionistico pari ad almeno tre volte l’assegno sociale. Ci saranno inoltre incentivi fiscali per chi deciderà di restare al lavoro pur avendo maturato i requisiti per la pensione anticipata con Quota 103 e chiederà di avere in busta paga la quota di contributi a carico del dipendente (il 9,19%) avendo l’assegno pensionistico che terrà conto di quanto non versato.

Continua a leggere

Politica

FI presenta legge su conflitto interessi membri Antimafia

Pubblicato

del

Il centrodestra depositerà nelle prossime ore alla Camera la proposta di legge di modifica della legge istitutiva della commissione parlamentare Antimafia. La proposta a prima firma Mauro D’Attis, vicepresidente della commissione antimafia in quota Forza Italia, è stata sottoscritta dai rappresentanti dei partiti di centrodestra in commissione. L’obiettivo della modifica è quella di andare a disciplinare tutti i casi in cui i commissari, deputati e senatori, che si trovino in una situazione di conflitto di interessi in relazione a fatti oggetto di inchiesta della commissione, debbano astenersi sia dai lavori che dalla consultazione degli atti. Il tema era stato affrontato dopo le vicende di due parlamentari membri dei Cinque Stelle ed ex magistrati, Scarpinato e de Raho, entrambi coinvolti in un due diversi casi finiti sotto i riflettori della commissione.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto